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SICUREZZA SOCIALE - 125° INPS : DEDICATO A "L'EVOLUZIONE DEL WELFARE E DEL LAVORO PER INNOVARE IL PAESE".TRIDICO(PRES. INPS) "ASSICURA SOSTENIBILITA' SISTEMA ED E' SNODO PER COESIONE SOCIALE

(2023-03-03)

  Questa mattina si è tenuta la cerimonia di apertura delle celebrazioni per i 125 anni dalla fondazione dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (1898 - 2023), con l’evento “L’Evoluzione del Welfare e del Lavoro per innovare il Paese -, trasmesso in streaming dalla Sala Angiolillo di Palazzo Dedekind in Roma, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.  (LINK VIDEO:  https://we.tl/t-L0dccKu6CR )

Il Presidente Mattarella è stato accolto nella Pinacoteca di Palazzo Wedekind dal Presidente dell’INPS Pasquale Tridico e dal Direttore Generale Vincenzo Caridi. Nel breve incontro, gli sono state illustrate alcune opere esposte che hanno come oggetto il tema “Il lavoro tra difficoltà e dignità”.

Nel corso della cerimonia, coordinata da Francesco Giorgino (Università Luiss Guido Carli), dopo l’intervento del Presidente Tridico, sono intervenute Marina Elvira Calderone (Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali) e Silvana Sciarra (Presidente della Corte costituzionale).

Nel corso della cerimonia tutti i relatori hanno sottolineato più volte l’importante ruolo dell’Istituto nel sistema di Welfare: il lavoro è anche inclusione ed è la condizione necessaria per costruire una storia previdenziale solida, su cui poggia la meritoria attività dell’INPS.

La storia dell’INPS coincide, infatti, con la storia dello Stato sociale in Italia. La celebrazione del 125° anniversario dell’Istituto è stata l’occasione per fare un bilancio di oltre un secolo, attraversando la storia del nostro Paese dal punto vista dell’evoluzione del Welfare e del lavoro ma anche una straordinaria opportunità per tracciarne le linee future, per guardare oltre, con il fine ultimo di contribuire ad innovare la Nazione.

A tratteggiare questa storia il  Presidente dell’INPS Pasquale Tridico che ha come la storia dell'INPS è una storia che ha accompagnato le più importanti trasformazioni del mondo del lavoro, del fare impresa e delle famiglie.

In piena rivoluzione industriale nasce anche in Italia, nel 1898, la previdenza sociale, con l’istituzione di una Assicurazione privata obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e con la fondazione della Cassa Nazionale di previdenza per l'invalidità e per la vecchiaia degli operai, secondo il principio di una «previdenza libera sussidiata e facoltativa». Nel 1919, l’assicurazione diventa obbligatoria per i dipendenti dell’industria e gli agricoltori e vi si aggiunge una Assicurazione obbligatoria contro la disoccupazione involontaria. Così come qualche anno prima, nel 1910, si era avuta l’introduzione dell’assicurazione obbligatoria della maternità.

Nel 1943 si compie un riordino delle varie casse e viene definita la configurazione dell’Istituto Nazionale della Previden- za Sociale. Ed è nel 1945, alla vigilia della nascita della Costituente e del suffragio universale maschile e femminile nel nostro Paese, che viene creato il primo fondo a ripartizione, primo vero strumento di solidarietà universalista intergene-
razionale. Nasce così il moderno Stato Sociale italiano che avrebbe accompagnato i cittadini nei successivi trent’anni che
hanno segnato una straordinaria pagina dello sviluppo industriale ed economico del Paese, trent’anni caratterizzati
dall’aumento demografico e da una forte espansione economica. L’Italia decise di abbracciare un’idea di stato sociale che permettesse a tutti migliori condizioni di vita, costruendo progressivamente una sanità pubblica, un reddito assicurato per malati e indigenti, istruzione pubblica gratuita, servizi per l’impego e servizi abitativi.

