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ITALIANI.ITALIANI ALL'ESTERO - VAJONT: ARCHIVIO A BELLUNO. SODDISFAZIONE REGIONE VENETO E COMUNITA' LOCALE
(2024-08-13)
“I 5205 documenti processuali relativi alla tragedia del Vajont resteranno per sempre custoditi a Belluno, nell’Archivio di Stato”. Lo comunica il Sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi, che aggiunge:
“Il decreto, firmato dal Direttore generale Archivi, Antonio Tarasco, stabilisce la destinazione del fascicolo che, riportandolo a casa, onorerà la memoria delle vittime e contribuirà a rafforzare l’identità culturale e la coesione sociale della comunità bellunese. La memoria è un moto attivo, è la capacità di dare un luogo fisico alla storia. La digitalizzazione del fascicolo, inoltre, aiuterà a tenere vivo quel ricordo per tutti gli italiani”.
La copia digitale integrale del fascicolo è consegnata all’Archivio di Stato de L’Aquila: l’intervento di digitalizzazione è stato realizzato nell’Archivio di Stato di Belluno, mentre la pubblicazione nei sistemi archivistici nazionali è stata curata dall’Istituto centrale per gli Archivi. Il fascicolo processuale rappresenta una fonte imprescindibile per la memoria collettiva, riconosciuta anche dall’UNESCO che nel 2023 ha inserito i documenti e i materiali probatori dei processi penali per il disastro della diga del Vajont del 9 ottobre 1963 nel Registro Internazionale Memoria del Mondo.
Il fascicolo raccoglie 257 buste di documentazione prodotta sia dal Tribunale di Belluno sia da quello dell’Aquila e dalla Corte di Appello dell’Aquila dove, tra il novembre del 1968 e l'ottobre del 1970, si svolse il processo. Tale documentazione era custodita nell’Archivio di Stato de L’Aquila, dove era iniziato un intervento di inventariazione e digitalizzazione sospeso a seguito del grave terremoto che il 6 aprile 2009 colpì la città.
Per consentire la ripresa delle attività, i sindaci dei Comuni di Longarone, L’Aquila, la Direzione generale Archivi e i direttori degli Archivi di Belluno e L'Aquila il 4 dicembre 2009 sottoscrissero un protocollo d’intesa finalizzato al trasferimento temporaneo nell'Archivio di Stato di Belluno del fascicolo processuale e alla realizzazione di un archivio con riproduzione della documentazione relativa al “Fondo Vajont”.
“La Regione del Veneto accoglie con grande soddisfazione la notizia del trasferimento definitivo delle migliaia di documenti processuali relativi alla tragedia del Vajont presso l'Archivio di Stato di Belluno. Questo importante risultato, ottenuto grazie all'impegno congiunto di istituzioni locali e nazionali, rappresenta una vittoria significativa per la memoria collettiva della nostra comunità. Ed è nel segno della preziosa testimonianza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, che ha voluto essere al fianco delle comunità colpite, a Longarone ed a Erto, durante la sua recente visita in occasione dell’anniversario del Vajont”. Sono le parole del Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, dopo aver appreso la notizia confermata dal S ottosegr. Mazzi che gli archivi processuali resteranno nel capoluogo bellunese.
"La permanenza a Belluno del fascicolo processuale del Vajont è una conquista che onora la memoria delle vittime e rafforza l'identità culturale del nostro territorio," prosegue il Presidente Zaia. "Per anni, la Regione del Veneto si è battuta affinché questo prezioso patrimonio documentale rimanesse in loco, dove appartiene, ed è con grande entusiasmo che oggi vediamo realizzato questo obiettivo".
Zaia ha, inoltre, ricordato l'importanza di questa decisione non solo per la memoria delle vittime, ma anche per la coesione sociale della comunità bellunese e per tutti coloro che hanno subito gli effetti devastanti di quella tragedia. "La Regione del Veneto è pronta a impegnarsi ulteriormente, affiancando le istituzioni locali in un grande progetto di divulgazione. È necessario rendere questi documenti accessibili e conosciuti da un pubblico più ampio, affinché la memoria del Vajont possa essere tramandata alle future generazioni".
Il Presidente Zaia ha, infine, sottolineato che la Regione del Veneto non si limiterà a supportare la conservazione fisica dei documenti, ma si impegnerà anche nella promozione di iniziative culturali ed educative che valorizzino questo patrimonio. "Ora più che mai, è nostro dovere trasformare questo archivio in un centro vitale di memoria e riflessione, affinché la tragedia del Vajont continui a essere un monito per tutti noi. La Regione del Veneto ribadisce la propria disponibilità a collaborare attivamente con tutte le istituzioni coinvolte per garantire che la storia del Vajont rimanga viva e accessibile, per non dimenticare mai ciò che è accaduto e per onorare degnamente la memoria delle vittime”, conclude il Presidente Zaia.
Il fascicolo processuale rappresenta una fonte imprescindibile per la memoria collettiva, riconosciuta anche dall’UNESCO che nel 2023 ha inserito i documenti e i materiali probatori dei processi penali per il disastro della diga del Vajont del 9 ottobre 1963 nel Registro Internazionale Memoria del Mondo.
Il fascicolo raccoglie 257 buste di documentazione prodotta sia dal Tribunale di Belluno sia da quello dell’Aquila e dalla Corte di Appello dell’Aquila dove, tra il novembre del 1968 e l'ottobre del 1970, si svolse il processo. Tale documentazione era custodita nell’Archivio di Stato de L’Aquila, dove era iniziato un intervento di inventariazione e digitalizzazione sospeso a seguito del grave terremoto che il 6 aprile 2009 colpì la città.
Per consentire la ripresa delle attività, i sindaci dei Comuni di Longarone, L’Aquila, la Direzione generale Archivi e i direttori degli Archivi di Belluno e L'Aquila il 4 dicembre 2009 sottoscrissero un protocollo d’intesa finalizzato al trasferimento temporaneo nell'Archivio di Stato di Belluno del fascicolo processuale e alla realizzazione di un archivio con riproduzione della documentazione relativa al “Fondo Vajont”.
Adesso, dopo oltre 3 lustri, le operazioni di digitalizzazione sono state concluse. Di conseguenza, la Direzione generale Archivi ha ritenuto di dover affidare in via definitiva all'Archivio di Stato di Belluno il fascicolo processuale cartaceo, ormai fruibile da remoto. La presenza della parte documentale va ad integrare quella delle testimonianze materiali costituite dai materiali probatori, già disponibili per la fruizione al Museo del Vajont, ricostituendo, in un percorso unico, l'unità delle testimonianze e rappresentando un presidio di memoria nei luoghi del disastro. Inoltre, l’attuale condizione dell'Archivio di Stato de L'Aquila, trasferito a Bazzano, nella periferia est della città, in locali provvisori in attesa dell'adeguamento funzionale della sede permanente fa sì che il trasferimento del “Fondo Vajont” da Belluno a L'Aquila, inevitabilmente transitorio, comporterebbe ulteriori costi, rischiando di pregiudicare lo stato di conservazione della documentazione cartacea. “Finalmente, dopo ben 17 anni si conclude il lavoro di inventariazione, digitalizzazione e metadatazione di tutti gli atti processuali che testimoniano la tragedia del Vajont. È stato un impegno notevole da parte dei nostri Archivi e dell’Istituto centrale degli Archivi che consente a chiunque di consultare quegli atti anche da remoto”, ha commentato il Direttore generale Archivi, Antonio Tarasco. (13/08/2024-ITL/ITNET)
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