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IMMIGRAZIONE - CITTADINANZA e non solo : ANTICIPAZIONI 34° DOSSIER STATISTICO 2024 IDOS "LENTEZZA E COMPLESSITA' BUROCRATICA CARATTERIZZANO IN ITALIA SISTEMA ACCESSO A DIRITTI, BENI E SERVIZI FONDAMENTALI
(2024-10-11)
"La complessità del sistema di cittadinanza e l'esclusione dai diritti fondamentali dei migranti in Italia nel Dossier Statistico Immigrazione 2024 curato dal Centro Studi e Ricerche IDOS" che sarà presentato a Roma il 29 ottobre 2024, alle ore 10.30, presso il Nuovo Teatro Orione. Lo anticipa Eleonora De Nardis su Focus on Africa, testata giornalistica d'informazione ma anche di analisi sul continente africano. Un continente al quale guarda con grande interesse l'Italia ma del quale al di quà del Mediterraneo si conosce ben poco rispetto alla complessa realtà. In Italia, fa presente il Report, il dibattito sulla riforma della legge 91/1992 sulla cittadinanza va avanti da oltre 25 anni, senza mai giungere a una soluzione concreta. Le proposte di modifica, come lo ius soli, lo ius culturae e lo ius scholae, si alternano ciclica-mente, ma ogni tentativo di riforma si è concluso con un nulla di fatto. La norma, considerata ormai obsoleta e inadeguata, continua a limitare l’accesso alla cittadinanza per milioni di stranieri, in particolare per i minori nati o cresciuti in Italia.
Nel biennio 2022-2023 si è registrato un picco di acquisizioni di cittadinanza, con oltre 200mila nuovi cittadini all’anno. Tuttavia, questi numeri sono fuorvianti: si tratta di acquisizioni maturate grazie alle sanatorie avvenute negli anni precedenti e alla residenza continuativa di almeno 10 anni, richiesta per la naturalizzazione ordinaria. Ad esempio, le sanatorie del 2009 e del 2012 hanno regolarizzato centinaia di migliaia di immigrati, molti dei quali sono diventati cittadini solo di recente, dopo un lungo e complesso iter burocratico.
Questa lentezza e complessità burocratica non riguardano solo la cittadinanza, ma si estendono anche all’accesso ai servizi di welfare. I requisiti introdotti dalle amministrazioni locali e nazionali rendono sempre più difficile per gli stranieri usufruire di beni e servizi fondamentali. È emblematico il caso del Reddito di cittadinanza, da cui gli stranieri sono stati in larga parte esclusi a causa della richiesta di 10 anni di residenza continuativa. Lo stesso vale per l’assegnazione delle case popolari, dove spesso è richiesto un periodo di residenza ininterrotta di almeno 5 anni, nonostante le ripetute sentenze della Corte costituzionale che hanno dichiarato queste norme discriminatorie.
Il Dossier Statistico Immigrazione 2024, curato dal Centro Studi e Ricerche IDOS, analizza proprio queste problematiche, sottolineando come le politiche migratorie italiane abbiano progressivamente ristretto i diritti degli immigrati, escludendoli non solo dalla cittadinanza ma anche dall’accesso a misure fondamentali di protezione sociale. Luca Di Sciullo, presidente di IDOS, definisce questo sistema “vessatorio”, evidenziando come le lungaggini burocratiche e i criteri discriminatori impediscano a milioni di stranieri di partecipare pienamente alla vita del Paese.
Un altro aspetto rilevante del rapporto è la situazione dei minori stranieri. In Italia vivono circa 1,3 milioni di giovani con background migratorio, ma solo una minoranza ha acquisito la cittadinanza italiana. Nel periodo 2018-2023, circa 43mila minorenni all’anno sono diventati cittadini italiani, una cifra molto inferiore rispetto al numero di bambini nati in Italia o che hanno frequentato le scuole italiane. Ad esempio, dei quasi 915mila studenti stranieri iscritti nelle scuole italiane, due su tre sono nati in Italia, ma la maggior parte di loro rimane ancora legalmente straniera.
In aggiunta, il rapporto IDOS evidenzia come la discriminazione indiretta colpisca in modo particolare le donne straniere, soprattutto quelle impiegate nel settore domestico. La Legge 213/2023, ad esempio, limita l’esonero dai contributi previdenziali alle sole lavoratrici italiane con tre o più figli, escludendo quelle straniere, che sono la maggioranza nel settore del lavoro domestico e hanno una maggiore incidenza di contratti a termine.
Le politiche discriminatorie si estendono anche all’accesso agli Albi professionali. La Legge 55/2024 esclude i cittadini non comunitari dagli Albi dei pedagogisti e degli educatori, imponendo condizioni di reciprocità con i Paesi d’origine, e ciò rappresenta un ulteriore ostacolo per molti stranieri qualificati che vogliono lavorare in Italia. Un caso simile riguarda il bonus patente per autotrasportatori, che ha escluso i cittadini non comunitari per i primi due anni di applicazione, nonostante una sentenza del Tribunale di Torino che ha imposto di riammetterli.
Infine, il rapporto denuncia i cronici ritardi burocratici nelle pratiche di rilascio dei permessi di soggiorno, nei visti e nelle autorizzazioni. Questi ritardi possono durare anni, compromettendo gravemente la vita degli immigrati, che spesso si vedono impossibilitati a ottenere un impiego, accedere ai servizi sanitari o ricevere bonus e sussidi destinati alle famiglie indigenti.
In sintesi, l’immigrazione in Italia continua a essere caratterizzata da un sistema di esclusione che colpisce non solo i diritti di cittadinanza, ma anche l’accesso ai servizi sociali. Il rapporto IDOS sottolinea l’urgenza di una riforma legislativa e amministrativa che garantisca un trattamento più equo e inclusivo per i milioni di stranieri che vivono e lavorano nel Paese. (11/10/2024-ITL/ITNET)
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