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UNIVERSITA' ITALIANE NEL MONDO - LA SAPIENZA IN TURKIYE: MISSIONE ARCHEOLOGICA LUNGA 63 ANNI DEDICATA AD ARSLANTEPE SITO (OGGI) UNESCO TRA LE MONTAGNE DELL'ANATOLIA ORIENTALE - MOSTRA
(2024-02-27)
Mercoledì 28 febbraio la Sapienza celebra una giornata dedicata a Arslantepe, il sito archeologico situato nella piana di Malatya, tra le montagne dell’Anatolia orientale, a una decina di chilometri dalla riva dell’Eufrate. Un evento che documenta gli oltre sessant’anni di attività di missione archeologica della Sapienza grazie anche alla collaborazione con il Kültür Varl?klar? ve Müzeler Genel Müdürlü?ü della Repubblica di Türkiye e che celebra l’iscrizione del sito nella lista del patrimonio mondiale dell'Unesco.
Un festeggiamento ancora più sentito dopo i drammatici eventi che hanno colpito, lo scorso anno la Türkiye, causando perdite di vite umane e danni in tutta l’'Anatolia orientale. Il team scientifico della Sapienza, insieme alle autorità e alla popolazione locale hanno collaborato per la ricostruzione del sito ed è grazie a questo lavoro partecipato, realizzato in tempi brevi che Arslantepe è tornata di nuovo a essere fruibile al pubblico in tutta la sua bellezza.
“L’archeologia - afferma la rettrice Antonella Polimeni - è da sempre un fiore all’occhiello della nostra università, premiata dalle classifiche internazionali e segnalata come eccellenza nel mondo. La Scuola della Sapienza guidata da docenti di eccezione ha portato alla luce molti tesori del mondo antico, impegnando le nostre missioni anche in contesti difficili, come è avvenuto ad Arslantepe dopo il recente terremoto che ha colpito l’intera regione.
Lo scavo rappresenta in questo senso l’occasione per affermare il valore della cultura come strumento per preservare e valorizzare il patrimonio storico-archeologico dell’umanità e come motore di autentica cooperazione internazionale. Noi tutti siamo quindi orgogliosi di portare attraverso la missione di Arslantepe, il nome della Sapienza nel mondo”.
“Lavorare a stretto contatto con la popolazione locale, condividere i loro momenti di gioia e di dolore, riportare alla luce assieme le testimonianze del loro passato e fargli capire quanto questo sia importante per la storia dell’umanità intera rende il nostro lavoro qualcosa che va oltre l’attività scientifica e crea legami culturali e umani indissolubili”, aggiunge Francesca Balossi Restelli, che dirige oggi la missione archeologica italiana in Anatolia Orientale (Maiao). I lavori della giornata saranno aperti alla presenza delle più alte cariche e personalità istituzionali e accademiche, provenienti da entrambe le nazioni coinvolte.
Seguiranno diversi interventi dedicati agli scavi. Due le principali tematiche trattate: l’impatto rilevante che le scoperte hanno avuto sulla conoscenza delle dinamiche di formazione delle società complesse e statuali; l’unicità di conservazione dei monumenti in esso conservati, che è stata garantita in questi 50 anni da un’attenta e meticolosa politica di protezione e conservazione, portata avanti in collaborazione con i migliori specialisti italiani. L’evento sarà inaugurato da una mostra fotografica dedicata al palazzo pubblico più antico al mondo, rinvenuto proprio ad Arslantepe e musealizzato dal 2011 grazie ad un progetto di copertura progettato da specialisti italiani. L’allestimento è frutto della collaborazione tra il Dipartimento di Scienze dell'antichità e il Dipartimento di Architettura e progetto e in particolare dall’apporto scientifico di Francesca Balossi Restelli, di Marcella Frangipane che la ha preceduta ed ha guidato le ricerche ad Arslantepe per 40 anni, e dai docenti Andrea Grimaldi e Filippo Lambertucci.
La mostra è stata concepita come percorso all’interno del palazzo; a terra la planimetria guida verso i diversi spazi che le fotografie illustrano: la sala del trono, i magazzini palatini, il tempio, le armi, gli archivi con le cretulae.
Le ricerche e gli studi ad Arslantepe sono condotti da un gruppo di specialisti internazionale e multidisciplinare - diretto da ben quattro generazioni di archeologi della Sapienza tra cui Marcella Frangipane, che a questo progetto ha dedicato tutta la sua carriera scientifica. Quest’ultima proprio per l’attività degli scavi di Arslantepe ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali, tra cui quello della National Academy of Sciences, prima donna italiana a riceverlo Una mostra itinerante, che collegherà fisicamente e idealmente i due paesi, Italia e Türkiye, entrambi impegnati da più di mezzo secolo in quello che ora è divenuto il 19° sito di Türkiye del patrimonio mondiale dell'Unesco.
