Sponsor
|
IMMIGRAZIONE - IL GIUBILEO DEI MIGRANTI E LA TRAPPOLA DEL DEBITO PUBBLICO (1,8 TRILIONI): SE NE PARLA IL 4 OTTOBRE ALLA PRESENTAZIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE 2025
(2025-09-22)
Il 4 e 5 ottobre la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato si celebra in concomitanza con il Giubileo dei migranti. Una scelta di papa Leone, che incentra il suo messaggio sulle disuguaglianze globali. Sulle quali grava sempre di più il “macigno del debito” (1,8 trilioni in totale), come scrive p. Giulio Albanese nel Dossier Immigrazione 2025" anticipa Antonio Ricci, vice Presidente di IDOS, facendo presente che:
" Esprimendosi anche in relazione a questo tema Leone XIV, fin dall’inizio del suo pontificato, ha già messo il dito sulla piaga denunciando le disuguaglianze globali. Il papa ha invitato a riflettere “su una possibile remissione del debito pubblico e del debito ecologico”, rilanciando un tema già al centro del suo messaggio per la Giornata Mondiale della Pace. L’appello è diretto e senza giri di parole: costruire ponti tra Paesi ricchi e Paesi poveri, e farlo mettendo al centro giustizia sociale, ecologica e ambientale." - afferma Ricci "È un richiamo che non nasce dal nulla, ma si innesta in una riflessione critica maturata nel corso dei decenni.
" Come ricorda padre Giulio Albanese nel suo contributo (Dal sogno dello sviluppo alla trappola del debito: l’Africa nell’era della finanza speculativa) al Dossier statistico immigrazione 2025, che sarà presentato a Roma il 4 novembre prossimo, alcune intuizioni restano sorprendentemente attuali anche a distanza di decenni. Già nel 1962, Raymond Aron avvertiva in Pace e guerra tra le nazioni che “l’ineguaglianza tra le nazioni assumerà il ruolo della lotta di classe”. Oggi, guardando all’Africa, agli sbarchi e ai muri eretti alle frontiere dell’Europa, quelle parole suonano più profetiche che mai.
I dati lo confermano. Secondo le elaborazioni IDOS per il Dossier 2025, i migranti nel mondo hanno raggiunto quota 304 milioni. Non fuggono soltanto da guerre e catastrofi – che pure, solo nel 2024, hanno costretto 65 milioni di persone alla fuga – ma anche da un divario economico e simbolico reso ancora più insostenibile dalla globalizzazione. Il Nord del pianeta, con appena 1,4 miliardi di abitanti (un sesto della popolazione mondiale), concentra quasi la metà del Pil globale; il Sud, con 6,8 miliardi di abitanti, deve spartirsi il restante 56%, con un Pil pro capite quattro volte più basso (15.800 dollari contro i 62.800 del Nord).
Ecco perché, come sottolinea ancora padre Albanese, i modelli di consumo planetari amplificano la percezione della distanza tra chi ha e chi non ha. Non sorprende allora che – al di fuori delle migrazioni forzate – molti migranti provengano non dai Paesi più poveri, ma da quelli intrappolati in una “terra di mezzo” dello sviluppo.
Su questo scenario pesa come un macigno il nodo del debito. I condoni promessi negli anni ’90 sono stati presto rimpiazzati da nuovi prestiti privati, spesso più onerosi e speculativi. Risultato: solo l’Africa paga oggi interessi fino a quattro volte superiori rispetto ai Paesi ricchi, per un debito che sfiora i 1,8 trilioni di dollari. Un fardello che soffoca welfare, infrastrutture e prospettive di futuro.
Dietro queste cifre si nasconde una realtà durissima: economie fragili, schiacciate dalla finanza speculativa, costrette a svendere risorse e a rinunciare a investimenti essenziali. Un meccanismo che alimenta disuguaglianze, instabilità e, inevitabilmente, nuove migrazioni.
La Santa Sede lo ha detto chiaramente già nel 2018, nel documento Oeconomicae et pecuniariae quaestiones: servono regole per fermare la speculazione e riportare etica nella finanza globale. Una raccomandazione semplice ma potente, che attraversa come un filo rosso l’intero Dossier: se non affrontiamo le radici strutturali delle disuguaglianze, continueremo a rincorrerne gli effetti senza mai toccarne le cause. È un monito che ritorna pagina dopo pagina, che pervade analisi e testimonianze, e che ci costringe a guardare in faccia la realtà: senza giustizia globale, non ci sarà mai pace duratura." conclude il vice Presidente di IDOS, Antonio Ricci.
-----------------------------------------------------------------
Il Centro Studi e Ricerche IDOS nasce, come cooperativa e casa editrice, nel 2004 dall’originario gruppo dei ricercatori operanti presso la Caritas di Roma per la realizzazione del Dossier Statistico Immigrazione, il primo rapporto organico annuale, di carattere socio-statistico, sull’immigrazione in Italia (la prima edizione è del 1991). A questa pubblicazione principale, IDOS ha affiancato, nel tempo, altri annuari socio-statistici (l’Osservatorio Romano sulle Migrazioni, il Rapporto Immigrazione e Imprenditoria, e – dal 2001 al 2013 – il Rapporto sugli Indici di integrazione degli immigrati in Italia, realizzato per conto del CNEL) e pubblicazioni tematiche.
Dal 2013, i soci del Centro Studi e Ricerche IDOS aderiscono anche all’Associazione di promozione sociale IDOS, che tra i propri scopi ha quello di promuovere attività di sensibilizzazione in materia di immigrazione, integrazione dei migranti e lotta alle discriminazioni, anche attraverso la diffusione delle pubblicazioni del Centro Studi.
La redazione centrale si compone di un’équipe stabile di 9 operatori ed è coadiuvata da un gruppo di redattori e referenti regionali con i quali si coordina per pianificare e realizzare le proprie numerose iniziative di ricerca e di sensibilizzazione.
In particolare, ogni anno IDOS promuove, organizza e realizza convegni, seminari, dibattiti e interventi formativi (anche fino a 200 all’anno) sui temi legati alle migrazioni, impegnandosi soprattutto in campagne di sensibilizzazione imperniate sulla presentazione delle proprie pubblicazioni in tutta Italia e talora anche all’estero, grazie alla collaborazione dei propri redattori e referenti regionali, delle strutture pubbliche coinvolte e di vari enti del terzo settore interessati.
Per tutte le proprie pubblicazioni, il Centro Studi si avvale della collaborazione di un’ampia rete di studiosi, ricercatori e accademici, collaborando con enti istituzionali, strutture pubbliche, organizzazioni internazionali, enti locali e soggetti del terzo settore, nella convinzione che solo dalla sinergia tra istituzioni pubbliche, privato sociale e cittadinanza possano scaturire politiche di immigrazione e di integrazione efficaci. (22/09/2025-ITL/ITNET)
|
Altri prodotti editoriali
Contatti

|