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IMPRESE ITALIANE NEL MONDO -2° FORUM ITALO/TEDESCO- MIN.URSO(MIMIT):"CHIEDIAMO A COMMISSIONE UE SVOLTA IMMEDIATA A PARTIRE DA AUTOMOTIVE A SIDERURGIA". REICHE(BMWE):"RILANCIO COMPETITIVITA' UE COME POLO ECONOMICO E DI INVESTIMENTI"
(2025-12-10)
Italia e Germania chiedono alla Commissione europea una svolta rispetto alle condizioni che oggi limitano la competitività del nostro continente, intervenendo innanzitutto su automotive e siderurgia, pilastri dell’industria del Continente messi sotto pressione da regole non più adeguate e da una concorrenza globale sempre più aggressiva.
Nel secondo Forum ministeriale MIMIT-BMWE, che si è svolto a Roma nell’ambito del Piano d’Azione italo-tedesco, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, sen. Adolfo Urso, e la ministra federale per gli Affari Economici e l’Energia, Katherina Reiche, hanno definito una posizione comune dei due principali Paesi industriali europei da presentare a Bruxelles in vista delle prossime proposte normative annunciate dalla Commissione e del vertice intergovernativo di gennaio.
"Con la Germania siamo in piena sintonia: chiediamo alla Commissione una svolta immediata per rilanciare la competitività europea. Dobbiamo agire subito, subito, subito, partendo dai settori più esposti, dall’automotive alla siderurgia. L’Europa deve superare regole ormai inadeguate e tornare a competere con forza, innovare e difendere la propria sovranità industriale. Auspichiamo che questa impostazione venga pienamente recepita già nel prossimo Consiglio europeo", ha dichiarato il Ministro Urso.
"Germania e Italia si assumono insieme la responsabilità per il futuro dell’Europa. Essendo le principali forze motrici dell’industria nell’UE, le nostre economie, strettamente interconnesse, promuovono la crescita, l’innovazione e la creazione di valore. Con la nostra Dichiarazione congiunta diamo oggi un forte impulso affinché l’Europa riacquisti competitività come polo economico e di investimenti – attraverso meno burocrazia, un forte mercato interno e condizioni quadro affidabili e attraenti per le nostre imprese", ha dichiarato la Ministra Reiche.
Nella dichiarazione congiunta, Urso e Reiche ribadiscono le priorità per rafforzare la cooperazione economica e industriale in diversi settori, concentrandosi in particolare su due ambiti di forte rilevanza per imprese e lavoratori europei.
Per il settore automobilistico, Italia e Germania chiedono una revisione tempestiva e pragmatica del quadro normativo UE sulle emissioni di CO?, fondata su neutralità tecnologica, flessibilità ed evitando sanzioni sproporzionate, così da non penalizzare i produttori né trasferire costi aggiuntivi su imprese e consumatori.
I ministri sollecitano anche un’accelerazione nello sviluppo delle infrastrutture di ricarica e di rifornimento, la costruzione di una filiera europea sovrana delle batterie e condizioni regolatorie che permettano all’Europa di diventare il mercato di riferimento per la guida autonoma e l’innovazione industriale.
MIMIT e BMWE richiamano inoltre la necessità di politiche pubbliche a sostegno della transizione, basate su chiarezza e semplificazione normativa, stabilità e sostegno agli investimenti. Posizioni espresse già nei due contributi congiunti presentati ad agosto e ottobre in materia, recentemente richiamate anche nelle lettere del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e del Cancelliere tedesco, Friedrich Merz. PER LA SIDERURGIA E LE ALTRE INDUSTRIE ENERGIVORE, Italia e Germania chiedono che i legislatori europei adottino lo strumento europeo di salvaguardia per l’acciaio, entro il 30 giugno 2026, per evitare le distorsioni derivanti dalla sovraccapacità globale. I due Paesi insistono inoltre su un’applicazione efficace del CBAM in grado di garantire condizioni eque nel commercio internazionale e assicurare una ttransizione verso la neutralità climatica sostenibile sia per gli impianti sia per le catene del valore. A riguardo Urso e Reiche pongono l'accento sull’importanza di rivedere il meccanismo di eliminazione graduale delle quote gratuite ETS e di creare un migliore collegamento tra le risorse generate dallo scambio di quote di emissione e il sostegno finanziario ai progetti delle industrie ad alta intensità energetica. Prioritaria anche la tutela dell’accesso europeo all'approvvigionamento di rottami ferrosi, rame e alluminio, essenziali per economia circolare e riduzione delle emissioni.
Il Forum odierno ha consentito di fare il punto anche sui risultati maturati dal Piano d’Azione avviato nel 2023 e di rilanciare un’agenda comune centrata su competitività, semplificazione e mercato unico, in piena coerenza con le indicazioni dei Rapporti Draghi e Letta. Italia e Germania chiedono una riduzione degli oneri regolatori, un’accelerazione dei pacchetti legislativi di semplificazione e un contesto che attragga investimenti e favorisca l’innovazione. Centrale anche la creazione del Fondo europeo per la competitività, che per i due Paesi dovrà sostenere progetti con autentico valore aggiunto europeo, dedicando una specifica attenzione al comparto automotive, alle batterie e ai settori ad alta intensità energetica.
