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PATRONATI ITALIANI NEL MONDO - PATRONATO INCA - PRES. PAGLIARO: "L'INCA IL PATRONATO DELLA CGIL A SERVIZIO DEI LAVORATORI E CITTADINI ACCOMPAGNANDO 80 ANNI DI STORIE ITALIANE IN ITALIA ED ALL'ESTERO"
DA MARCINELLE AI QUESITI REFERENDARI. PRESENTE E FUTURO PENSIONISTICO.INTEGRAZIONE MIGRANTI REGOLARI.I DIRITTI INESPRESSI. IN ATTESA DELLA PREANNUNCIATA RIFORMA DEI PATRONATI
(2024-08-07)
La raccolta di firme per i 4 referendum sul lavoro, promossi dalla CGIL e dal suo Patronato INCA anche all'estero, ha registrato una grandissima partecipazione, riportando concretamente al centro dell'attenzione delle istituzioni la necessita' di una reale presa d'atto delle persistenti criticità all'interno del mondo del lavoro in Italia. Una partecipazione numericamente così ampia da parte di singoli cittadini, ma anche di organizzazioni, partiti, enti locali e non solo ha prodotto una piu' ampia e concreta attenzione sia da parte governativa che legislativa sull'esigenza di innovare il "sistema lavoro"?
Lo abbiamo chiesto al Presidente del Patronato INCA della CGIL, Michele Pagliaro, che dal suo Osservatorio di tutela dei diritti individuali ben conosce esigenze e necessità dei lavoratori sia in Italia che all'estero. L'occasione, e la cortesia del Presidente ci hanno permesso di tracciare, prima delle ferie estive, un primo bilancio del 2024.
"Con i 4 QUESITI REFERENDARI abbiamo inteso impegnarci affinchè il LAVORO possa ritornare a diventare "stabile", "dignitoso", "tutelato" e anche "sicuro". È stato un impegno importante, che ha visto le nostre sedi letteralmente prese d'assalto, ma non credo che da parte del governo ci sia quella sensibilità che dovrebbe un pò cambiare i termini del lavoro in questo Paese. Noi oggi viviamo una condizione di lavoro molto precario, anzi diciamo che l'eccessiva flessibilità, scaduta nella precarietà, ha determinato uno sconquasso al punto tale che oggi diciamo che lavoratrici e lavoratori, pur avendo un lavoro, spesso non vengono adeguatamente ripagati dalle fatiche che compiono. Per questo motivo il percorso della Cgil è un percorso importante, significativo, perchè ha rilanciato temi che in questo Paese, dal nostro punto di vista, vanno riscoperti e che dovrebbero diventare centrali. Penso alla solidarietà, all'equità, alla giustizia sociale.
Ma possiamo anche dire che un altro elemento, per noi fondamentale, è stato quello della PARTECIPAZIONE ATTIVA, perché avere raccolto più di 4 MILIONI DI FIRME ha determinato sicuramente un richiamo alla responsabilità ed alla partecipazione attiva. Fra l'altro, questo tema si lega anche a tutta la partita del referendum sull''"AUTONOMIA DIFFEENZIATA". A tal riguardo voglio sottolineare che da qualche giorno, da quando è partita la raccolta delle firme, le nostre sedi sono invase da cittadini che vogliono partecipare alla raccolta firme. Anche la messa on line della possibilità di sottoscrivere il referendum attraverso lo Spid in meno di 10 giorni ha fatto già quasi raggiungere il mezzo milione di firme necessarie. Quindi pensiamo che questi siano elementi di partecipazione attiva molto rilevanti, anche perché le tematiche sono rilevanti e molto avvertite e noi auspichiamo che possa da un lato arrivare un segnale al governo affinchè si possano rivedere alcune posizioni e dall'altro lato condurre una battaglia democratica di partecipazione che possa restituire dignità agli ultimi, centralità al lavoro, e possa soprattutto provare a costruire una prospettiva per le future generazioni".
Presidente, in Italia si parla sempre più di "inverno demografico", di costante incremento degli italiani all'estero e con la conseguente perdita di risorse umane economico-produttive del Paese. Naturalmente la situazione previdenziale ed assistenziale in un simile contesto mostra la corda, soprattutto riguardo alle previsioni del prossimo futuro.
"Diciamo che la situazione non è sicuramente rosea, perché comunque un Paese come il nostro, che ha problemi demografici e di invecchiamento della popolazione, sicuramente nel prossimo futuro avrà seri problemi.