La missione istituzionale dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale si inserisce in questo solco valoriale, come scandito
chiaramente negli articoli 1, 3 e 38 della Costituzione, mirando a principi di welfare universalistico e alla promozione del “lavoro buono”, capace di garantire le giuste tutele e consentire il libero e pieno sviluppo delle capacità di ciascuno, quali prerequisiti per uno sviluppo solidale dell’intero Paese.

Dagli anni 90 in poi, la globalizzazione e il calo demografico impongono una riflessione e ha inizio un lungo processo di riforma che riguarda sia il mercato del lavoro che l’ambito delle pensioni, dell’assistenza e del sostegno al reddito. Anche questo processo ha visto INPS al centro di cambiamenti importanti e di una profonda modernizzazione, con
l’assorbimento di numerosi altri enti previdenziali. Da una parte, l’aumento delle disuguaglianze, e la crescente flessibilità del lavoro, che troppo spesso è diventata precarietà, ha spinto ad aumentare la spesa e le prestazioni a sostegno del reddito.

Dall’altra, la crisi demografica ha spinto verso maggiori sostegni alla famiglia e per i figli per invertire il calo della nata- lite. Infine, le due grandi crisi del nuovo secolo, quella finanziaria del 2008 e la pandemia hanno spinto verso un welfare sempre  più universale e meno categoriale, rivolto a tutti i lavoratori e non solo ai lavoratori subordinati, con l’estensione dell’indennità di disoccupazione e con l’introduzione del reddito minimo, in linea con gli indirizzi comunitari.

Solo 20 anni fa, l’Istituto offriva prestazioni e servizi nell’ordine di qualche decina. Oggi ne gestisce oltre 400.
Per volontà dei Governi e Parlamenti che si sono succeduti, INPS ha incrementato il numero e la varietà delle prestazio-ni sociali e accorpato a sé altri enti previdenziali, diventando una vera e propria “Agenzia Nazionale del Welfare” con missioni e obiettivi sempre più ampi per rispondere alle crescenti esigenze della società italiana. Questa evoluzione ha portato ad una maggiore efficienza, ad economie di scala e a una gestione centralizzata dei dati per una maggiore integrazione dei servizi.

Oggi, dall’ultimo bilancio consolidato dell’Istituto, gestiamo 386 miliardi di euro di entrate, di cui 145 miliardi di
trasferimenti pubblici, e 384 miliardi di euro di uscite, assicurando la sostenibilità del sistema e agendo come snodo per la coesione sociale.
L’INPS è una grande azienda pubblica efficiente al servizio del Paese e del suo cambiamento. Non solo eroga servizi e prestazioni in un contesto “ordinario” a circa 42 milioni di utenti, tra lavoratori, pensionati, famiglie e aziende, ma è anche diventato un pilastro imprescindibile nei contesti di emergenza, come accaduto durante la pandemia quando
l’Istituto ha risposto in modo efficace ad un bisogno di sostegni senza precedenti per ulteriori 16 milioni di persone.
Più recentemente, è stata il volano di realizzazione di misure come l’assegno unico che oggi vengono erogate a 10 milioni dei nostri figli, sussidi per milioni di poveri e decine di milioni di utenti hanno ricevuto tramite INPS gli interventi di sostegno per la crisi energetica.

Tutto questo rappresenta l’INPS, un “motore” sempre acceso e spinto sull’innovazione l’ente di welfare più grande
d’Europa, per il quale al centro di tutto ci sono e ci saranno sempre le persone. Siamo un ente attuatore del PNRR,
nell’ambito del quale abbiamo 130 progetti e servizi in costruzione: un terzo di essi sono già finanziati e rilasciati, tra cui il nuovo portale INPS, un vero e proprio sportello elettronico, completamente rinnovato, che semplifica l’accesso alle
prestazioni e personalizza l’esperienza dell’utente..... (03/03/2023-ITL/ITNET)

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