La galleria fotografica, esposta nell’androne principale dell’edificio di Lettere, sarà poi allestita a Istanbul e ad Ankara, per poi concludere il suo percorso a Malatya, dove sarà esposta in maniera permanente nel centro visite – ora in costruzione - presso il sito di Arslantepe.
Nell’organizzazione dell’evento itinerante, oltre al Dipartimento di Scienze dell’Antichità, nello specifico la Missione Archeologica italiana in Anatolia orientale (Maiao), ha strettamente collaborato con l’Ufficio Cultura e turismo della Repubblica di Türkiye, trovando sostegno anche in altre istituzioni italiane e turche: oltre ad un impegno personale della rettrice dell’ateneo romano, il Ciraas (Centro internazionale ricerche archeologiche antropologiche e storiche), la Fondazione Sapienza e lo Yunus Emre Enstitüsü di Roma, per la promozione della lingua turca. Arslantepe In turco Arslan-tepe significa “collina del leone” o “dei leoni”: il nome deriva dalle due statue dei leoni in pietra, individuate a inizio novecento da viaggiatori di passaggio, che emergevano sulla sua sommità. I leoni, insieme alla grande statua di un re e a una serie di altri bassorilievi avevano ornato una porta di accesso alla città neo-ittita del I millennio a.C. L’altura, nata per il sovrapporsi di abitati ricostruiti sempre nello stesso punto per millenni; è stata occupata ininter-rottamente a partire dal V millennio a.C. fino all'età romana e bizantina. Diversi gruppi umani hanno scelto, infatti, di abitare, costruire, governare, seppellire i loro morti in questo luogo.
La prima campagna di scavo si deve una squadra francese di archeologi guidata da Louis Delaporte nel 1931. Le ricerche italiane sono iniziate nel 1961 guidate negli anni da Salvatore Puglisi, successivamente Alba Palmieri, Marcella Frangipane e Francesca Balossi Restelli.
Nel corso dell’attività di studio, resa possibile dal contributo finanziario della Sapienza e del Ministero Affari esteri e della cooperazione internazionale, e grazie anche alla collaborazione con studiosi locali, sono stati ritrovati resti di un edificio in mattone crudo risalente alla fine del IV millennio a.C. Le indagini hanno poi evidenziato che questo non era isolato, ma faceva parte di un complesso di edifici pubblici collegati tra loro.
Oggi, dopo più di sessanta anni di scavi e di ritrovamenti, questo complesso è riconosciuto come il più antico esempio di Palazzo, sede di una delle più antiche forme statali sinora note, un edificio che anticipa di quasi un millennio i più noti palazzi vicino-orientali del III millennio a.C..
Intorno al 3200 a.C. il palazzo fu distrutto da un violento incendio che permise la conservazione, sotto i crolli, di abbondantissimi materiali sui pavimenti, ceramiche, metalli, impressioni di sigillo su argilla, resti di materiale vegetale carbonizzato e numerose ossa animali, ovvero gli avanzi del cibo. Il loro studio ha consentito di ricostruire la vita e le attività economiche del palazzo e le funzioni degli edifici. Sono stati così individuati due templi, alcuni magazzini centrali, cortili, edifici di rappresentanza e aree in cui si svolgevano attività amministrative o nelle quali il materiale amministrativo (essenzialmente impressioni di sigillo) veniva tenuto per la contabilità.
“Il palazzo di Arslantepe – come ha affermato nei suoi studi Marcella Frangipane - ha rivoluzionato alcune delle conoscenze tradizionali sulla nascita delle prime civiltà urbane e statuali. Da un lato, dimostra che il centro di gestazione di questi fenomeni non fu solo la Mesopotamia, ma tutte le regioni gravitanti attorno al Tigri e all’Eufrate, fino alle montagne dell’Anatolia. Dall’altro, evidenzia che il sistema di governo incentrato sui palazzi nacque già alla fine del IV millennio a.C., in un’area considerata periferica rispetto al mondo mesopotamico. Per ultimo, il fatto che Arslantepe non fosse una grande città testimonia che nascita dello stato e urbanizzazione non furono sempre fenomeni associati”. (27/02/2024-ITL/ITNET)
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