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CULTURA ITALIANA NEL MONDO - WEEKEND ITALIA - ALCUNE PREGEVOLI CONFERENZE "TORINO EUROPA" ACCOMPAGNANO LA MOSTRA SUL "LIBERTY. TORINO CAPITALE" A PALAZZO MADAMA

(2023-11-28)

  Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica propone,  cinque conferenze, una al mese fino a maggio - a ingresso gratuito - per approfondire alcuni temi presentati dalla mostra Liberty. Torino Capitale, in corso fino al 10 giugno 2024. Al centro della riflessione Torino e l’Europa, attraverso lo specchio dell’architettura, dell’urbanistica e delle arti figurative.
Le conferenze sono a cura di SIAT – Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino.

LA MOSTRA

L’esposizione racconta con un centinaio di opere il fondamentale ruolo di Torino per l’affermarsi del Liberty, un’arte che nella capitale sabauda diviene il fulcro di una storia che travolge ogni aspetto della vita e della società, definendo un’esperienza architettonica e artistica che dalle suggestioni torinesi si diffonderà in tutto il mondo.

Si tratta di un’operazione focale per l’ingresso di Torino nel RANN di Bruxelles e la sua candidatura a Città Patrimonio Mondiale UNESCO per il Liberty.

Una mostra articolata in cinque sezioni, l’esordio tutto consacrato all’eterno femminino, all’immagine della donna che al passaggio tra Ottocento e Novecento emerge per potenza visiva e nuovo ruolo social stupefacenti che l’esposizione ricolloca nella loro dimensione di eccezionalità, non solo rispetto al panorama italiano: le grandi opere di Boldini e Bistolfi, Corcos e Canonica. Da qui si passerà all’ambiente privato de La casa moderna: accolti all’interno di un bow window di Palazzina Turbiglio, si potrà apprezzare e comprendere la novità prorompente dell’elemento architettonico che divenne distintivo del panorama liberty torinese. Qui ci si potrà muovere tra l’eleganza degli abiti del tempo ammirando complementi d’arredo e pregiati accessori, illuminati da un lampadario dell’Officina Mazzucotelli, e prendendo coscienza del ruolo della danza e del movimento grazie a immagini e opere quali il magnifico vaso portafrutta di Leonardo Bistolfi. Da questo evocativo interno si è poi proiettati nelle strade e quartieri di una città, Torino, capace di applicare il Liberty a ogni tipologia edilizia. 

È proprio La Gran Via il cuore dell’esposizione che narra Torino, la sua architettura, il suo ruolo per l’Europa e per il mondo, a principiare dalla rivoluzionaria Esposizione Internazionale del 1902, rievocata con opere originali allora esposte e gli apparati iconografici concepiti, che presentano non solo i fermenti culturali del tempo, ma soprattutto, indagandone la materialità, portano all’essenza della rivoluzione liberty torinese. Solo Torino ha la capacità di declinare questa storia in ogni ambito dell’edificare, poiché il Liberty connota scuole e fabbriche, case popolari e ville signorili, bagni pubblici e palazzi in oltre 500 capolavori distribuiti su tutto il territorio cittadino. Nella quarta sezione Nuovi linguaggi per una nuova società l’industria dell’arredamento e degli interni deflagra dall’editoria scolastica alla grafica pubblicitaria e alle riviste, in un Liberty che diviene linguaggio unificante di un Paese e di una società,  trovando il proprio  massimo interprete in Leonardo Bistolfi, che è il protagonista assoluto dell’ultima sala Dalla Sfinge a Città del Messico,  emozionante percorso nel meccanismo della creazione artistica, che permette di seguire il farsi dell’idea dal primo schizzo al disegno, dal bozzetto al modello e al gesso preparatorio, dal marmo al bronzo dell’opera compiuta seguendo lo scultore nella genesi di alcuni grandi capolavori.

Un allestimento emozionante e coinvolgente che affronta ogni aspetto delle manifestazioni artistiche del Liberty in modo del tutto originale e inedito, consentendo al visitatore di comprendere appieno i meccanismi della creazione architettonica ed estetica,  potendo per  la prima volta percepire il farsi delle opere, siano esse di architettura, di design d’interni, pitture, sculture,  lavori grafici o di decorazione, oggetti d’uso, testi letterari , poesia o musica, tutti lavori caratterizzati dalla particolarissima linea strutturale della natura, generatrice eterna di forme.

