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ITALIANI.ITALIANI ALL'ESTERO - ITALIA/BRASILE - OGGI IL "DIA NACIONAL DO IMIGRANTE ITALIANO" LA COMUNITA' ITALIANA OGGI: 730.000 CON PASSAPORTO ITALIANO. OLTRE 32 MILIONI DISCENDENTI E ORIUNDI.

(2024-02-21)

    La ricorrenza del 21 febbraio è stata stabilita dal Parlamento brasiliano che lo ha indicato come “Dia Nacional do Imigrante italiano”, prendendo come riferimento l’avvenimento dello sbarco a Vitória in quel giorno del 1874, di circa 380 italiani partiti da Genova a bordo del vapore “Sofia”.
In realtà' - ha spiegato il Presidente del Consiglio Regionale del Veneto, Roberto Ciambetti - regione rappresentata dal numero piu' cospicuo di discendenti italiani ed, in particolare, di discendenti che mantengono i rapporti con la terra d'origine - un centinaio di italiani erano giunti in precedenza al seguito della principessa Maria Teresa di Borbone nel 1840 che di lì a poco avrebbe sposato il sovrano portoghese Pero II°. Ma il Dia Nacional sta a ricordare la "Grande immigrazione italiana". Non è quindi un caso che  in Brasile risieda la più grande collettività di italo brasiliani al mondo, stimata in circa 32 milioni di persone, cui si aggiungono circa 730.000 cittadini con passaporto italiano. Le concentrazioni più importanti di italiofoni, in maggioranza di lingua veneta, si individuano negli stati del Rio Grande do Sul, Santa Caterina, Paranà, Espirito Santo e a San Paolo.

A tutt’oggi, le comunità venete più numerose sono insediate prevalentemente negli Stati brasiliani di Rio Grande do Sul e Santa Caterina, a Curitiba, capitale del Paranà, oltre che nei Comuni di Santa Teresa e Venda Nova do Migrante nell’Espirito Santo, ove si parla diffusamente il ‘Talian’, cioè il veneto-brasilero, che nel 2009 è stato dichiarato parte del patrimonio linguistico negli Stati del Rio Grande do Sul e di Santa Catarina, nonché lingua co-ufficiale, insieme al portoghese, nel comune riograndense di Serafina Corrêa, la cui popolazione è al 90% di origine italiana.

Nel 2014, il ‘Talian’ è stato dichiarato parte del patrimonio culturale del Brasile e secondo la stima divulgata in quella occasione, il veneto brasiliano sarebbe parlato da circa 500.000 persone in 133 città. Nei fatti, il ‘Talian’ è ufficial-mente la seconda lingua più parlata in Brasile”.

“Ma questi numeri poco dicono della Grande Emigrazione e della vita difficile e complessa delle nostre comunità – ha precisato il Presidente del Consiglio - La stessa data scelta per celebrare il contributo dato dagli emigranti narra di una vicenda, l’arrivo dei primi 386 coloni da Trentino e Veneto organizzati da Pietro Tabacchi, che ha risvolti amari”.

“La giornata – ha ricordato Ciambetti - è stata istituita con la Legge n. 11.687 del 2 giugno 2008, firmata dall’allora Vicepresidente della Repubblica José de Alencar. Si celebra ogni anno il 21 febbraio in ricordo del viaggio, tra gennaio e febbraio del 1874, della nave ‘La Sofia’, armata da Pietro Tabacchi per trasportare da Genova 386, tra veneti e trentini, nello Stato di Espírito Santo, . Quel primo grande viaggio si concluse amaramente per il suo organizzatore: proprio a pochi chilometri dalla fazenda del trentino Pietro Tabacchi, c’era la colonia di S. Leopoldina dove nacquero le disgrazie dell’imprenditore.  I suoi coloni, dapprima si ribellarono, poi qualcuno chiese la protezione del governo, altri se ne andarono alla chetichella. Dopo alcuni mesi di disavventure continue, Pietro Tabacchi morì di crepacuore.

