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IMMIGRAZIONE - LIBIA -DALL' UNHCR: A ROMA 119 RIFUGIATI VULNERABILI :90 UOMINI, 19 DONNE E 8 NUCLEI FAMILIARI PROVENGON DA ETIOPIA, SIRIA, SOMALIA, SIDA E SU SUDAN

(2024-07-29)

  Sono atterrati oggi all’aeroporto di Roma Fiumicino Leonardo Da Vinci 119 rifugiati vulnerabili evacuati dalla Libia, tra cui 90 uomini, 18 donne sole e 8 nuclei famigliari. Le persone provengono da Eritrea, Etiopia, Siria, Somalia, Sudan e Sud Sudan.

Quello di oggi è il terzo volo effettuato in seguito al protocollo firmato nel dicembre 2023 da Ministero dell’Interno, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Agenzia ONU per i Rifugiati (UNHCR), ARCI, Comunità di Sant’Egidio, Federazione delle Chiese Evangeliche e INMP. Il protocollo prevede l’evacuazione in Italia di 1.500 rifugiati dalla Libia nell’arco di tre anni.

Il protocollo rinnova l’impegno avviato dall’Italia nel 2017, che ha già permesso l’accoglienza di circa 1.509 persone provenienti dalla Libia tramite meccanismi di evacuazione o corridoi umanitari.

I beneficiari di questi canali sono persone costrette a fuggire dai loro paesi a causa di guerre e violenze e che si trovano temporaneamente in Libia. Tra loro vi sono bambini, donne vittime di tratta, persone sopravvissute alla violenza e alla tortura e persone in gravi condizioni di salute, selezionate dall’UNHCR.

Dopo l’arrivo, 102 persone saranno accolte nei centri del Sistema Accoglienza e Integrazione (SAI), mentre le restanti 17 saranno accolte dall’ARCI nei loro circoli rifugio.

Dal 2017, l’UNHCR ha evacuato o reinsediato in Italia 1579 rifugiati e richiedenti asilo dalla Libia. L’UNHCR stima che nel 2024 più di 2,4 milioni di rifugiati avranno bisogno di reinsediamento a livello globale, un aumento del 20% rispetto al fabbisogno del 2023, che riguardava 1,47 milioni di persone.

I canali regolari e sicuri come le evacuazioni di emergenza, i corridoi umanitari, il reinsediamento e il ricongiungimento familiare permettono ai rifugiati di ricostruire un futuro dignitoso, evitando pericolosi viaggi nelle mani dei trafficanti. Questi canali rappresentano anche un segnale di solidarietà verso i paesi a basso e medio reddito che ospitano il 75% dei rifugiati nel mondo. (29/07/2024-ITL/ITNET)

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