Nel quarantennio della cosiddetta Belle Époque, nei decenni di fiducia sconfinata nel progresso, un mondo senza più confini trova la sua espressione in un movimento artistico-filosofico che con squisita eleganza decorativa connette ogni cosa con linee dolci e sinuose che si incontrano e si intrecciano armoniosamente. È la nascita di uno stile che trova in Torino la sua capitale e la propria cassa di risonanza nel Parco del Valentino, protagonista dei nuovi valori della nazione e del progresso, cornice ideale per mettere in mostra la produzione italiana in campo industriale, agricolo e artistico. Con l’Esposizione generale italiana del 1898 si crea la Fontana dei Mesi, una cascata di 600 litri d’acqua al secondo, con due pennacchi lanciati a 20 metri d’altezza. In una scenografia del tutto sorprendente per la severa città sabauda Carlo Ceppi concepisce una fontana di forma neosettecentesca, capace di conciliare nostalgie rococò con spunti Liberty utilizzando il moderno cemento. A essa lavorano Luigi Contratti, Giacomo Cometti, Cesare Reduzzi ed Edoardo Rubino, gli scultori protagonisti della grande stagione liberty, di cui Torino diviene una capitale di livello mondiale riconosciuta subito per l’Esposizione Internazionale di Arte Decorativa Moderna (aprile – novembre 1902), capace di dare spazio ai massimi protagonisti dell’Art Nouveau europea.

Quanto concepito e mostrato nella capitale sabauda contribuisce, tra l’ultimo ventennio dell’Ottocento e il primo del Novecento, non solo a trasformare e rinnovare l’aspetto della città, ma a definire un approccio al contesto urbano che inciderà su tutta l’architettura occidentale prima e mondiale poi.

Torino innesta sul suo tessuto settecentesco una straordinaria avventura urbana e sociale, con l’arte del Liberty che ridefinisce la quotidianità della città.
L’architetto-ingegnere Pietro Fenoglio crea capolavori quali Villa Scott – protagonista del film Profondo rosso di Dario Argento – e Casa Fenoglio-La Fleur ove tutto, dai telai delle finestre ai caloriferi in ghisa e dagli stipiti in legno alle maniglie delle porte, è stato disegnato dall’artista, tanto che Rossana Bossaglia proclamerà questo edificio “[…] il più bell’esempio di architettura Liberty in Italia, certo il più puro nel senso Art Nouveau”. Queste costruzioni introducono a un vasto insieme di ville nobiliari e palazzi destinati alla borghesia, che a propria volta preludono a esperienze originalissime quali il Villaggio Leumann, nato nel solco dello spirito del Nord Europa, ai caseggiati nei quartieri operai, artigianali e impiegatizi di Barriera di Milano e San Paolo e ai bagni pubblici presenti in tutti i quartieri della città. Le tecniche, i nuovi materiali – come il litocemento – e le forme sinuose si adattano e applicano a ogni contesto con semplicità e grazia. Si ridefinisce completamente il sistema decorativo della casa e dello spazio urbano,  giungendo a un monumento esemplare del gusto del tempo: quell’Amedeo di Savoia duca d’Aosta, posto all’ingresso del parco del Valentino nel 1902, con cui Calandra costruisce un capolavoro del Liberty così come lo volle intendere la rivista L’arte decorativa moderna da lui fondata con Leonardo Bistolfi, Enrico Reycend, Enrico Thovez e Giorgio Ceragioli e che svolse la funzione di affermare, con la contemporanea Esposizione torinese, il dominio di quello stile.

Di questa stagione europea assai feconda nel superare il naturalismo in nome di un simbolismo decorativo, la mostra di Palazzo Madama rende conto con grandi sezioni strutturate intorno a una parola chiave: metamorfosi. Il passaggio tra Ottocento e Novecento può, infatti, essere considerato quale un grande processo di metamorfosi estetica, sociale, geopolitica.

L’allestimento, la mostra e il catalogo – edito da Silvana Editoriale – sono a cura di Beatrice Coda Negozio, Roberto Fraternali, Carlo Ostorero, Rosalba Stura e Maria Carla Visconti che, anche come SIAT – Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, da decenni hanno intrapreso un percorso di tutela e approfondiscono dei temi della cultura Liberty a Torino, rendendosi protagonisti di importanti iniziative scientifiche, editoriali e divulgative.