Ampio spazio è stato dedicato, infine, ai dossier strategici per la sovranità tecnologica dell’Europa - quali semiconduttori, biotecnologie, digitalizzazione, intelligenza artificiale e attuazione del Critical Raw Materials Act - con l’obiettivo di rafforzare una risposta europea unitaria lungo tutte le catene del valore. Il tal senso, Italia e Germania sostengono un Chips Act 2.0 più ambizioso, una piena attuazione del programma Resource EU, un ecosistema digitale più semplice e mirato alle PMI e un’accelerazione dei progetti comuni nei prossimi IPCEI.
Il Forum ha inoltre confermato l’intenzione reciproca dei due Paesi di rafforzare ulteriormente la cooperazione tra imprese, associazioni industriali e camere di commercio, così da accrescere nel tempo l’integrazione tra i due ecosistemi produttivi e consolidarne il ruolo all’interno della futura politica industriale europea.(10/12/2025-ITL/ITNET)
**** La "tassa" CBAM (Carbon Border Adjustment Mechanism) è un meccanismo dell'UE che impone agli importatori di prodotti extra-UE (cemento, acciaio, alluminio, fertilizzanti, idrogeno, elettricità) di acquistare certificati per compensare le emissioni di CO2 incorporate, garantendo parità di costi di carbonio con i produttori UE e prevenendo la delocalizzazione della produzione (carbon leakage). Non è una tassa tradizionale, ma un sistema di acquisto certificati, in fase definitiva dal 1° gennaio 2026, che segue una fase transitoria di reporting iniziata nell'ottobre 2023. Obiettivo: Allineare il prezzo del carbonio per i prodotti importati a quello pagato dalle aziende UE (ETS), evitando vantaggi competitivi per chi produce in paesi con normative meno stringenti. Prodotti coinvolti: Cemento, ferro e acciaio, alluminio, fertilizzanti, idrogeno, elettricità (e dal 2026 anche alcuni prodotti chimici, plastiche, ecc.).
Transitoria (1 ottobre 2023 - 31 dicembre 2025): Obbligo di reporting trimestrale delle emissioni incorporate senza sanzioni pecuniarie. Definitiva (dal 1° gennaio 2026): Obbligo di acquistare e restituire i certificati CBAM, il cui costo è legato al prezzo delle quote EU ETS (circa 80-100€/ton). L'importatore deve dichiarare le emissioni; se nel paese di origine è già applicato un costo del carbonio, questo può essere detratto. Cosa significa per le aziende? Dichiarazione dati: Le aziende devono tracciare e registrare con precisione le emissioni incorporate nei loro prodotti. Costi aggiuntivi: Dal 2026, l'acquisto dei certificati comporterà un aumento dei costi di importazione.
Incentivi: Misurare accuratamente le emissioni può portare a costi minori rispetto all'uso di valori standard più alti. -----------------------------------------
"ETS" il Sistema di scambio di quote di emissione dell'Unione Europea (EU ETS), principale strumento per ridurre le emissioni di gas serra e combattere il cambiamento climatico, fissando un tetto alle emissioni di CO2 per industrie e aviazione, che scambiano quote di emissione su un mercato.
Obiettivo: Ridurre significativamente le emissioni di gas serra per raggiungere gli obiettivi climatici europei. Funzionamento: Un sistema "cap and trade" (tetto e scambio) che crea un mercato per le quote di emissione.
l meccanismo è di tipo cap&trade ovvero fissa un tetto massimo complessivo alle emissioni consentite sul territorio europeo nei settori interessati (cap) cui corrisponde un equivalente numero “quote” (1 ton di CO2eq. = 1 quota) che possono essere acquistate/vendute su un apposito mercato (trade). Ogni operatore industriale/aereo attivo nei settori coperti dallo schema deve “compensare” su base annuale le proprie emissioni effettive (verificate da un soggetto terzo indipendente) con un corrispondente quantitativo di quote. La contabilità delle compensazioni è tenuta attraverso il Registro Unico dell’Unione mentre il controllo su scadenze e rispetto delle regole del meccanismo è affidato alle Autorità Nazionali Competenti (ANC).
Le quote possono essere allocate a titolo oneroso o gratuito. Nel primo caso vengono vendute attraverso aste pubbliche alle quali partecipano soggetti accreditati che acquistano principalmente per compensare le proprie emissioni ma possono alimentare il mercato secondario del carbonio. Nel secondo caso, le quote vengono assegnate gratuitamente agli operatori a rischio di delocalizzazione delle produzioni in Paesi caratterizzati da standard ambientali meno stringenti rispetto a quelli europei (c.d. carbon leakage o fuga di carbonio). Le assegnazioni gratuite sono appannaggio dei settori manifatturieri e sono calcolate prendendo a riferimento le emissioni degli impianti più “virtuosi” (c.d. benchmarks, prevalentemente basati sulle produzioni più efficienti).
Indipendentemente dal metodo di allocazione, il quantitativo complessivo di quote disponibili per gli operatori (cap) diminuisce nel tempo imponendo di fatto una riduzione delle emissioni di gas serra nei settori ETS: in particolare, al 2030, il meccanismo garantirà un calo del 43% rispetto ai livelli del 2005.
L’EU ETS, in tutta Europa, interessa oltre 11.000 impianti industriali e circa 600 operatori aerei. In Italia sono disciplinati più di 1200 soggetti che coprono circa il 40% delle emissioni di gas serra nazionali.
Autorità Nazionale Competente: Comitato nazionale per la gestione della direttiva 2003/87/CE e per il supporto nella gestione delle attività di progetto del Protocollo di Kyoto (10/12/2025-ITL/ITNET)
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