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ITALIANI.ITALIANI ALL'ESTERO - UCRAINA - ISPI H24: L'EUROPA ESITA, LA RUSSIA GUADAGNA TERRENO. LA PACE APPARE FUORI PORTATA NELL'IMMEDIATO FUTURO"
(2025-04-11)
In un momento di incertezza sul ruolo degli USA, i Paesi europei rilanciano il sostegno a Kiev con un pacchetto record di aiuti militari, ma rimangono divisi sull'idea di forza peacekeeping. E' l'estrema sintesi sulla situazione dell'ISPI che analizza gli ultimi avvenimenti:
"Due summit in due giorni. L'Europa continua a interrogarsi sul proprio ruolo nella guerra in Ucraina ea cercare di gettare le basi per una propria autonomia strategica, ma anche per il sostegno concreto a Kiev. Sul fronte delle forze di interposizione, l '“Europa dei volenterosi” procede con cautela , rallentata da assenze pesanti e divisioni interne. Sul piano dell'assistenza militare, invece, si registrano passi avanti significativi, con la consapevolezza che prima ancora di pensare a un possibile scenario post-bellico, sia necessario fare in modo che Kiev ci arrivi non da sconfitta .
"La nostra pianificazione è concreta e sostanziale. I nostri piani sono ben sviluppati e abbiamo obiettivi chiari per l'Ucraina." Con queste parole il segretario alla Difesa del Regno Unito, John Healey, ha aperto l'incontro del 10 aprile al quartier generale della NATO a Bruxelles , affiancato dai suoi omologhi di altri 30 Paesi. L'Europa dei volenterosi, guidata da Francia e Regno Unito, si è riunita per discutere l'eventuale dispiegamento di una forza di peacekeeping in Ucraina , da attivare dopo un possibile accordo di pace tra Kiev e Mosca. L'incontro segue la recente visita a Kiev di una delegazione franco-britannica, che ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il ministro della Difesa Rustem Umerov ei vertici militari per definire i contorni della pianificazione.
Tuttavia, nonostante il tono deciso del ministro britannico, resta una forte incertezza , amplificata da un'assenza simbolica : la sedia vuota degli Stati Uniti al tavolo di Bruxelles . La speranza dei partner europei è che tale assenza non anticipi un futuro privo del sostegno americano. L'amministrazione di Donald Trump ha già dichiarato la propria indisponibilità a far parte della coalizione , ma i partecipanti europei restano fiduciosi di ottenere almeno una “garanzia” indiretta da Washington, considerata essenziale per concretizzare qualsiasi dispiegamento. Proprio per questo, i leader stanno cercando di incanalare gli sforzi all'interno di una cornice NATO, con l'obiettivo di favorire il coinvolgimento – seppur limitato – degli Stati Uniti.
Più di un ostacolo? I colloqui si sono svolti mentre gli sforzi diplomatici americani per favorire un accordo tra Russia e Ucraina sembrano perdere lo slancio. Da un lato, ciò è dovuto alla persistente riluttanza di Mosca ad accettare compromessi e alla intensificazione degli attacchi. Dall'altro, sembra che la testa dell'amministrazione Trump sia altrove oggi, concentrata su una guerra commerciale intermittente che sta destabilizzando i mercati globali.
L'assenza degli Stati Uniti, tuttavia, non è l'unico problema dell'Europa dei volenterosi, che deve fare i conti anche con divisioni interne. Il presidente francese Emmanuel Macron ha sottolineato che non tutti i Paesi partecipanti erano d'accordo sulle modalità di intervento, precisando che il contributo previsto andrebbe ben oltre la presenza militare sul campo, includendo capacità logistiche e di intelligenza. Alcuni Stati, come Polonia e Grecia, hanno dichiarato di non poter inviare truppe, citando rispettivamente le minacce provenienti da Bielorussia e Turchia. I ministeri presenti, poi, si sono rifiutati di fornire dettagli su numeri o tempistiche relativi a un potenziale dispiegamento. Il ministro della Difesa lettone, Andris Spr?ds, ha ribadito il senso di urgenza condiviso da tutti i presenti, ma ha ammesso anche che senza i contorni di un eventuale accordo di pace è difficile definire concretamente i contributi di ciascun Paese.