All’esposizione si accompagna il ricco programma off Libertyamo, che vede il supporto della Camera di commercio di Torino, orientato al massimo coinvolgimento della città e dei cittadini alla riscoperta delle proprie radici e dell’ecceziona-lità del contesto architettonico della loro quotidianità.

LE CONFERENZE:

Lunedì 5 febbraio 2024, ore 17: Torino città Liberty? Dionisiaco e apollineo, dalle premesse barocche agli esiti Liberty
con Carlo Ostorero

L'ascesa e il declino della temperie Liberty nella città di Torino, e da qui in tutta Italia, si manifesta in poco più di un trentennio dal 1890 ai primi anni Venti del Novecento. L'eredità barocca della forma urbis e delle più svariate manifestazioni architettoniche e artistiche si riverberano nella straordinaria adesione che la città tributa all'arte nuova. La perdita di fede nell'immortalità dell'arte, la maledizione futurista e il disastro epocale della Grande Guerra determinano la fine della "Bella Epoca", ma lo spirito che la animò rimarrà, sotto traccia, per risorgere nuovamente.

Carlo Luigi Ostorero
Ingegnere, Dottore di Ricerca in Architettura, svolge attività di docente e ricercatore al Politecnico di Torino. Ha svolto esperienze di lavoro, di ricerca e di formazione in Danimarca, Portogallo, Montenegro, Svizzera e Paesi Bassi. Dall'anno 2000 presiede lo Studio Dedalo Architettura in Torino che ha prodotto insieme a colleghi nelle varie specializzazioni dell'architettura, dell'urbanistica e degli impianti numerose opere su committenza pubblica e privata, insigniti di premi internazionali, a titolo personale e collettivo, per il design, per l'architettura e per il restauro. Sull'argomento Liberty ha scritto con i colleghi Beatrice Coda Negozio e Roberto Fraternali una guida sul Liberty a Torino e con il fotografo Roberto Cortese un volume monografico sul Cimitero Monumentale di Torino. Condivide con altri autori l'edizione per la Società di Ingegneri e Architetti di una guida a tutti i periodi di espressione architettonica presenti nella capitale sabauda. Attualmente è il direttore del NLML - New Living Model Lab da lui fondato presso il Politecnico di Torino per lo sviluppo di nuove forme abitative adatte ad affrontare le sfide che i cambiamenti climatici e la crisi sociale ed economica ci impongono.

Lunedì 25 marzo 2024, ore 17: Eredità del Liberty torinese con Roberto Fraternali

Torino ha adottato il gusto Liberty in tutte le sue declinazioni artistiche e in tutte le tipologie edilizie, ispirato da una vena barocca profondamente radicata. Esaurito il contesto storico-temporale originario, le principali qualità dello stile floreale, quali libertà compositiva, perfetta tecnica costruttiva, finalità estetica, risorsero grazie a maestri quali Mollino, Gabetti e Isola, Jaretti e Luzi, Derossi, le cui sottili critiche all’architettura loro contemporanea furono colte dall’attento sguardo critico di Paolo Portoghesi. Queste attitudini progettuali torinesi potrebbero rifiorire offrendo l’opportunità per una ripartenza tecnologico-economica, obiettivo possibile alla luce di un secolo di esperienza acquisita.

Roberto Fraternali
Roberto Fraternali si è laureato in Architettura con lode nel 1989 al Politecnico di Torino con una tesi progettuale sul Museo della Storia tedesca a Berlino. Inizia la libera professione nel 1996, che sfocia nella fondazione nel 1999, insieme all’amico e compagno di studi Ugo Quattroccolo, dello Studio Associato Fraternali-Quattroccolo Architetti, con sede in Torino. L’attività principale dello Studio FQa è indirizzata alla Progettazione e Direzione Lavori di edifici pubblici e privati, con approfondimenti tematici finalizzati all’architettura sostenibile e biocompatibile.
Un’attività costante è stata dedicata nell’ambito della promozione culturale attraverso pubblicazioni, ideazioni di mostre e conferenze;  Roberto Fraternali è socio fondatore di alcune associazioni culturali quali La Città Liquida, il Gruppo M.A.R.E.S., ColoriQuadri, I.C.A.F., è stato consigliere della Società degli Ingegneri e Architetti in Torino dal 2002 al 2008, dal 2010 al 2016, dal 2019 a oggi, collabora con l’Ordine degli Architetti di Torino in qualità di consulente, tutor e docente per corsi di formazione, che svolge saltuariamente anche in ambito universitario e professionale, è vice-coordinatore del Focus Lavori Pubblici dell’Ordine degli Architetti di Torino.

