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ITALIANI.ITALIANI ALL'ESTERO - 27° CONGRESSO ACLI - SEGR.PD SCHLEIN: "LA LIBERAZIONE DEGLI OSTAGGI E LA FINE DELLE SOFFERENZE DEVONO ESSSERE AFFIANCATE DA UNA VERA INIZIATIVA DI PACE"

(2024-11-29)

  La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, è intervenuta questo pomeriggio ai lavori del 27° Congresso nazionale delle ACLI, in corso a Roma fino al 1 dicembre. “È una gioia essere qui e partecipare a questo momento così importante per la storia delle ACLI, una storia di passione e impegno civile che attraversa otto decenni,” ha dichiarato Schlein. “In un tempo in cui la società si è sfilacciata e fram-mentata a causa di crisi intrecciate – economica, pandemica, climatica e bellica – il ruolo delle ACLI come corpo intermedio è più che mai fondamentale per ricostruire legami e dare risposte ai bisogni delle perso-ne.”

La segretaria del PD ha dedicato particolare attenzione al tema della pace, sottolineando l'urgenza di superare la “normalizzazione della guerra” e il rischio di polarizzazione che essa porta con sé. “Il cessate il fuoco in Libano è una buona notizia, ma non possiamo dimenticare il massacro in corso e i tanti innocenti coinvolti nel conflitto. La liberazione degli ostaggi e la fine delle sofferenze devono essere affiancate da una vera iniziativa di pace. In questo, purtroppo, non abbiamo visto uno sforzo politico sufficiente da parte dell’Unione Europea per fermare i conflitti in Medio Oriente e in Ucraina.”

Schlein ha ribadito la necessità di perseguire la soluzione dei “due popoli, due Stati” come unica via per la pace tra Israele e Palestina. “La negazione di questa prospettiva da parte del governo israeliano non può essere accettata. È urgente riconoscere lo Stato di Palestina: il popolo palestinese ha diritto a vivere nel proprio Paese, e noi dobbiamo fare di più per sostenere questa causa.”

Ampio spazio è stato dedicato alla questione della sanità pubblica, un tema che, come ricordato da Schlein, preoccupa milioni di italiani e italiane. “Quattro milioni e mezzo di persone nel nostro Paese hanno rinunciato a curarsi. Questo dato rappresenta il fallimento di un sistema che lascia indietro chi non può pagare. La sanità del futuro deve essere di prossimità, con più assistenza domiciliare e una legge nazionale per i caregiver. Dobbiamo mettere la cura al centro: salute mentale, prevenzione e un sistema sanitario che dialoghi con i territori sono le chiavi per contrastare le disuguaglianze.”

Schlein ha anche criticato i tagli agli enti locali, che stanno penalizzando i servizi sociali. “I comuni faticano a pagare gli assistenti sociali, mentre la povertà cresce. Serve una visione che investa nel sociale, perché la povertà non è una colpa individuale, ma il fallimento di un’intera società.”

Sul fronte del lavoro, Schlein ha posto l’accento sulla necessità di un salario minimo, denunciando la precarietà come uno dei principali ostacoli alla crescita economica e sociale. “In Italia si può essere poveri anche lavorando: questo è inaccettabile. La precarietà colpisce soprattutto giovani e donne, generando un tasso di natalità tra i più bassi in Europa. È tempo di introdurre un congedo paritario retribuito e di creare condizioni lavorative che favoriscano la stabilità e l’emancipazione.”

Richiamando l’enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco, Schlein ha sottolineato il legame indissolubile tra giustizia sociale e giustizia climatica. “L’emergenza climatica colpisce i più fragili e deve essere affrontata con coraggio. Non possiamo ignorare il grido della terra e dei poveri. Anche in questo, il ruolo del Terzo Settore è fondamentale. Non possiamo ricordarci di associazioni come le ACLI solo durante le emergenze: dobbiamo sostenerle ogni giorno.”

Schlein ha affrontato infine il tema dell’immigrazione e della cittadinanza alle seconde generazioni: “Chi entra in Italia entra in Europa: l’accoglienza deve essere condivisa da tutti i Paesi membri. Non possiamo tollerare che alcuni Stati godano dei benefici dell’Unione Europea senza assumersi le responsabilità. Non voglio più sentire un ministro parlare di bambini stranieri nelle classi. Non esistono bambini stranieri e italiani: esistono bambini. La scuola è la prima leva di emancipazione e inclusione, e va difesa come istituzione pubblica e democratica. Dobbiamo garantire che chi nasce e cresce qui si senta parte di questa comunità a pieno titolo, senza discriminazioni.  È stato un errore della sinistra non portare a termine la riforma sulla cittadinanza quando ce n’era l’opportunità”.

In conclusione, ha ringraziato le ACLI per il loro impegno. “In un mondo diviso, la vostra scelta di parte – quella dei più piccoli della storia – ci sprona a fare di più. Siamo convinti che nessuno si salva da solo.  La dignità delle persone, tutte, deve essere il centro delle nostre azioni. Insieme possiamo costruire un’Italia più giusta, dove nessuno si senta solo.” (29/11/2024-ITL/ITNET)

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