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ECONOMIA ITALIANA - MADE IN ITALY E POLITICHE INDUSTRIALI - DAL CNEL PIRANI "FONDAMENTALE INVESTIRE IN FORMAZIONE E CAPITALE UMANO
(2025-02-26)
L’Assemblea del CNEL ha approvato un documento di Osservazione e Proposte su “Made in Italy e politiche industriali”, frutto di un’ampia e approfondita istruttoria svolta dal gruppo di lavoro costituito insieme al MIMIT. Una lunga serie di incontri con diversi stakeholder ha permesso di approfondire un ventaglio di temi connessi alle politiche industriali: capitale umano, fonti di finanziamento, costi dell'energia, innovazione nei processi produttivi, analisi settoriali, crisi aziendali. Questa attività si è sviluppata nel solco del dibattito conseguente alla presentazione del Libro Verde del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, che fa parte del processo finalizzato alla redazione del Libro Bianco sulle politiche industriali.
Tra i vari aspetti evidenziati dal CNEL vi è la necessità di porre in primo piano le materie prime e l’energia. In particolare, si sottolinea come non sia più rinviabile, dati i costi eccessivi, la definizione di una politica energetica comune e l'attivazione di più fonti energetiche in modo complementare. Viene anche ribadita l'opportunità di sostenere i settori e gli ambiti in cui il Paese è competitivo, come i comparti moda, agroalimentare, automotive, biotecnologie, chimica, etc. Queste politiche devono essere inquadrate in un’ottica europea, tenuto conto di quanto rappresentato nel Rapporto Draghi, che richieda l'attivazione di una significativa mole di risorse nell'ambito della cornice di una politica industriale europea.
“Durante gli incontri tenuti dal gruppo di lavoro CNEL-MIMIT – ha dichiarato il consigliere Paolo Pirani – sono emerse varie questioni di grande importanza, tra cui la necessità di aggiornare e rivedere il sistema degli incentivi, la governance della politica industriale a livello europeo, l'impatto delle transizioni secondo i settori economici e produttivi, i processi di ricollocazione e sostituzione di varie attività produttive (ad esempio nel comparto chimico e delle plastiche), l'individuazione delle fonti energetiche. Le politiche industriali – ha aggiunto Pirani – devono essere calate nel contesto sociale. La competitività deve essere interpretata come un fattore di crescita, sviluppo e aumento del benessere individuale e collettivo. In questo quadro, quindi, è fondamentale investire nella formazione e nel capitale umano”. (26/02/2025-ITL/ITNET)
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