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SINDACATI ITALIANI NEL MONDO - EUROPA - PRES. COMMISSIONE UE AGGIUNGE "PEZZO MANCANTE" AL PUZZLE DELLA PARITA RETRIBUTIVA NELL'UNIONE EUROPEA
(2023-05-25)
Più di 45 anni dopo che l'UE ha reso legge la parità retributiva, oggi la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen si è unita ai sindacati per garantire che è finalmente diventata una concreta realtà per le lavoratrici.
La presidente Von der Leyen è intervenuta al congresso della Confederazione europea dei sindacati a Berlino, dove più della metà dei delegati erano donne, e dove la segretaria generale della CES Esther Lynch ha chiesto la piena e rapida attuazione a livello dei Paesi membri della direttiva sulla UE trasparenza salariale.
La direttiva include il divieto di clausole di segretezza salariale, che hanno consentito il persistere della disparità retributiva, nonché misure che autorizzino i sindacati a contrastare la discriminazione salariale attraverso accordi di contrattazione collettiva con i datori di lavoro.
Dopo il suo discorso, la presidente Von der Leyen si è unita alla segretaria generale della CES Esther Lynch sul palco per aggiungere simbolicamente i pezzi mancanti al puzzle della parità retributiva.
Un'analisi del centro di ricerca della CES, l'Istituto sindacale europeo, ha rilevato che se il divario retributivo di genere continua al livello attuale: Ogni anno senza azione costerebbe alle donne una media di 4.256 euro di salari persi Le donne perderebbero tra 1.872 e 36.334 euro se i governi attendessero fino al 2026 per recepire la direttiva Le donne in Austria, Danimarca e Germania rischiano di perdere di più se il divario retributivo di genere continua
Il segretario generale della CES, Esther Lynch, ha, quindi concluso:
“Le lavoratrici hanno atteso troppo a lungo che la promessa della parità salariale diventasse realtà. Per fare questo dobbiamo assicurarci che tutti i pezzi del puzzle della parità retributiva siano messi insieme. “Ciò significa una legislazione forte ma anche sindacati forti che possono implementarla nei luoghi di lavoro. Come dimostra il persistente divario retributivo di genere in Europa, non è positivo avere l'uno senza l'altro.
"Insieme alla presidente della Commissione, abbiamo inviato un messaggio forte ai Paesi membri affermando che il gioco è finito sulla disparità salariale".
A sua volta Ursula von der Leyen ha dichiarato: “È giunto il momento che il lavoro sia pagato. E il lavoro deve pagare a tutti: a uomini e donne. Non c'è un solo argomento per cui – a parità di lavoro – una donna debba essere pagata meno di un uomo. Non un argomento, non uno solo. Ecco perché ora abbiamo una direttiva sulla trasparenza salariale. Un principio basilare di uguaglianza, finalmente, è diventato legge. Lo stesso lavoro merita lo stesso salario”. (25/05/2023-ITL/ITNET)
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