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LAVORO - ITALIANI IN SVIZZERA / A BERNA MANIFESTAZIONE NAZIONALE SINDACALE 21 SETTEMBRE PER L'INCREMENTO DEI SALARI: INTERVENTO PRES. SINDACATO UNIA ALLEVA. " LA PIATTAFORMA SINDACALE

(2024-09-10)

La Presidente del sindacato UNIA intervenendo ad una conferenza stampa odierna indetta dai sindacati ha illustrato le ragioni della manifestazione sindacale nazionale

"L’evoluzione dei salari in Svizzera è allarmante. Dal 2021 al 2023 i salari reali sono diminuiti per tre anni consecutivi. Non accadeva più da decenni. La perdita complessiva registrata dai salari reali tra il 2020 e il 2023 è stata del 3%. Si profila un decennio perso: i salari hanno fermato la loro evoluzione già nel 2015. Il potere d’acquisto delle persone si è ridotto rispetto ad allora. Il personale dell’industria ha ad esempio subito una perdita dei salari reali del -1,6%. Nel commercio al dettaglio la perdita dei salari reali è pari al -0,9%, nel ramo alberghiero e della ristorazione raggiunge addirittura il -3,6% e anche nella sanità e nei servizi sociali le perdite sono superiori alla media con un -1,8%. Le commesse e i commessi del commercio al dettaglio, le operaie e gli operai dell’industria, il personale edile attivo nei cantieri, le occupate o gli occupati del ramo alberghiero e della ristorazione o il personale attivo nell’assistenza agli anziani: alla fine del mese tutte queste persone devono fare i conti con bollette salate e salari troppo bassi, sempre più inadeguati per vivere.

I salari non tengono il passo con l’aumento del costo della vita
Tra il 2020 e il 2023, il livello medio dei prezzi, misurato sulla base dell’indice nazionale dei prezzi al consumo, è cresciuto del 5,7%. E per il 2024 è previsto un ulteriore aumento di quasi l’1,5%. Dopo il forte aumento inizialmente registrato dai prezzi dell’energia e del carburante, anche i generi alimentari e gli affitti sono diventati significativamente più costosi.
Le lavoratrici e i lavoratori non beneficiano dell’aumento della produttività del lavoro

I salari non tengono il passo neanche con l’aumento della produttività. Nella media di lungo periodo, la produttività del lavoro dell’economia svizzera aumenta di circa l’1%. Ciò significa che anche i salari reali dovrebbero aumentare ogni anno dell’1%, in modo che il valore aggiunto prodotto dalle lavoratrici e dai lavoratori non vada solo a beneficio delle aziende (sotto forma di maggiori utili o bonus), ma anche delle occupate e degli occupati. Dal 2015 i salari reali non hanno più tenuto il passo con l’evoluzione della produttività. Il forte aumento del costo della vita e l’insufficiente evoluzione dei salari dimostrano chiaramente che urgono aumenti salariali sostanziali per recuperare il ritardo accumulato dai salari.

Divario crescente tra i salari alti e i salari bassi
Come dimostra il recente studio sulla forbice salariale pubblicato da Unia, le disparità salariali si sono ulteriormente acuite, dato che i datori di lavoro concedono consistenti aumenti retributivi solo a loro stessi e agli azionisti. Nel 2023, nelle 36 maggiori aziende svizzere il rapporto tra il salario più basso e quello più elevato era in media di 1:143, rispetto al rapporto di 1:139 dell’anno precedente. Ciò significa che la persona con il salario più basso in azienda deve lavorare 143 anni per raggiungere la retribuzione annua del suo CEO. I salari più alti hanno continuato a crescere anche quest’anno.
Troppi salari bassi - anche tra le lavoratrici e i lavoratori qualificati

Nella parte inferiore della scala dei redditi, in Svizzera un posto di lavoro su dieci continua a essere un posto di lavoro a basso salario. Mezzo milione di occupate e occupati percepisce un salario basso. Quasi due terzi delle persone che esercitano un’attività lucrativa a basso salario sono donne. Particolarmente colpite sono inoltre le persone con un passato migratorio. Neanche un apprendistato garantisce un salario equo: ecco perché sono necessari salari minimi sia per il personale qualificato che per il personale non qualificato.
È ora di accordare aumenti salariali a tutte e tutti!
A causa del forte aumento del costo della vita registrato negli ultimi anni e del ritardo salariale accumulato, le trattative salariali 2024/25 rivestono grande importanza per le lavoratrici e i lavoratori in Svizzera. I salari reali (salari al netto del rincaro) non tengono inoltre il passo con la produttività del lavoro. Anche i salari bassi, tuttora diffusi soprattutto nei rami professionali a forte presenza femminile, nonché i salari insufficienti del personale qualificato sono temi importanti delle trattative salariali 2024. La rivendicazione salariale è costituita dal ritardo salariale, dal rincaro e dall’aumento della produttività del lavoro.