Un altro tentativo? In un clima ancora denso di incertezze, oggi a Bruxelles si è svolto un nuovo incontro, stavolta del Gruppo di Contatto per la Difesa dell'Ucraina – noto anche come Gruppo Ramstein. Hanno partecipato circa 50 nazioni, con l'obiettivo e analizzare l'evoluzione sul campo, individuare le necessità più urgenti e definire le modalità di supporto più efficaci per Kiev. Anche in questa occasione, gli Stati Uniti sono sembrati defilarsi: è stata la prima volta dalla creazione del gruppo nel 2022 che il capo del Pentagono non ha partecipato fisicamente . Queste assenze ribadiscono come dall'arrivo di Trump il sostegno degli USA alla causa Ucraina sia stato profondamente rimesso in discussione. Oltre allo scontro in mondovisione tra Zelensky e il duetto Trump-Vance , a cui è seguita la parziale interruzione della condivisione di informazioni di intelligence da parte degli Stati Uniti, è ormai da gennaio che Washington non ha più stanziato nuovi pacchetti di assistenza a Kiev.
L'Ucraina, nel frattempo, continua a sollecitare per avere nuovi sistemi di difesa aerea, resi ancora più urgenti dai recenti attacchi russi su obiettivi civili. In questo contesto, i Paesi europei si trovano costretti a prendere l'iniziativa , sia per costruire un futuro post-bellico sia per accelerare la fine del conflitto. Se la coalizione dei volenterosi procede a rilento, l'incontro di oggi ha portato a un nuovo slancio negli aiuti militari all'Ucraina, con l'annuncio di nuovi impegni per 21 miliardi di euro, una cifra definita da Healey come un “aumento record”. La Germania ha annunciato un pacchetto pari a 11 miliardi di euro in supporto militare all'Ucraina fino al 2029, comprendente sistemi missilistici IRIS-T e missili PATRIOT. Regno Unito e Norvegia, invece, forniranno congiuntamente circa altri 542 milioni di euro in aiuti militari, destinati alla manutenzione di veicoli, sistemi radar, mine anticarro e centinaia di migliaia di droni.
La Russia prepara un'offensiva? Nel frattempo, sul campo di battaglia, la Russia sembra tutt'altro che intenzionata ad aprire al dialogo . Il comandante delle forze armate ucraine, Oleksandr Syrskyi, ha dichiarato in un'intervista che Mosca ha lanciato una nuova offensiva nel nord-est dell'Ucraina, in particolare nella regione di Kharkiv, dove è già stato registrato un aumento degli attacchi. Secondo fonti ucraine e analisi internazionali, il Cremlino sarebbe pronto ad aumentare la pressione militare nelle prossime settimane, sia per guadagnare vantaggi tattici sia per rafforzare la propria posizione negoziale. L'Institute for the Study of War suggerisce che Mosca sta rallentando volontariamente il dialogo con Washington, non avendo interesse ad oggi nel negoziare condizioni che considerino anche le esigenze di Kyiv. Con l'arrivo della primavera, tradizionalmente favorevole a nuove operazioni, la Russia potrebbe cogliere infatti l'occasione per consolidare i propri vantaggi, testare la resistenza ucraina e imporre unilateralmente i termini di un futuro negoziato. In questo scenario, il supporto internazionale resta cruciale per evitare che Mosca prenda il controllo del processo diplomatico e per riequilibrare le forze in campo. ? Il commento di Antonio Missiroli , Senior Advisor dell'ISPI
"Mentre l'inviato di Trump Steve Witkoff si consulta con Putin, gli alleati riuniti al QG della NATO (senza Pete Hegseth) hanno promesso altri 21 miliardi di euro di aiuti militari diretti per Kiyv. La prospettiva di una 'coalizione di volonterosi' da dispiegare in Ucraina sembra invece meno vicina, con le forze russe di nuovo all'offensiva nella regione di Kharkov, tanto che il ministro della difesa tedesco Boris Pistorius, a Bruxelles, ha dichiarato che “la pace appare fuori portata nell'immediato futuro”. (11/04/2025-iTL/ITNET)
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