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CULTURA ITALIANA NEL MONDO - SPAGNA - AL MUSEO DEL PRADO DA TUTTO IL MONDO 100 OPERE DI PAOLO VERONESE PITTORE ILLUMINATO CHE CONTRIBUI' CON GRANDE MAESTRIA ALLA CREAZIONE DEL "MITO DI VENEZIA"

(2025-07-18)

Madrid celebra fino al 21 settembre una grande mostra monografica a Paolo Veronese ((1528-1588) al Museo del Prado: una raccolta di oltre 100 opere provenienti dai più grandi musei del mondo di uno dei maestri piu' geniali e ammirati del Rinascimento veneziano

A cura di Miguel Falomir, direttore del Museo del Prado, e di Enrico Maria dal Pozzolo, professore dell'Uni-versità di Verona, la mostra mette in mostra l'intelligenza pittorica di un artista superlativo capace di illuminare un universo formale tutto suo; un artista con un'idea totalizzante dell'arte che ha abbandonato innumerevoli riferimenti estetici e culturali che posso catturare con grande libertà formale e concettuale.

Lo fece in un momento critico per Venezia, dove attraverso tensioni religiose e trame politiche si manife-stavano i primi segni di una decadenza economica e politica che i suoi pennelli mimetizzavano con maestria, contribuendo in modo decisivo a catturare nelle immagini il "mito di Venezia" sopravvissuto fino ai giorni nostri. 
Come tutti i grandi artisti, Veronese riuscì a trascendere  il suo tempo. La bellezza e l'eleganza delle sue composizioni hanno sedotto nel corso delle collezioni e degli artisti, da Filippo IV e Luigi XIV a Rubens, Velázquez, Delacroix o Cézanne.

Questi e altri temi si delineano nell'esposizione attraverso oltre un centenario di opere provenienti da prestigiose istituzioni internazionali come il Louvre, il Metropolitan Museum, la National Gallery di Londra, la Galleria degli Uffizi o il Kunsthistorisches Museum di Vienna, che dialogano con opere fondamentali del Prado.

La mostra "Paolo Veronese (1528-1588)" rappresenta il culmine di un lungo processo di ricerca e rivalutazione della collezione di pittura veneziana del Museo del Prado, una delle più importanti al mondo, e pietra fondamentare dell'antica collezione reale spagnola. Dopo le mostre di successo dedicate a "I Bassano nella Spagna del Secolo d'Oro" (2001), "Tiziano" (2003), "Tintoretto" (2007) e "Lorenzo Lotto. Ritratti” (2018), quest'ultima proposta completa un viaggio eccezionale attraverso la pittura veneziana del Rinascimento veneziano.

La mostra alterna sei sezioni cronologiche e tematiche.

La prima: Da Verona a Venezia, narra della formazione nella sua nativa Verona, città dal ricco passato romano dove la tradizione locale conviveva con contributi veneziani (soprattutto Tiziano) e di artisti centro-italiani come Raffaello e Parmigianino. Partendo da loro, Veronese elaborò presto uno stile proprio caratterizzato dall'eleganza formale e compositiva e da un colore contrastante che gli facilitarono la sua trionfale irruzione a Venezia nel 1551.

La seconda sezione: «Maestoso teatro». Architettura e scenografia, affronta il suo modo di comprendere lo spazio e di raccontare storie, unendo la tradizione veneziana e le nozioni teatrali e architettoniche di Palladio e Daniele Barbaro, e lo confronta con la visione alternativa incarnata da Tintoretto e le idee scenografiche di Serlio.
Particolare attenzione è riservata alle celebri Cene, che sono manifestazioni sontuose della raffinatezza e della cultura materiale dei patrizi veneziani.

La terza:  punta al processo creativo. Invenzione e ripetizione, approfondisce l'intelligenza pittorica di Veronese e il modo in cui diresse uno dei lavoratori più fecondi e di maggiore qualità dell'epoca. Ciò è stato possibile grazie a un ferreo controllo del processo creativo e a una saggia distribuzione delle funzioni all'interno del laboratorio in cui il disegno si è rivelato fondamentale.

La quarta sezione si sviluppa attraverso Allegoria e mitologia.  Mostra la sua eccellenza in due campi particolarmente amati dalle élite: l'allegoria e la favola mitologica, dove si rivelò l'unico artista in grado di competere con Tiziano, il che gli permise di ereditare la sua potente clientela, dentro e fuori Venezia.

La quinta sezione: L'ultimo veronese, affronta il suo decennio finale, quando assistiamo a un notevole cambiamento nella sua pittura, con composizioni instabili di colori più cupi e un uso diretto e spesso simbolico della luce, in cui il paesaggio assume un nuovo protagonismo. Questa mutazione, che annuncia le grandi conquiste pittoriche del Barocco, risponde a diversi fattori; alcuni estetici, come l'impatto dell'opera contemporanea di Tintoretto e Jacopo Bassano; altri "ambientali", come il clima religioso dopo il Concilio di Trento.

La mostra si conclude con una sezione dedicata alla sua eredità: "Haeredes Pauli" e gli ammiratori di Veronese. Da un lato i suoi parenti, che per un decennio hanno esteso in modo sterile i loro modelli sotto il nome di "Haeredes Pauli"; dall'altro, quegli artisti con vero ingegno che hanno assunto e diffuso la loro eredità. La mostra si concentra su quelli immediatamente successivi: El Greco, i Carracci e Pedro Pablo Rubens, ma la sua condizione di "pittore di pittori" si protrasse fino al XX secolo e include artisti diversi come Velázquez, Tiépolo, Delacroix o Cezanne.
Infine, viene sottolineato il privilegio delle sue opere nel collezionismo europeo, ragione ultima della sua eccezionale rappresentazione nelle collezioni del Museo del Prado.
"Paolo Veronese (1528-1588)" diventa così un'occasione irripetibile per conoscere in profondità l'opera di uno degli artisti più brillanti e abbaglianti del Rinascimento europeo, chiave per comprendere il gusto artistico delle élite dell'epoca e la sua decisiva influenza sulla pittura spagnola del Secolo d'Oro. (18/07/2025-ITL/ITNET)

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