LAVORO - AUTONOMI - CAMUSSO(SEGR.GEN.CGIL):"NON C'E' ANTAGONISMO CON LAVORATORI AUTONOMI. LAVORO DEVE AVERE DIRITTI E TUTELE UNIVERSALI". LO STATUTO
" "Si fa fatica a collocare le varie tipologie di lavoro dentro un'idea di ricomposizione di una società qual' è quella attuale. Ma per smentire chi pensa che c'è una cultura non attrezzata ad affrontare il tema del lavoro autonomo e professionale, credo che sia necessario prendere atto che la discussione, per le sue articolazioni, risulta un po' più complicata". Ad entrare nel merito della questione per rispondere ai dubbi spesso avanzati nel confronto fra rappresentanze professisonali degli autonomi e sindacati è la stessa Susanna Camusso, segretario Generale della CGIL intervenendo all'incontro promosso dalla Consulta del Lavoro della CGIL con le rappresentanze delle professioni autonome.
Per la leader della CGIL, pur partendo dal dato di fatto che "L'organizzazione collettiva dei lavoratori. il sindacato confederale, è tradizionalmente organizzatore del lavoro dipendente, questo non vuol dire che è contrapposto al resto del lavoro" e spiega " Fino a prova contraria le nostre controparti sono le associazioni d'impresa, non abbiamo una contrapposizione con i lavoratori che scelgono modalità differenti di stare nel mercato del lavoro. Questa fase è superata da un bel po' non è che la stiamo superando in queste ore"
Dunque nessun problema. "E no, è complicatissimo !" sostiene il Segretario Generale della CGIL e ne spiega il perchè "lo è non in ragione delle volontà soggettive dei contraenti, ma in ragione del fatto che tutto ciò che è stato determinato nel mercato del lavoro, è stato determinato da una costruzione di conflitto tra soggetti " Ovvero "se si risce a fare qualcosa sulla previdenza da cui vengono gli autonomi questi penseranno che è colpa del lavoratore dipendente, il lavoratore dipendente non vorrà vedere il lavoratore autonomo, quello che ci ha la casse di settore dirà ciò avviene perchè non sto nella cassa generale.
Come se ne esce? Per Camusso occorre prendere in considerazione la relazione esistente sul piano retributivo laddove chi fa un lavoro professionale e cognitivo si sente al di sotto della sfera del lavoratore dipendente in quanto talvolta viene pagato meno di quello che riconoscono i contratti di lavoro per retribuzioni analoghe. Tuttavia, per la sindacalista questa è solo una parte del problema e probabilmente non attiene solo al fattore "recupero" retributivo, c'è anche la necessità di identificare una "modalità collettiva di misurazione" perchè "la contrattazione nazionale e la contrattazione aziendale sono un punto di riferimento anche per gli autonomi".....(vedi: http://www.italiannetwork.it/news.aspx?ln=it&id=29795) (16/04/2015-ITL/ITNET)