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IMMIGRAZIONE - REGOLARIZZAZIONE - PICCININI(INCA CGIL):"RISCHIA DI ESSERE ENNESIMA OCCASIONE PERSA: COMPLESSITA' PROCEDURE COSTI ELEVATI E POCA INFORMAZIONE SU QUESTA OPPORTUNITA'"

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  Aspettavamo da tempo la possibilità di regolarizzare i lavoratori stranieri in Italia collegata alla direttiva 52 della UE." Lo afferma la Presidente del Patronato INCA Morena Piccinini  intervenendo sullo statu quo della fase di preparazione della regolarizzazione dei lavoratori immigrati irregolari nel nostro Paese. Un'iter complesso ma che " come CGIL consideriamo un successo sia dal punto di vista politico che sindacale, in quanto è possibile denunciare le situazioni di irregolarità  e di particolare sfruttamento  dei lavoratori. ...

Insomma , l’incontro di questi due elementi da un risultato legislativo positivo. Ma accanto al giudizio politico di principio e di valore, la Presidente dell'INCA non si esime dall'affermare che ci sono rischi che si tratti dell'ennesima occasione persa nel nostro Paese sia per quanto riguarda le modalità di applicazione direttiva 52 che per quanto riguarda la fase attuale della regolarizzazione che appare tale da frapporre tanti e tali ostacoli che risulta difficile - in alcune situazioni particolarmente difficile - riuscire a regolarizzare il rapporto di lavoro....

"Abbiamo chiesto che per il futuro sia possibile una regolarità contributiva,  mentre allo stato attuale  viene chiesto un esborso economico talmente alto (immediata richiesta di mille euro oltre alla contribuzione riferita a sei mesi di lavoro, che diventa un costo molto significativo, soprattutto perché quello pieno ed indeterminato è  l’unico rapporto di lavoro  che può essere regolarizzato da parte delle aziende, lasciando da parte il lavoro domestico. Or,  in una situazione italiana dove tutti quanti, a partire dai giovani , fanno fatica non solo ad avere il tempo pieno ma anche quello indeterminato, il pensare che l’unica possibilità di regolarizzazione degli immigrati possa essere questa è evidente che diventa molto difficile da realizzare, soprattutto per alcuni settori, come il commercio dove il part time è quasi la norma." Fa pesente la sindacalista dell'INCA CGIL.

A ciò si aggiungono complessità per il lavoratore, il quale  deve dimostrare ....

Quindi al Ministero abbiamo rappresentato il fatto che se vogliamo cogliere come una opportunità, per la civiltà di questo Paese  e per fare in modo che tanto lavoro irregolare diventi regolare,  bisognerebbe fare sì che queste disposizioni attuative siano meno rigide di quel che in questo momento appaiono.  Quindi - afferma la presidente del Patronato INCA -  siamo impegnati affinchè  possano e vengano regolarizzati tutti i lavoratori stranieri e che anche a livello territoriale, in un impegno congiunto del patronato, sindacato, uffici immigrazione e vertenze,  si  possa  raggiungere lo scopo della regolarizzazione, sia nel rapporto con il datore di lavoro che con la pubblica amministrazione....(vedi:  http://www.italiannetwork.it/news.aspx?ln=it&id=38381 ).

L’altro ambito di regolarizzazione è quello con le famiglie che occupano od hanno occupato lavoratrici non regolari dal punto di vista del permesso di soggiorno e che hanno la possibilità di regolarizzare questi lavoratori. Noi siamo molto strutturati come patronati, uffici fiscali e con l’intera struttura della CGIL in questo senso, afferma la Presidente del Patronato INCA.  E stiamo lavorando anche nell’ambito di progetti....

Purtroppo - aggiunge Morena Piccinini, c’è ancora poca informazione su questa opportunità. ...

Quanto alle attese.da parte degli immigrati ? " Le attese ci sono soprattutto per la prima parte della regolarizzazione - afferma l'esponente della CGIL - soprattutto per quanto riguarda il pagamento sia dei mille euro che gli oneri  della contribuzione sulle quali gli immigrati sono soggetti spesso a pressione perché vengano pagati da loro, per cui da parte nostra c’è una posizione attiva nei confronti dei datori di lavoro per dimostrare come il costo della regolarizzazione sia molto più basso di quel che avrebbero dovuto pagare in una situazione diversa in quanto questi lavoratori sono in Italia da molto tempo. 

Ma c’è attesa anche per la seconda fase, cioè quella di denuncia del rapporto di lavoro nel caso di particolare sfruttamento perché su questo fatto - stignatizza la presidente del Patronato INCA - ci sono tante situazioni di particolare sfruttamento....."(13/09/2012-ITL/ITNET)

(Data di inserimento online 2012-09-13 00:09)

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