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LAVORO - ITALIANI IN SVIZZERA - LA FCLIS SOSTIENE MANIFESTAZIONE SINDACALE NAZIONALE DEL 21 SETTEMBRE PER "L'AUMENTO DEI SALARI. NO AL TAGLIO DELLE PENSIONI (RIFORMA LPP)

(2024-09-10)

­" La FCLIS (Federazione delle Colonie Libere Italiane in Svizzera) sostiene la manifestazione sindacale del 21 settembre per l’aumento dei salari. Allo stesso tempo, rifiuta chiaramente la riforma della LPP, che sarà sottoposta al voto il 22 settembre.

Si legge in una nota "I salari reali sono diminuiti in quasi tutti i rami professionali. Tutto sta diventando più caro, soprattutto per le persone e le famiglie a basso reddito. Così, sta diventando sempre più difficile arrivare alla fine del mese. Ciò è inaccettabile in un contesto in cui la disuguaglianza salariale è ulteriormente aumentata, come mostra uno studio di Unia: nel 2023, all’interno di 36 grandi aziende svizzere esaminate, il rapporto tra il salario più basso e quello più elevato si attestava in media a 1:143, rispetto al rapporto di 1:139 dell’anno precedente. Ciò significa che la persona con il salario più basso dovrebbe lavorare 143 anni per raggiungere il salario annuale dell’amministratore delegato.

I sindacati chiedono, quindi, un aumento dei salari e organizzano una manifestazione nazionale. La FCLIS appoggia questa iniziativa e i suoi membri saranno al fianco di migliaia di persone preoccupate sulla Piazza federale a Berna il 21 settembre per sostenere le rivendicazioni dei sindacati.

PER ULTERIORI CHIARIMENTI : https://www.italiannetwork.it/news.aspx?ln=it&id=79240.

"Il 22 settembre il popolo svizzero voterà sulla riforma della LPP (Secondo pilastro, Casse pensioni). I sindacati hanno lanciato un referendum contro questa riforma e hanno raccolto oltre 140’000 firme, quasi tre volte il numero richiesto. Le rendite delle casse pensioni sono in calo da anni. E ora il Parlamento vuole introdurre ulteriori tagli.

Con la legge sulla LPP proposta, gli assicurati potranno vedere ridotta la loro pensione fino a 3’200 franchi all’anno e dovranno pagare molto di più. Le donne e le persone a basso reddito saranno particolarmente colpite. Dovranno versare ai fondi pensione contributi salariali molto più elevati, fino a 2’400 franchi all’anno. E senza garanzia che le loro rendite migliorino. Inoltre, la prevista riduzione del tasso di conversione ridurrà il rendimento garantito per tutti.

Le rendite delle casse pensioni sono in calo da anni e per molti lavoratori sono troppo basse. Con la riforma della LPP gli assicurati non solo rischiano di ricevere una rendita ancora più magra (fino a 3200 franchi all’anno in meno), ma dovranno per giunta versare ogni anno 2,1 miliardi di franchi in più alle casse pensioni.

In sintesi, gli assicurati pagheranno di più ma riceveranno rendite più basse. A beneficiarne sarà invece l’industria finanziaria, che continuerà a guadagnare miliardi a scapito degli assicurati.

Da anni le rendite delle casse pensioni sono in calo, eppure i contributi non sono mai stati così elevati. La riforma della LPP comporterà tagli alle rendite fino a 3200 franchi all’anno a fronte di aumenti delle deduzioni salariali obbli­gatorie. I costi salariali aumenteranno fino a 2400 franchi all’anno.
Questa riforma risulta costoso soprattutto per le donne, che saranno chiamate pesantemente alla cassa e vedranno calare ulteriormente il loro salario netto. Ciononostante, a molti non viene garantita una rendita di vecchiaia maggiore. Infatti permane l’enorme lacuna pensionistica nel secondo pilastro dovuta a interruzioni dell’attività occupazionale e alla distribu­zione iniqua del lavoro non retribuito.
Affermano i sindacati svizzeri:
Oggi banche, manager ed esperti intascano ogni anno oltre 7 miliardi dei nostri contributi LPP. Negli ultimi dieci anni, i costi di gestione patri­ moniale sono raddoppiati. La fregatura della LPP non cambia le cose, anzi:
si attingerà ancora più profondamente dalle nostre tasche. Allo stesso tempo, la riforma aumenterà la burocrazia nelle casse pensioni e le decisioni arbitrarie sulle rendite.
Ma la riforma interessa anche i benefi­ciari di rendite, visto che non garantisce la compensazione del rincaro.
Negli ultimi tre anni il carovita ha eroso oltre il 5 per cento del potere d’acquisto delle rendite, pari a 100 franchi al mese circa per una rendita LPP media. I pensionati sono costretti a fare sempre più rinunce. Da decenni il Parlamento promette di trovare una soluzione, ma nemmeno questa riforma vi pone rimedio. Le attuali rendite perderanno ulteriormente valore.
La fase dei tassi d’interesse bassi è terminata, le casse pensioni stilano ottimi bilanci e le loro riserve sono colme, ma con la riforma dovremo pagare di più per ottenere di meno.
È sbagliato e inutile. NO alla fregatura della LPP!. affermano Pierre-Yves Maillard, Presidente USS e Gabriela Medici,Segre-
taria centrale USS "(10/09/2024-ITL/ITNET)

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