Tuttavia, la strada dei coloni veneti era stata aperta." ha sottolineato Ciambetti. " La grande migrazione veneta viene così fatta risalire al 1875, pochi anni dopo l’annessione del Veneto al Regno d’Italia, con la nostra terra colpita da una crisi economica devastante mentre gli agenti brasiliani propagandavano le grandi opportunità della colonizzazione degli Stati del Brasile meridionale, e della Sierra del Rio Grande, spingendo così gli abitanti di intere cittadine del Veneto a cercare miglior vita al di là dell’Oceano.

In quasi 150 anni, non si sono mai spezzati i legami tra i coloni che giunsero dapprima nelle due colonie del Rio Grande do Sul di Conde dÉu e Dona Isabel, oggi Garibaldi e Bento Gonçalves, create dalle autorità brasiliane, a cui si aggiunsero poi la colonia di Nova Palmira, attualmente Caxias do Sul e, nel 1877, la quarta colonia battezzata Silveira Martins, creata vicino a Santa Maria”.

“Non possiamo dimenticare le fatiche, i sacrifici, i dolori sopportati dai nostri emigranti che, come recita una bella canzone dell’emigrazione veneta, hanno realizzato Paesi e Città e fatto degli Stati del Sud il vero motore dell’economia brasiliana, né più, né meno, di quanto il Veneto non sia per l’Italia – ha concluso Roberto Ciambetti - Infatti, che ci si trovi nel Rio Grande do Sul, in Paranà, a Curitiba, soprattutto nel quartiere di Santa Felicita, nello Stato di Santa Caterina, ma anche a San Paolo, è difficile non ritrovare modelli e stili di vita tipicamente veneti.

Durante la parentesi del fascismo, purtroppo, le nostre comunità furono costrette a non parlare la loro lingua e a mutare persino i nomi delle città che avevano fondato: Nova Vicenza, ad esempio, ancora oggi si chiama Farroupilha, anche se ciò può riempirci d’orgoglio visto che questo nome brasiliano ci parla della guerra per l'indipendenza del Rio Grande passata alla storia con il nome di guerra dei Farrapos, o rivoluzione farroupilha, la rivolta degli straccioni.

Proprio nel periodo della Seconda Guerra Mondiale le vessazioni contro le comunità italiane in Brasile furono notevoli, pur tuttavia le nostre comunità seppero resistere anche a questa sfida ed è importante ricordare che al termine della Guerra, il governo brasiliano volle erigere a Caxias do Sul il monumento nazionale per l'Immigrato, che si trova all'ingresso della città.

Nel 1950 venne posata la prima pietra, per volere del presidente Eurico Gaspar Dutra, per onorare gli immigrati italiani in Brasile.

Nel 2008, poi, l’istituzione della Giornata che celebra l’inizio della Grande Migrazione, che viene onorata in maniera importante dal governo brasiliano e dall’Ambasciata brasiliana a Roma, e oggi l’ambasciatore Renato Mosca de Souza rinnova questa tradizione cha ha un fortissimo valore culturale ma anche economico, visti gli importanti rapporti tra l’Italia e il Brasile. E sono veramente tante le storie dei veneti-brasiliani, storie anche di grandi successi, come quella della Tramontina, una delle più importanti società fondata nel 1911 da Enrico e Valentin Tramontina, emigranti veneti, oggi azienda leader mondiale con oltre 10 mila dipendenti, dieci stabilimenti distribuiti nel vasto territorio del Brasile, dove si producono ben 17 mila differenti articoli e, nella sola sede principale di Carlos Barbosa, la bellezza di un milione e 700 mila pezzi al giorno e con distribuzione e vendita in 120 Stati.

Di storie così ce ne sono molte, ma noi siamo chiamati a ricordare il valore dei nostri Emigranti e come essi seppero, pur tra mille difficoltà, essere alla base dello sviluppo del benessere in queste terre lontane, dalle quali non ci divide un oceano ma ci unisce un mare d’affetto. Del resto, i Veneti si sono sempre fatti apprezzare in tutto il Mondo per la loro grande cultura del lavoro e il forte senso della famiglia che li caratterizza.

Ringrazio in particolare l’ambasciatore brasiliano a Roma e l’intero Stato del Brasile per la grande sensibilità che stanno dimostrando in ordine alle celebrazioni per i 150 anni dall’inizio dell’emigrazione italiana in Brasile”. (21/02/2024- ITL/ITNET)

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