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CULTURA ITALIANA NEL MONDO - SETTEMBRE IN MUSICA- A VERONA LA PIU' ANTICA ACCADEMICA MUSICALE DEL MONDO OFFRE SETTE SERATE IMPERDIBILI CON ENSEMBLE DI PRESTIGIO MONDIALE. 480 ANNI DI SUCCESSI

(2025-08-26)

Ensemble di prestigio mondiale e alcuni tra i più acclamati solisti e direttori d’orchestra: le scelte e gli indirizzi dell’Accademia Filarmonica di Verona per il Festival internazionale di musica “Il Settembre dell’Accademia”, appaiono evidenti a chiunque scorra il cartellone di questa XXXIV edizione, in programma nella città scaligera dal 7 settembre al 1 ottobre 2025.

La più antica accademia musicale d’Europa istituita nel 1543 e il suo presidente Luigi Tuppini, dopo il successo dello scorso anno, puntano a mantenere le aspettative: sette serate imperdibili nell’arco di un solo mese che vedono esibirsi orchestre tra le più prestigiose al mondo, come la London Symphony Orchestra, la Dresdner Philharmonie con i suoi 150 anni alle spalle, o la pluripremiata Deutsche Kammerphilharmonie Bremen e, sul podio, alcune delle eccellenze del panorama internazionale: da Sir John Eliot Gardiner - alle sue prime presenze in Italia con la Constellation Choir and Orchestra fondata lo scorso anno, dopo il “divorzio” dalla Monteverdi Choir and Orchestra - a Iván Fisher o ad alcuni dei più interessanti “giovani” direttori del momento, come Dima Slobodeniouk e Andrea Minasi.

Sul palco solisti acclamatissimi saranno, nei diversi appuntamenti, il violinista Guy Braunstein, e i pianisti Seong-Jin Cho, Alexander Lonquich, Boris Giltburge e Beatrice Rana, “star” assoluta del momento, la cui interpretazione è stata elogiata dal Times per la “seduttività orfica” e la “leggerezza trascendente”.

In un programma che nel complesso attraversa i secoli, da Bach e Mozart fino a Šostakovi? - a ricordare i 50 anni dalla morte dell’artista - un’attenzione particolare è prestata all’Ottocento, con Mendelssohn, Brahms, Chopin e soprattutto con un tripudio di Beethoven, l’autore che getta un ponte tra il classicismo e la musica romantica.

Del compositore di Bonn, Alexander Lonquich direttore e solista e l’Orchestra da Camera di Mantova proporranno a “Il Settembre dell’Accademia”, in due serate consecutive, l’integrale dei Concerti per pianoforte e orchestra; mentre l’iconica Sinfonia n. 5 in do minore sarà eseguita dalla London Symphony Orchestra, guidata nel concerto d’apertura del Festival (l’1/09) da Sir Anthony Pappano in veste di direttore principale del prestigioso ensemble per la stagione concertistica 2024-2025, e la Sinfonia n.7 in la maggiore risuonerà nell’interpretazione dalla straordinaria orchestra ungherese, la Budapest Festival Orchestra, fondata e diretta dal Maestro Iván Fischer.

Cartellone dunque d’eccezione per il Festival, che quest’anno cade nel cinquantesimo anniversario della riapertura del Teatro Filarmonico di Verona, ricostruito per volontà degli accademici dopo i ombarda-menti che nel febbraio del 1945, sul finire della Seconda Guerra Mondiale, dilaniarono una volta ancora (la prima fu l’incendio del 1749) l’edificio settecentesco, sala “all’italiana” realizzata su progetto da Francesco Galli Bibiena.
L’adiacente preziosa Sala Maffeiana di inizi Seicento e il pronao del Curtoni anche in questo funesto frangente furono clamorosamente risparmiati, ma il recupero della sala concertistica più importante della città sull’Adige, ricostruita mantenendo il gusto e l’impostazione bibianesca, necessitò di un enorme impegno da parte dell’Accademia Filarmonica di Verona, impegno che continua incessante da oltre 480 anni.

Si parte dunque l’1 settembre con la Sinfonia n.9 in mi bemolle maggiore Op. 70 di Dmitrij Dmitrievi? Šostakovi? in occasione del 50° anniversario della morte del compositore russo, un gigante della musica del Novecento che, a differenza di quanto richiestogli dal regime stalinista per esaltare con solennità la vittoria sulla Germania nazista, permea questa splendida partitura del 1945 di un’atmosfera giocosa e ironica, secondo taluni perfino “triviale”; quindi il Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 in fa minore Op. 21 di Fryderyk Chopin e, appunto, di Ludwig van Beethoven la Sinfonia n.5 in do minore Op. 67.
Antonio Pappano britannico e baronetto di Sua Maestra, ma d’origine italiana e con doppia cittadinanza, oggi direttore emerito dall’Accademia di Santa Cecilia, suggella con i concerti di questa stagione il suo ventennale sodalizio con la London Symphony Orchestra.

Grande attesa in questo concerto, anche per l’esibizione pianistica di Seong-Jin Cho, a soli 31 anni considerato uno degli artisti più importanti dell’attuale panorama musicale. Seong-Jin Chom, nato a Seul, si è contraddistinto a livello mondiale nel 2015, quando ha vinto il Concorso Internazionale Chopin di Varsavia, primo del suo Paese. Nel gennaio 2016 ha firmato un contratto di esclusiva con l’etichetta discografica Deutsche Grammophon. Trionfali i suoi concerti nei più importanti teatri internazionali.

