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CULTURA ITALIANA NEL MONDO - ARCHEOLOGIA ITALIA/IRAN - FONDAZIONE G. LIGABUE RIPRENDE PROGETTO MAIJ A JIROFT OSPITE MISSIONE IRANIANA DIRETTA DA MANSUR SAJJADI (ICAR) E RICHT DIRETTO PROF. ASCALONE (UNISALENTO)

(2025-09-16)

Due momenti importanti preparano l’avvicinarsi del decennale della Fondazione Giancarlo Ligabue nel 2026 confermando il suo ruolo internazionale nella ricerca culturale, scientifica e nella divulgazione storico scientifica:  la nomina a direttore responsabile del “Ligabue Magazine” di Marco Cattaneo direttore de Le Scienze e di National Geographic Italia, che affiancherà Alberto Angela nella sua direzione editoriale, e la ripresa anche della ricerca sul campo attraverso il sostegno e la partecipazione  ad  un importante progetto di scavo in Iran: il progetto MAIJ (Missione Archeologica Italiana a Jiroft), ospite della missione iraniana diretta da Mansur Sajjadi dell’Iranian Center for Archeological Research (ICAR) e del Research Institute of Cultural Heritage and Tourism (RICHT), diretto dal Prof Enrico Ascalone dell’Università del Salento.

Una scelta quella di Marco Cattaneo, una delle voci più serie e impegnate nell’editoria scientifica, che risponde, nelle intenzioni di Inti Ligabue presidente della Fondazione veneziana, al desiderio di dare nuova forza a temi e settori del sapere da sempre nel DNA Ligabue, come l’antropologia la paloeontolgia e l’archeologia, allargandosi con puntualità anche a tematiche oggi più che mai attuali e stringenti - dalle questioni ambientali e di sostenibilità alla nutrizione, fino all’applicazione delle nuove tecnologie - oltre ai temi di costante interesse quali l’arte e Venezia, con la sua storia e le sue fragilità, da sempre luogo di partenza e di ritorno dell’attività della Fondazione.

“Molto spesso fatichiamo a cogliere la portata dei vertiginosi mutamenti che scuotono il nostro tempo in tutti i campi del sapere, mentre il mondo sta affrontando crisi profonde legate anche al nostro impatto sul pianeta. È necessario ampliare allora gli ambiti della nostra attenzione addentrandoci verso le frontiera della conoscenza per cogliere queste trasformazioni, capire come evolve il nostro sapere e quali scenari ci attendono, in qualità di individui e di civiltà umane”.

La Fondazione Giancarlo Ligabue torna anche alla ricerca sul campo con un impegno internazionale di alto profilo, che dà nuova linfa a una tradizione che ha reso celebre, a partire dagli anni Settanta, l’allora Centro Studi e Ricerche Ligabue grazie alle oltre 130 missioni promosse o sostenute nei diversi continent

L’impegno assunto dalla Fondazione veneziana riguarda il progetto di scavo archeologico nella valle di Jiroft (nella regione di Kerman, lungo il fiume Halil) in Iran, diretto dal Prof. Enrico Ascalone dell’Università del Salento e afferente al Dipartimento di Beni Culturali.

Il progetto chiamato MAIJ (Missione Archeologica Italiana a Jiroft), sarà ospite dell’Iranian Center for Archaeological Research (= ICAR) e del Research Institute of Cultural Heritage and Tourism (= RICHT), e in particolare del gruppo di ricerca iraniano diretto dal Dott. Mansur Sajjadi.

Già negli anni Settanta il Centro Studi e Ricerche Ligabue aveva per altro indagato importanti siti nell’Iran con missioni svolte sotto l’egida dell’IsMEO.

Gli scavi supportati dalla Fondazione Giancarlo Ligabue nella regione di Jiroft definita “un Eldorado dell’archeologia” partiranno a inizi del 2026 e interesseranno il sito di Konar Sandal, dove una civiltà ancor per lo più inesplorata dovette rivaleggiare per importanza con i maggiori centri di Mesopotamia durante il periodo Protodinastico, Accadico e Neosumerico.

ll nuovo progetto MAIJ, in un’area per lo più ancora inesplorata, costituisce una delle sfide più ambiziose che un progetto italiano o internazionale possa avere nel campo dell’archeologia

Con questa consapevolezza e con senso di responsabilità la Fondazione Giancarlo Ligabue ha voluto essere parte della missione con un sostanzioso impegno economico e di divulgazione, per contribuire a nuove conoscenze, proseguendo, accanto alle altre attività, dalla grandi mostre ai Dialoghi della Fondazione, un percorso nella cultura e nella ricerca, avviato oltre cinquant’anni fa.

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“Un’arca della conoscenza, capace di affascinare e sorprendere chiunque abbia sete di sapere”, così Alberto Angela, notissimo paleontologo e divulgatore televisivo, direttore editoriale del Ligabue Magazine – il semestrale bilingue che ha ormaI superato i 90 numeri - ha descritto la “Fondazione Giancarlo Ligabue” dando il benvenuto alla sua istituzione.

