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IMMIGRAZIONE - FOCUS SUI MIGRANTI MATURI E ANZIANI DI FONDAZIONE DI VITTORIO E SPI CGIL
(2024-10-04)
La popolazione immigrata in Italia sta mutando le proprie caratteristiche (invecchiamento, seconde generazioni, acquisizioni di cittadinanza, etc.) i cambiamenti sono stati profondi e saranno ancor di più evidenti nel prossimo decennio. Lo afferma una ricerca condotta dalla Fondazione Di Vittorio e dal Sindacato dei Pensionati della CGIL di Torino orientata sul cambiamento dell'immigrazione da giovani migranti di ieri ad anziani migranti di oggi: e le sfide che il sindacato è chiamato ad affrontare
Nel 2024 gli stranieri di età 15-49 anni rappresentano il 59% dei residenti, pari a 3 milioni 131 mila (dal 67,1% del 2010)
Gli stranieri con 50 anni o più sono il 25% : 1 milione 329 mila (erano 459 mila nel 2010) ma crescono soprattutto gli anziani over 64: oggi 357 mila, nel 2010 erano 86 mila.
Dunque, gli immigrati maturi e anziani sono una componente articolata: uomini e donne, «pionieri» e «ricongiunti», nuovi italiani e stranieri, senza dimenticare i differenti profili di lavoratori, pensionandi e pensionati (oltre alle variabili territoriali, socio- occupazionali, differenze n origine nazionale e di cittadinanza, etc.)
Rispetto alla condizione di lavoro e all’accesso al welfare: segregazione occupazionale, gravosità del lavoro in età matura, tutela della salute a prevenzione sanitaria, accesso all’istruzione e formazione dei figli, formazione continua e crescita professionale, integrazione sociale
Diversamente da un approccio esclusivamente quantitativol'immigrazione in Italia offre uno sguardo non segmentato e unitario sull’esperienza migratoria (fasi di vita, condizioni sociali, profili demografici, etc.), ma descrivono i processi di integrazione/cambiamento nel loro farsi, favoriscono uno sguardo intersezionale verso gli aspetti critici ma anche le opportunità e risorse della migrazione, danno conto dell’agency delle persone (scelte, strategie, progetti, successi e insuccessi, etc.), connettono la dimensione individuale a quella collettiva, connettono la dimensione individuale a quella collettiva, migliorare la vita: competenze, aspirazioni, benessere economico, vivere senza paura: guerra, autoritarismo e dittatura, violenza di genere, crisi geopolitiche.
Un gran numero di immigrati, oggi maturi o anziani, lavoratori o pensionati oggi pienamente integrati, hanno cominciato il percorso migratorio da «irregolari», per loro Le «regolarizzazioni» hanno rappresentato una opportunità, sicché hanno vissuto un sequela di permessi di soggiorno .
Il ricongiungimento famigliare ha rappresentato un mezzo di integrazione; come la scuola in Italia: per sé e la futura generazione. Acquisire la cittadinanza non è un percorso facile ed è sentito come una discriminazione dai giovani nati in Italia che hanno comunque seguito il ciclo scolastico obbligatorio ma ancor più da chi si è ritratto sentendosi a priori discriminato.
Il Lavoro irregolare, la ricattabilità, il sottoinquadramento sono elementi che condizionano e mettono in pericolo la salute e sicurezza, determinando conseguenze a lungo termine (previdenziali, occupazionali, cittadinanza). Inoltre, c'è spesso la necessità di acquisire un mestiere, di formarsi e di professionalizzarsi. Infine, il sacrificio - una storia corale - nel lavoro domestico e di cura. Anche se l’evoluzione del lavoro attraverso lo sguardo dei migranti descrive un peggioramento nella sua evoluzione per quanto li riguarda. Anche nell'industria dove esiste una condizione "a più facce (innovazione e arretramento) ed, in fin dei conti, tutti affermano che si è passati da situazioni di facile approdo al mondo del lavoro, siapur con tutti gli aspetti negativi già descritti ma via via migliorabili, ad una crisi che dal primo ventennio del duemila va peggiorando. Oggi trovare lavoro è più complesso e le condizioni sono talvolta "allucinanti".
Per tutti gli immigrati, d'altra parte, il sistema sanitario italiano è un importantissimo valore del sistema sanitario pubblico italiano.
Quanto al razzismo ed alla xenofobia, ovvero alle diverse dimensioni della discriminazione: nelle relazioni sociali e nel territorio (specie nei confronti delle donne): c'è - testimoniano - anche in Italia e si esprime a diversi livelli e condizioni.
Infine, l'incontro con il sindacato: una necessità per le vertenze di lavoro, per il salario, per i diritti. Un incontro con i servizi sindacali per bisogni complessi che riguardano il lavoro, il soggiorno, la cittadinanza" (04/10/2024-ITL/ITNET)
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