Lunedì 29 aprile 2024, ore 17: Architettura e opera d’arte totale: dall’impaginato di facciata al dettaglio costruttivo
con Beatrice Coda Negozio

Il concetto di opera d’arte totale racchiude la sintesi della visione dell’Arte Nuova che non fa distinzione alcuna tra la piccola e la grande scala né sulla funzione cui è destinato l’oggetto da creare. Un’architettura, un arredo, un utensile o un accessorio sono considerati alla stessa stregua. Una produzione, letteralmente dalla casa alla città e votata alla ricerca del bello e del funzionale, esito di un processo creativo che elabora un’idea e la concretizzata nella realizzazione. Attraverso la lettura di alcune architetture torinesi, si illustrerà la simbiosi tra bellezza e funzionalità.

Beatrice Coda Negozio
Architetto. Laureata presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino, si specializza alla Tulane University di New Orleans. Ha lavorato presso la C. Olivetti S.p.A nell'ambito della gestione degli immobili (riorganizzazione/progettazione ambienti ufficio e di rappresentanza) e alla Direzione Attività Culturali - Corporate Identity con Hans von Klier. Dal 1989 opera come libero professionista, occupandosi di corporate identity e design per aziende ed enti. Ha seguito progetti per aziende leader. Consigliere per più mandati della SIAT Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, di cui è stata presidente nel triennio dal 2016 al 2019, nel 1991 costituisce il Gruppo Giovani. Nel corso degli anni ha progettato e realizzato attività culturali, mostre ed eventi, ha ideato ed è stata autrice di numerose pubblicazioni. Tra i soci fondatori dell'associazione culturale La Città Liquida, è stata consigliere presso l'Ordine degli Architetti di Torino.

Lunedì 20 maggio 2024, ore 17: Un salotto Liberty a Torino. Annibale Rigotti e Maria Calvi in via Oropa  con Chiara Rigotti e Marco Corona

Maria Calvi (1874-1938) è stata una pittrice attiva tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo a Torino. Consegue il diploma in fisica e matematica nel 1896 a Valenza (AL) ma, attratta dal disegno, entra all’Accademia Albertina di Torino dove incontra Annibale Rigotti (1870-1968). Si sposano nel 1900. Insieme, nella propria casa, tra progetti e ricami, creano un salotto di discussione e riflessione sull’arte e l’architettura a cui partecipano Casorati, Fontana e il giovane Sartoris. La conferenza ripercorre l’attività di Rigotti e Calvi negli anni maggiormente caratterizzati dall’Art Nouveau, fino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, anche attraverso lo studio dei materiali presenti nell’archivio Rigotti, sito in via Pietro Micca a Torino, che conserva la raccolta completa dei progetti dell’architetto Annibale Rigotti, i dipinti e le opere di ricamo di Maria Calvi e i progetti di arredamento e urbanistici del figlio, l’ingegnere/urbanista Giorgio Rigotti.

Chiara Rigotti
Architetto. Titolare dello studio BioArchi che si fonda su principi di architettura bioclimatica, tecnologie ed energie rinnovabili e promozione di materiali locali, con il suo lavoro ha creato un ponte tra il Piemonte e l’Africa, dove ha operato in progetti di ONG internazionali ed è stata docente universitaria. È inoltre curatrice dell’Archivio Architetti Rigotti 3aR

Marco Corona
Architetto. Consegue il dottorato di ricerca presso il Politecnico di Torino nel 2023 con una tesi sull’architettura municipale del Tardo Ottocento. Collaboratore didattico al Politecnico di Torino e all’Università di Alghero. Membro dell’Associazione Archivio Architetti Rigotti 3aR dalla fondazione

Ingresso libero fino a esaurimento posti
Prenotazione consigliata: t. 011.4429629 (dal lun. al ven. 09.30 - 13.00; 14.00 - 16.00) oppure scrivere a madamadidattica@fondazionetorinomusei.it. (28/11/2023-ITL/ITNET)

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