Costituita a Venezia nel gennaio del 2016, a un anno dalla scomparsa di Giancarlo, la Fondazione è stata voluta dal figlio Inti Ligabue, che la presiede, per dare continuità e soprattutto un rinnovato impulso - proponendo il suo raggio a livello nazionale e internazionale - al lavoro svolto in passato dal Centro Studi Ricerche Ligabue.

Giancarlo Ligabue (Venezia, 30 ottobre 1931 – 25 gennaio 2015), laureato in studi economici a Venezia, un dottorato di ricerca in paleontologia alla Sorbona di Parigi e cinque lauree honoris causa, è stato imprenditore, studioso, ricercatore, paleontologo, collezionista e grande esploratore. Una figura rara, impegnata in una continua ricerca per la conoscenza di mondi, civiltà e culture.
Il Centro Studi nacque nel 1973, in seguito alla prima spedizione compiuta nel deserto del Tenéré, insieme al paolontologo Philippe Taquet, che portò anche allo straordinario ritrovamento di uno scheletro pressoché intero di dinosauro, un Orounosaurus Nigerensis, poi donato da Ligabue al Museo di Storia Naturale di Venezia

“Conoscere e far conoscere” è allora il motto scelto da Inti Ligabue per la Fondazione intitolata al padre, rafforzando un impegno nella cultura, nello studio e nella conoscenza dell’Umanità, che nel 2023 ha compiuto il giro di boa dei 50 anni, festeggiati insieme al centenario del Museo di Storia Naturale di Venezia che nel 2019 è stato intitolato proprio a Giancarlo Ligabue.

Nel complesso in questo mezzo secolo di “cultura Ligabue” sono state effettuate 135 missioni antropologiche e archeologiche in 5 continenti; sono stati ritrovati 6 giacimenti di dinosauri e 5 giacimenti di ominidi, 2 città sepolte, 1 necropoli e 1 mausoleo, 12 tra insediamenti, centri megalitici, piramidi e pitture rupestri; sono state individuate 2 etnie, 1 centro cerimoniale aborigeno, 7 nuove specie di animali e impronte fossili, 2 nuove specie di animali viventi; sono stati pubblicati 35 tra libri e cataloghi, edite 75 pubblicazioni scientifiche, e realizzati 82 numeri del Ligabue Magazine.

Ma non solo: sono state prodotte e organizzate 14 grandi mostre di cui ben 12 come Fondazione negli ultimi nove anni, insieme a tantissime conferenze tematiche aperte al pubblico (oltre 60) ed eventi dal vivo.

Con un comitato scientifico internazionale, l’azione infatti della Fondazione e del suo Presidente si è rivolta in questi anni non solo alla ricerca, ma anche e soprattutto alla divulgazione, ovvero alla promozione e diffusione della cultura e del sapere - “perché non c’è libertà nè rispetto reciproco senza conoscenza” .

Ecco dunque i “Dialoghi della Fondazione”, oltre 60 conferenze e lectiones a ingresso gratuito con studiosi e uomini di cultura di diversi ambiti, quali il teologo Vito Mancuso, il critico d’arte Philippe Daverio, il famoso paleontologo e divulgatore scientifico Alberto Angela, il matematico Piergiorgio Odifreddi, l’astronauta Samantha Cristoforetti, l’etologa Jane Goodall ed il paleontologo Donald Johanson, la virologa Ilaria Capua, il metereologo Luca Marcalli, l’archeologo e direttore del Museo Egizio di Torino, Christian Greco, ecc - oppure tramite pubblicazioni e grandi esposizioni mosse sempre dal desiderio della conoscenza di mondi e
culture.

Le grandi mostre realizzate, spesso sono state ispirate dagli studi del passato e dalla Collezione Ligabue, dal suo studio e dal desiderio di fruizione pubblica della stessa - un patrimonio di grande valore culturale non solo dal punto di vista storico-artistico ma anche per la conoscenza di popoli e civiltà lontane - che è uno uno degli obbiettivi che la Fondazione si pone.

Tra i progetti espositivi promossi e organizzati grazie anche a collaborazioni e prestiti internazionali di garne prestigio, ricordiamo: “Il mondo che non c’era. L’arte precolombiana nella Collezione Ligabue” - mostra curata da Jacques Blazy e André Delpuech - già esposta a Venezia, nei Musei archeologici nazionali di Firenze e Napoli e ad Elsinki; “Prima dell’alfabeto. Viaggio in Mesopotamia alle origini della scrittura”, curata da Frederick Mario Fales; “Idoli. Il potere dell’immagine” curata da Annie
Caubet, “Power and Prestige. Simboli del comando in Oceania” curata da Steven Hooper, Direttore del Sainsbury Research Unit per le Arti dell’Africa, Oceania e delle Americhe, e la più recente “De Visi Mostruosi e Caricature. 
Da Leonardo da Vinci a Bacon” curata da Pietro Marani, tra i massimi esperti di Leonardo. Infine “Futuro Remoto” ha mostrato al pubblco in un ambientazione suggestiva le fotografie dell’artista Domingo Milellla che da quasi un decennio svolge la sua ricerca creativa nelle Caverne preistoriche. (16/09/2025-ITL/ITNET)

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