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CULTURA ITALIANA NEL MONDO - SVIZZERA - CON "NON E' LA FINE DEL MONDO" L'ASSOCIAZIONE TEATRALE ITALIANA "PONT D'ART" IL TEMA DELL'AUTISMO AL CENTRO ATTENZIONE A GINEVRA

(2024-03-18)

  “Non è poi la fine del mondo” di e con Francesca Bruni e Simone Buffa: il 16 marzo scorso, La Società delle Asso-ciazioni Italiane di Ginevra SAIG, coordinata da Carmelo Vaccaro, ha inaugurato una collaborazione con l’Associa-zione Teatrale “Pont d’Art”, presentando la pièce “Non è poi la fine del mondo”, scritta e interpretata dalla sua Presidente, Francesca Bruni, insieme a Simone Buffa. La coppia, di eccezionale professionalità artistica, ha magi-stralmente portato in scena una storia tutt'altro che facile da raccontare.

Attrici e attori che si trasformano e impersonano personaggi, reali o inventati. Espressioni, forse finte, forse sincere, che compongono una narrazione creata per raccontare storie o realtà, coinvolgendo gli spettatori nelle avventure di un mondo, attraverso le vicende di personaggi realmente esistiti o frutto dell'immaginazione. Questa è la brillante interpretazione che hanno saputo dimostrare i nostri due attori." spiega Vaccaro, che illustra le motivazioni alla base della pièce teatrale.

"Come indicato nelle note di regia, si tratta di un'opera originale che affronta il tema dell'autismo, in particolare della Sindrome di Asperger e delle varie forme di neuro diversità.
È intrigante e, quindi, astuto catturare l’attenzione del pubblico, stimolare la curiosità per comprendere o immergere le menti degli spettatori in una realtà del tutto sconosciuta. Uno spettacolo capace di alternare momenti di narra-zione e poesia ad altri di grande impatto visivo, suscitando curiosità ed emozioni nel pubblico, cosa rara oggigiorno senza una forte convinzione artistica.

“Non è poi la fine del mondo” è un'ora e un quarto di versi che si distinguono per la loro semplicità e per il loro estremo pathos nel raccontare l'amore attraverso le diversità, il dolore e le passioni struggenti. Una pièce che ha saputo far raccogliere con pazienza, al pubblico, gli aspetti più toccanti e moderni, trasformandoli in una messa in scena straordinaria, con momenti di grande suggestione che filtrano ogni sentimento attraverso una lente d'ingrandi-mento.
La trama si ispira alle atmosfere fiabesche e classiche del mito di "Amore e Psiche" di Apuleio, reinterpretandole in un linguaggio moderno, diretto e cinematografico, arricchito da elementi musicali dosati con cura. Momenti umoristici si alternano armonicamente a scene di forte impatto emotivo, creando uno spettacolo profondo, delicato e coinvol- gente, insomma, straordinariamente potente.

Nonostante la presenza di elementi tragici, la storia riesce a mantenere un tono leggero. Canti e danze accompa- gnano lo spettatore nel piacere dell’ascolto senza distrazioni; la traduzione in versi settenari incrociati apporta un rigore linguistico e un'armonia che si apprezzano senza alcuno sforzo.

Francesca Bruni mette in scena un capolavoro espressivo, dedicandovi un’attenta cura linguistica. Opta per un allestimento minimalista nella scenografia, che spoglia la scena di ornamenti inutili, evitando così di distogliere inutilmente l'attenzione dello spettatore. Questa scelta offre la possibilità di concentrarsi sul testo, di seguirne gli sviluppi e di cogliere i guizzi con cui l’autrice risolve i diversi nodi narrativi.

Sul piano scenografico, l'illuminazione e la scelta dei colori sottolineano la narrazione. Ha scelto Van Gogh come tema principale: l'artista olandese, oggi considerato un presunto Asperger, viene omaggiato con l'inclusione delle sue opere più celebri come elementi scenografici distinti. Le quinte e il fondale sono rivestiti da tessuti increspati, a imitazione delle pennellate di Van Gogh, su cui sono applicati dei teli reattivi agli UV: durante la scena principale, due barre a led UV daranno vita a un effetto illuminotecnico in cui la luce nera renderà magicamente visibile il dipinto de "La Notte Stellata", in una versione fluorescente e decisamente ingenua. Sul palco erano presenti anche altri oggetti verniciati con pitture UV (come il vaso di girasoli, la sedia di paglia e una lanterna in vetro), oltre ad altri elementi speciali dal forte impatto visivo.

Inevitabilmente, il Cantone di Ginevra richiedeva la presenza di un'Associazione Teatrale italiana formata da profes- sionisti capaci di rappresentare l'arte del teatro italiano. Francesca Bruni, Simone Buffa e l'intera squadra dell'As-sociazione Pont d’Art, incarnano perfettamente questo ruolo all'interno del panorama associativo del Cantone di Ginevra." conclude  Carmelo Vaccaro. (18/03/2024-ITL/ITNET)

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