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RICERCA SCIENTIFICA ITALIANA NEL MONDO - 60.mo FONDAZIONE E CENTRO PER LA CULTURA SCIENTIFICA DI ERICE - PRESENTE SOTTOSEGRETARIO TRIPODI. IL MANIFESTO DI ERICE

(2023-11-11)

  Il Sottosegretario Maria Tripodi è intervenuta in apertura delle celebrazioni per il sessantesimo anniversario della Fondazione e Centro per la Cultura Scientifica Ettore Majorana di Erice, fondata e presieduta dal fisico Antonino Zichichi, in corso nella cittadina siciliana con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

All’evento sono presenti scienziati provenienti da tutto il mondo e i direttori delle scuole afferenti alla Fondazione Majorana, i quali, insieme al professor Zichichi, sottoscriveranno un addendum al Manifesto di Erice del 1982.

Il Sottosegretario, nel suo intervento ha sottolineato l’importanza del lavoro fatto in questi 60 anni dalla Fondazione, “un baluardo della promozione e della diffusione della scienza e della pace.” “Voglio ricordare una frase che più volte ho sentito ripetere al Presidente Silvio Berlusconi, incontrando, sia il premier israeliano Benjamin Netanyahu sia il presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) Abu Mazen: “Se potesse essere utile, l’Italia sarebbe felice di mettere a disposizione Erice” – ha proseguito il sottosegretario, evidenziando come Erice e il suo Manifesto siano ancora attualissimi.

La stessa pandemia, come sapientemente ricordato nell’Addendum, ha dimostrato che “quando la scienza e le sue scoperte sono messe al servizio dell’umanità, la vera collaborazione tra scienziati di differenti origini, rende possibile affrontare, e superare, in maniera globale, le nuove sfide che mettono in pericolo l’esistenza del genere umano”.

“È da qui che possiamo riprendere; è da qui che possiamo ripartire, favorendo il dialogo e la cooperazione tra scienziati di tutto il mondo, come strumento di pace, di progresso e di risoluzione delle emergenze planetarie”- ha concluso Tripodi.

IL MANIFESTO DI ERICE

È senza precedenti nella Storia del mondo il fatto che l’uomo sia arrivato ad accumulare tanta potenza militare da potere distruggere, in poche ore, tutti i centri propulsori di vita civile nel mondo, e da danneggiare al tempo stesso alcune proprietà vitali del pianeta.

Il pericolo di un olocausto nucleare non è la conseguenza inevitabile del grande sviluppo che ha avuto la Scienza pura.
Infatti Scienza vuol dire studio delle Leggi Fondamentali della Natura.

La Tecnologia è invece lo studio di come la potenza dell’uomo può essere aumentata. La tecnologia può avere scopi di pace e di guerra. La scelta tra tecnologia di pace e tecnologia di guerra non è di natura scientifica, ma culturale. La cultura dell’amore produce utensili di pace. La cultura dell’odio produce strumenti di guerra.

Odio e amore sono sempre esistiti. Nell’età del bronzo e del ferro, notoriamente pre-scientifiche, l’uomo ha inventato e costruito utensili di pace e ordigni di guerra. Nell’era cosiddetta “moderna” è di vitale importanza per la specie umana che vinca la cultura dell’amore.

Oggi nel mondo un numero enorme di scienziati si dedica in parte alla ricerca scientifica pura e in parte alle applicazioni militari. Sta qui una sorgente essenziale per la corsa agli armamenti.

È quindi necessario che, in seno alla stessa comunità scientifica e su basi internazionali, si sviluppi un nuovo consapevole orientamento.

È di vitale importanza identificare quali sono gli elementi fondamentali necessari affinché possa avere inizio un efficace processo che garantisca la protezione della vita e della cultura minacciate da una catastrofica terza guerra mondiale senza precedenti. Per arrivare a tanto è necessario che il movimento per la pace passi dalle sue azioni unilaterali ad iniziative internazionali basate su proposte concrete elaborate in uno spirito di reciproco accordo e mutua comprensione.

Ecco le nostre proposte:

1. Gli scienziati che scelgono di dedicare tutto il loro tempo, completamente, allo studio teorico e sperimentale delle Leggi Fondamentali della Natura, in nessun caso dovrebbero subire alcuna discriminazione, a causa di questa loro decisione di dedicarsi soltanto alla Scienza pura.

2. Tutti i Governi dovrebbero impegnarsi a fondo al fine di ridurre o eliminare le restrizioni alla libera circolazione di informazioni, idee e persone. Tali restrizioni non fanno che aumentare nel mondo sospetto e rancore.

3. Tutti i Governi dovrebbero compiere ogni possibile azione per ridurre la segretezza nelle tecnologie militari. I segreti militari generano odio e sfiducia. Iniziare una campagna contro i segreti militari creerà una stabilità maggiore di quella garantita dal potere deterrente delle armi.

4. Tutti i Governi dovrebbero continuare la loro opera per impedire che altri Paesi, o gruppi non nazionali, vengano in possesso di armi nucleari.

5. Tutti i Governi dovrebbero compiere ogni sforzo possibile per ridurre il numero delle armi nucleari ammassate nei loro arsenali.

6. Tutti i Governi dovrebbero fare in modo da ridurre le cause di insicurezza per le potenze non nucleari.

7. Tutti i Governi dovrebbero impegnarsi a fondo per proibire qualsiasi tipo di prove nucleari a fini bellici.

Conclusione

Tutti gli scienziati — nell’Est e nell’Ovest — che sono d’accordo con questo «Manifesto di Erice», si impegnano moralmente a fare tutto il possibile affinché, ovunque nel mondo, si possa realizzare al più presto questo nuovo spirito di consapevole orientamento delineato nel presente documento.

Questo Manifesto è stato stilato da Paul A.M. DIRAC, Piotr KAPITZA e Antonino ZICHICHI a ERICE nell’Agosto del 1982. Nel corso dei tre anni successivi (1982-1985) il Manifesto è stato firmato da DIECIMILA scienziati di tutto il mondo.

Il «Manifesto di Erice» ha suscitato l’interesse di insigni Statisti quali Deng Xiaoping (Cina), Mikhail Gorbachev (URSS), Olof Palme (Svezia), Sandro Pertini (Italia), Ronald Reagan (USA), Pierre Trudeau (Canada), che hanno dato quindi vita a diverse iniziative per una Scienza senza Segreti e senza Frontiere- (14/11/2023-ITL/ITNET)

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