Il 12 e i 13 settembre sarà invece Alexander Lonquich il grande protagonista del festival, insieme alla compagine cameristica mantovana, con l’interpretazione integrale dei cinque concerti per pianoforte e orchestra composti da Beethoven tra il 1790 e il 1809: è la più recente impresa di Lonquich uno dei massimi musicisti internazionali, Premio Abbiati come miglior solista del 2016 (tra i vari riconoscimenti), che qui diventa anche direttore e artefice della magistrale esecuzione, con la quale sarà possibile ripercorrere l’evoluzione stilistica di Beethoven, oltre che la vita stessa dell’artista.

Straordinaria occasione il 16 settembre, invece, per assistere alle prime esecuzioni in Italia della Constellation Choir and Orchestra, l’ensemble fondato nell’agosto del 2024 dal geniale e focoso Sir John Eliot Gardiner. In programma due capolavori assoluti di Felix Mendelssohn: la Die erste Walpurgisnacht, ossia “La notte di Walpurga”, composizione per soli e coro terminata nel 1841, con cui l’autore mette in musica una delle ballate di Goethe del 1799 – racconto di una nascosta cerimonia di pagani all’epoca del primo trionfo del cristianesimo - e A Midsummer Night’s Dream Op. 21 e 61, musiche di scena per l’omonima commedia shakespeariana. Composte nel 1843 su commissione del re di Prussia Federico Guglielmo IV e catalogate come l’Op. 61 del compositore, esse includono anche una composizione del 1826 di quando Mendelssohn era solo diciassettenne: l’Ouverture da concerto op. 21, sempre ispirata dalla commedia del Bardo.

Altra orchestra considerata tra le migliori al mondo è la Dresdner Philharmonie attesa al Teatro Filarmonico di Verona sabato 21 settembre. Con Dima Slobodeniouk alla direzione e Boris Giltburg al pianoforte - straordinario interprete elogiato dalla critica per la sua “linea di canto, la varietà di tocco e l’ampia gamma dinamica” - gli strumentisti della compagine fondata nel 1885 dai cittadini di Dresda suoneranno il Concerto per pianoforte e orchestra n. 20 in re minore KV 466 di Wolfgang Amadeus Mozart e la Sinfonia n. 2 in re maggiore Op.43 di Jean Sibelius, la più nota e amata delle sinfonie del compositore e violinista finlandese.

Le eccellenze non sono finite: il 24 settembre è la volta della Budapest Festival Orchestra che eseguirà sotto la bacchetta del suo fondatore Iván Fisher musiche di Johann Sebastian Bach - la Suite per orchestra n. 4 in re maggiore BWV 1069 - di Ludwig van Beethoven con la Sinfonia n. 7 in la maggiore Op. 92 e dello stesso Fischer, solido compositore oltre che direttore: la Dance Suite (Violinkonzert). Di assoluto rilievo la partecipazione di Guy Braunstein al violino, miscela unica di virtuosismo, moderazione e creatività, capace come pochi altri di affascinare e sfidare il pubblico con interpretazioni sofisticate e la voglia di soprendere e reinventare. Nel 2000 Braunstein è diventato il più giovane violinista a ricoprire la posizione di Concertmaster dei Berliner Philharmoniker contribuendo a plasmare l’orchestra per oltre un decennio

Superlativo finale il primo ottobre, con una star della scena musicale internazionale come Beatrice Rana, talento travolgente che ha scosso l’intero panorama della musica classica internazionale, suscitando ammirazione e interesse da parte di sale concertistiche, direttori, critici e pubblico di tutto il mondo.

La pianista si esibirà accanto alla Deutsche Kammerphilharmonie Bremen - tra le orchestre che hanno saputo maggiormente sorprendere in questi anni per lo stile musicale unico, insignita di premi come Echo, Opus e Diapason d’Or per le registrazioni e l’attività pionieristica su vari fronti – e con la direzione vibrante di Riccardo Minasi, celebre direttore e violinista, riconosciuto anch’egli tra i talenti più esaltanti della scena musicale classica europea, direttore Principale Ospite dell’Ensemble Resonanz alla Elbphilharmonie di Amburgo, Direttore Artistico dell’Orchestra La Scintilla all’Opera di Zurigo e Direttore Musicale del Teatro Carlo Felice di Genova.

In programma musiche di Carl Maria von Weber, con l’Ouverture dal Franco Cacciatore (Der Freischütz Op. 77), di Ludwig van Beethoven con il Concerto per pianoforte e orchestra n. 3 in do minore Op. 37, e di Johannes Brahms con la splendida Sinfonia n. 4 in mi minore Op. 98: l’ultima del compositore amburghese, da molti considerata uno dei suoi più grandi capolavori: con un incipit che è tra i momenti unici della storia della musica, e un memorabile vortice finale.
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Da segnalare quest’anno la particolare attenzione nei confronti dei giovani da parte dell’Accademia Filarmonica di Verona che ha previsto una promozione rivolta agli Under 25 con biglietti a prezzi agevolati, per sostenere la loro partecipazione ai concerti e rendere la musica classica patrimonio condiviso di un pubblico sempre più vasto. (26/08/2025-ITL/ITNET)

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