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CULTURA ITALIANA NEL MONDO - WEEKEND ITALIA - ARCHEOLOGIA, MEMORIA, MITI ANTICHI E CONTEMPORANEI NELLE "LETTERE MEDITERRANEE" DI UN ITALIANO A PARIGI, L'ARTISTA MICHELE CIACCIOFERA ALLA BUILDING-GLLERY DI MILANO
(2025-10-27)
Memoria, miti antichi e contemporanei, archeologia, magia, letteratura, natura e ecologia sono i capitoli aperti, presentati in una mostra "Lettere Mediterranee" alla Building Gallery di Milano dal 29 ottobre al 20 dicembre 2025, che consentono la lettura del lavoro di Michele Ciacciofera degli ultimi anni, secondo un percorso tematico concepito ad hoc per ogni piano espositivo dei tre dedicati all'artista nuorese
Insieme a opere inedite realizzate appositamente per la mostra, Lettere Mediterranee propone, per la prima volta in Italia, la riattivazione di alcune opere emblematiche dell’artista, come le installazioni Janas Code (2016), Terra Madre (2024) e The Hand of Nature (2024).
Il titolo della mostra, Lettere Mediterranee, rimanda alla centralità del Mar Mediterraneo nella vicenda biografica e artistica di Ciacciofera. Come osserva l’artista stesso: “Il Mediterraneo è l'universo infinito delle mie riflessioni, […] una mappa mentale che corrisponde alla mia stessa vita, passata in buona parte a saltare da un'isola all'altra in una sorta di maratona ‘geografica’, di cui ad oggi non posso citare altro che l'inizio […]. Poco dopo aver lasciato la Sardegna, riscoprii la Sicilia, isola in cui sono cresciuto, e il mondo del Mediterraneo […]. Una parte essenziale del mio lavoro è profondamente impregnata dal tema, nel senso più ampio, del Mediterraneo, che costituisce per me una fonte inesauribile d'ispirazione. […] Sono molto interessato all’esplorazione dei ‘mondi’ in cui persistono forme di arcaismo con origini remote e misteriose […].”
Il percorso espositivo si sviluppa al piano terra a partire da un’opera chiave dell’itinerario artistico di Ciacciofera, Janas Code (2016): un lavoro che intreccia memoria personale, mito e ricerca antropologica attraverso un assem-blaggio poetico di sculture, collage e oggetti ritrovati, tra cui fossili, ceramiche, minuscoli abiti in terracotta, frammenti naturali e libri fatti di semi. L’opera, presentata alla Biennale di Venezia del 2017, si configura come un omaggio alla Sardegna e al suo prezioso, millenario e silenzioso patrimonio culturale, non solo archeologico ma anche naturale e antropologico.
Janas Code è così la porta di accesso ad una serie di opere pittoriche e scultoree, create tra il 2015 e il 2021, che popolano lo spazio espositivo del piano terra della galleria, come i dipinti: Enchanted, Nature, Revisited (2015), Le Spectateur Émancipé (2015), Sandwiched Life (2021), The Cave of Words (2021) e Vanity Fair (2021) e anche le ceramiche ingobbiate: L'Enfant Fleur (2021), Le Ventre Mou du Pouvoir (2021), Terre et Mer (2021).
Al primo piano di BUILDING GALLERY la dimensione mitologica si confronta con quella iperconsumistica e tecnologica del presente: in una sorta di arena, alcune grandi sculture in ceramica ad elementi sovrapposti - ispirati alla letteratura di Tomasi di Lampedusa (The Siren, 2024, L'Homme Guépard n. 2, 2024) o al mito greco (L'Asino Rosa - Omaggio a Dioniso, 2025) - dialogano con il grande trittico The Artsphere in the Age of Amazonization (2021-2022), in cui figura una scatola occhiuta, simbolo al contempo dell’e-commerce e della sorveglianza di massa. La mostra prosegue con l'installazione composta da numerose sculture-maschere in ceramica dal titolo The Debt to Human Guile (2024) - omaggio alla poesia We wear the mask (1896) di Paul Laurence Dunbar - che introduce allo spazio consacrato alla memoria con l'intero ciclo di Memory Boxes (2013-2024).
L’esposizione si conclude al secondo piano della galleria, dove la visione multinaturalistica della realtà affida al necessario dialogo interspecifico il futuro per ogni forma di vita. Al centro della sala, a pavimento, The Hand of Nature (2024) - tappeto circolare verde su cui giacciono innumerevoli piccole sculture in ceramica colorate - dialoga con alcune opere presentate a parete. Da un lato la tela libera The Translucent Skin of the Present (2015-2016) è un vero e proprio omaggio al tempo in cui l’azione pittorica funge da base per 360 stratificazioni progressive di calcare realizzate lungo un intero anno. Dall’altro si trovano invece una serie di sculture in ceramica smaltata dal titolo Earth Island (2019-2022). La mostra termina con Terra Madre (2024), installazione prodotta per la VI Biennale di Mardin (2024) in Turchia, composta da due bandiere in sacchi di iuta ricamate e da una grande mappa geografica realizzata in feltro.