In vista delle trattative salariali 2024/25, Unia formula le seguenti rivendicazioni:
- aumento dei salari effettivi e dei salari minimi di circa il 5% per tutte e tutti per compensare
l’aumento del costo della vita, il rincaro 2024 e l’aumento della produttività del lavoro. Il ritardo salariale da recuperare per effetto dell’aumento del costo della vita e di conseguenza la rivendicazione salariale possono variare a seconda del ramo professionale.
- salari minimi equi: nessun salario sotto i 4500 franchi e almeno 5000 franchi per le lavoratrici e i lavoratori con un diploma di apprendistato;
- valorizzazione dei salari nei rami a basso salario: spesso si tratta di rami professionali a forte presenza femminile.

Rivendicazioni salariali 2024/2025
Nell’edilizia principale Unia chiede un aumento salariale generale e un aumento dei salari minimi di 250 franchi. Rispetto al salario medio dell’edilizia, quest’aumento corrisponde alla compensazione del rincaro (previsto) del 2024 e del 2023, maggiorata di un aumento minimo dei salari reali. Rivendichiamo quest’aumento alla luce del fatto che l’anno scorso la Società svizzera degli impresari costruttori (SSIC) aveva interrotto le trattative salariali senza fare alcuna offerta. Le aziende che, in controtendenza rispetto alla decisione della SSIC, hanno accordato un aumento salariale volontario, possono computarlo ai 250 franchi.

Nell’industria la situazione relativa ai portafogli ordini è per lo più buona e il settore ha superato le difficoltà della pandemia (interruzioni nelle catene di approvvigionamento). L’industria farmaceutica vanta un’evoluzione addirittura ottima e il comparto torna a realizzare utili. Per contrastare la carenza di manodopera qualificata, sono necessari aumenti salariali generali e la rinuncia ad aumenti salariali individuali. Nell’industria Unia chiede la piena compensazione del rincaro (+1,4%), circa il 2,6% a titolo di recupero del ritardo salariale e l’1% per l’aumento della performance lavorativa (produttività), per un totale pari al 5%. I salari minimi per le persone in possesso di un AFC non devono essere inferiori a 5000 franchi.

Nel commercio al dettaglio per Coop Unia chiede la piena compensazione del rincaro del +1,4% (sulla base del rincaro di giugno) per tutte e tutti e quindi anche per il personale con retribuzione oraria, un aumento generale dei salari reali di +200 franchi e un aumento dei salari minimi di +200 franchi. Altre rivendicazioni hanno ad oggetto il riconoscimento degli anni di servizio e la trasparenza relativa alla fascia salariale. Non vogliamo buoni acquisto, ma salari più elevati.
Nel ramo alberghiero Unia chiede una compensazione del rincaro (+1,4%) e un aumento generale dei salari di +100 franchi. Dopo il fallimento delle trattative salariali a luglio, adesso spetterà al tribunale arbitrale esprimersi sulla rivendicazione.

Nel ramo della sicurezza Unia chiede una compensazione del rincaro dell’1,5% e un aumento dei salari minimi per il personale con retribuzione oraria.
I rami dell’artigianato vanno a gonfie vele. I portafogli ordini sono pieni e nei prossimi anni le ristrutturazioni, la transizione energetica e la carenza di alloggi intensificheranno ulteriormente questa tendenza. In questo contesto la carenza di manodopera qualificata aumenta e il personale esistente viene sottoposto a pressioni ancora maggiori e ne paga le conseguenze in termini di salute e sicurezza sul lavoro. Urge aumentare l’attrattiva dei rami dell’artigianato per interrompere questa spirale negativa. In quest’ottica è imprescindibile valorizzare i salari effettivi e i salari minimi. Unia chiede la piena compensazione del rincaro, il recupero del ritardo salariale accumulato per la parte del rincaro non compensata in questi ultimi anni e un aumento che tenga conto dell’aumento della produttività del lavoro. Questa considerazione vale soprattutto per il rinnovo dei contratti collettivi di lavoro del ramo pittura e gessatura e del ramo elettrico, dove circa 300 posti di tirocinio sono vacanti!

Manifestazione nazionale per i salari del 21 settembre a Berna
È ora che i salari delle normali lavoratrici e dei normali lavoratori tornino ad aumentare. Il 21 settembre Berna ospiterà la grande manifestazione nazionale per i salari. Le lavoratrici e i lavoratori scendono in piazza per lanciare un messaggio a favore di aumenti salariali generali, buoni contratti collettivi di lavoro e salari minimi dignitosi! " (10/09/2024-ITL/ITNET)

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