Lettere mediterranee è una retrospettiva che ripercorre i momenti salienti della ricerca artistica di Michele Ciaccio-fera, riunendo - accanto a lavori inediti che testimoniano l’evoluzione più recente della sua pratica - opere più storicizzate e note dell’artista, già presentate in rassegne presso pubbliche istituzioni come Biennale Internazionale d'Arte di Venezia, Biennale d'arte contemporanea di Mardin (Turchia), Museo MA*GA di Gallarate, Musée d'Art Contemporain de Rochechouart (Francia), CAFA Art Museum di Pechino (Cina) e Centre d'Art Contemporain Passerelle di Brest (Francia).
In concomitanza con la mostra, Michele Ciacciofera presenta dal 3 settembre 2025 all’11 gennaio 2026 l’installazione The Nest of the Eternal Present alla 36ma Bienal de São Paulo Not All Travelers Walk Roads — Of Humanity as Practice, curata da Bonaventure Soh Bejeng Ndikung, co-curata da Alya Sebti, Anna Roberta Goetz, Thiago de Paula Souza e Keyna Eleison. ------------------------------------------------------
Michele Ciacciofera (Nuoro, 1969) vive e lavora a Parigi. Il suo lavoro è caratterizzato dall'uso di svariati media, dal disegno alla pittura, dal suono alla scultura realizzata attraverso l'uso di ceramica, vetro, bronzo, pietra ed assem-blaggi di vari materiali. Tramite un approccio antropologico, l'artista esplora diverse tematiche legate alle isole di cui è originario, la Sardegna e la Sicilia, attraverso il prisma del Mediterraneo. Memoria collettiva, miti rivisitati e realtà politica contemporanea si mescolano in opere caratterizzate da una sensibilità per la materia e da un'acuta consapevolezza delle problematiche attuali legate alla riconfigurazione degli equilibri socio-economici e ambientali.
Basata su numerose fonti, la sua ricerca si collega ai grandi temi della contemporaneità che l'artista esamina attraverso una narrazione molto personale, svolta anche attraverso la scelta dei materiali utilizzati, che rivestono un ruolo essenziale nella sua poetica. La visione sociologica e antropologica usata come metodo per sviluppare il suo processo creativo, gli permette di attualizzare temi come la storia e l'archeologia, affrontare le questioni ecologiche e politiche o universalizzare le vicende legate al Mediterraneo, materializzando esperienze poetiche dalla forte capacità comunicativa.
Le sue opere sono state esposte alla Summerhall Edimburgo (2014), al IMMA Museum di Dublino (2015), alla 57a Biennale Internazionale d'Arte di Venezia (2017), a Documenta 14 di Kassel (2017) e Atene (2017), al Museo MAN di Nuoro (2017), al CAFA Museum di Pechino (2016), al Museo d'Arte Contemporanea di Rochechouart, Francia (2021), al Museo des Beaux-Arts di Rennes (2021) e in numerose altre istituzioni museali internazionali.
Ha ricevuto la Civitella Ranieri NYC Foundation Visual Arts Fellowship nel 2015-2016. Nel 2024 ha partecipato, con un lavoro site-specific, alla 6ª Biennale Internazionale d'arte contemporanea di Mardin in Turchia.
Tra il 2023 e il 2024 presenta le personali Condensare l’Infinito, al Museo MA*GA di Gallarate, a cura di Alessandro Castiglioni; presso BUILDING TERZO PIANO di Milano, curata da Angelo Crespi; al Centre d’Art Contemporain Passerelle di Brest, con commissariato di Loïc Le Gall. L'intero progetto espositivo è stato accompagnato da un catalogo pubblicato da Johan & Levi (Milano) con testi di Alessandro Castiglioni, Loïc Le Gall, Melissa Bianca Amore e Angelo Crespi.
Nel 2024 ha realizzato il progetto di arte pubblica Homo Arbor, commissionato da Groupe Emerige Paris e Ville de Gennevilliers, confermando il suo impegno nella dimensione ambientale e sociale, anche attraverso la mostra personale Natura Naturans presso la galleria Michel Rein di Parigi.
Nel 2025 ha realizzato un importante progetto artistico, curato da Bianca Cerrina Feroni, realizzando in un contesto naturale la monumentale scultura Altare del Tempo e dell’Acqua Feconda, presentata in concomitanza con l’edizione 2025 del Simposio Internazionale di Scultura su Pietra, all’interno del progetto PNRR Piccoli Borghi “Living Lab sui cambiamenti climatici dei borghi di Fanano”.
Tra i progetti in corso e futuri l’artista partecipa alla 36ª Biennale di San Paolo, aperta a settembre 2025 e presenterà una mostra personale alla Biblioteca Braidense di Milano nell’ottobre 2026. (27/10/2025-ITL/ITNET)
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