Dal punto di vista previdenziale noi abbiamo in questi giorni lanciato un allarme perché il tema delle PENSIONI non è più nell'agenda politica di questo governo, mentre c'è oggi la necessità di riconoscere il diritto alle pensioni ed anche il problema di garantirle in futuro ai giovani. Ma via via che trascorrono gli anni e si passa dal sistema retributivo al sistema contributivo, anche a parità di lavoro, si ha una riduzione significativa dell'assegno. Faccio un esempio: abbiamo osservato le condizioni ad esempio di una insegnante che a parità di lavoro, 28 anni di lavoro svolti in regime misto producono un assegno di 1300 euro e rotti, gli stessi 28 anni in regime contributivo producono un assegno ridotto del 16%. E poiché si arriverà al sistema contributivo puro dal 2036, che sarà in equilibrio nella misura in cui le pensioni saranno frutto di quello che si è versato, la nostra preoccupazione è che già oggi i pensionati non sono più quel pilastro di sostegno delle famiglie, ma fra i soggetti più a rischio povertà ci sono proprio loro.
Secondo i dati della Caritas, sono oltre 5 milioni e 600.000 le persone che vivono in stato di povertà assoluta. Molti di loro sono i nuovi pensionati che hanno una condizione reddituale decisamente bassa e questa condizione reddituale sarà a parità di lavoro via via decrescente sino ad arrivare al 2036, allorché gli assegni di pensione saranno frutto del lavoro che oggi stiamo vivendo quindi di un lavoro povero, precario, discontinuo. E la condizione di disattenzione sicuramente non agevola il futuro. Per di più, il combinato disposto con la condizione di invecchiamento della popolazione potrebbe anche determinare degli squilibri. Inoltre, le pensioni saranno appannaggio solo di chi raggiungerà tutti requisiti. Ma il punto dolente è che quelle pensioni non avranno nulla a che vedere in termini economici rispetto alle pensioni della vecchia generazione.
Fra l'altro, i dati INPS ci dicono che queste pensioni si riducono anche numericamente. L'anno scorso sono state liquidate circa 837.000 pensioni con una riduzione di 38.000 assegni e l'anno precedente erano diminuite addirittura di 27.000. Quindi, andare in pensione diventa sempre più una corsa ad ostacoli ed ovviamente noi con la nostra rete di tutela individuale nel Paese e nel mondo facciamo di tutto per offrire una consulenza qualificata e provare a risolvere i problemi di chi si accinge a predisporre una pratica di pensionamento"
Presidente PAGLIARO, con la pandemia, nell'auspicio che il virus non riprenda quota come per il recente passato, la presenza dei Patronati - talvolta l'unica presenza italiana organicamente organizzata all'estero - ha permesso di affinare modalità' semplificate e qualità dei servizi, nonostante la grande mole di servizi richiesti da parte dell'INPS, ad esempio la partita dei vari bonus. Sono stati fatti ulteriori passi avanti ?
"La pandemia è stata sicuramente un pesante fardello e fa bene a sottolineare la necessità di continuare a stare attenti perché comunque esiste sempre un limite di rischio soprattutto per i soggetti fragili. Per la rete dei patronati, la pandemia è stata, in generale, un banco di prova che ci ha fatto crescere. Durante quella fase siamo stati chiamati, infatti, a svolgere il nostro ruolo come "servizio di pubblica utilità". Per cui, come Ce.Pa. ( raggruppa-mento delle ACLI, INAS, INCA e ITAL) abbiamo rivendicato l'introduzione del "mandato di patrocinio telematico" che ci ha consentito di poter operare a distanza a seguito della chiusura di molte istituzioni pubbliche. Tant'è che possiamo affermare che siamo stati gli unici a svolgere un ruolo in virtù di una straordinaria rete di prossimità.
Non so, però, se si siano fatti passi avanti. Però - e lo dico perché già prima della pandemia noi avevamo progetti di lavoro automatizzato - tutte le pratiche venivano inviate telematicamente all'INPS, all'INAIL ed al Ministero dell'Interno. Oggi ci aspettiamo che sulla scia della pandemia si possa soprattutto migliorare il sistema dei controlli - poiché siamo un soggetto vigilato dal Ministero del Lavoro - digitalizzandoli, perchè attualmente avviene ancora in maniera tradizionale, con un ispettore che arriva nelle nostre sedi, tutte le sedi italiane, per controllare tutte le pratiche italiane una ad una, mentre all'estero le ispezioni vengono svolte a campione dagli ispettori che giungono dall'Italia. Mettendo in linea sia il mandato di patrocinio telematico, sia la pratica, sia il provvedimento di liquidazione, con un semplice click si potrebbe effettuare il controllo evitando così una perdita di tempo ed evitando soprattutto di sprecare risorse umane che potrebbero benissimo concentrarsi su altre priorità. Lo dico perché poi nel nostro Paese ogni giorno tre persone muoiono lavorando e di controlli ce n'e' una grande necessità. Sulla digitalizzazione ci è stata prospettata una fase di avanzamento nel corso di una riunione convocata dalla Ministra del Lavoro Marina Calderone lo scorso 20 di febbraio. Ma ad oggi registriamo un notevole ritardo, anche se poi abbiamo evidenza che istituti come ll'INPS stanno lavorando sul mandato di patrocinio telematico che probabilmente sarà lo strumento -cardine nel sistema di semplificazione. Quindi,se dovessi tracciare un bilancio, direi che la pandemia ha dato un maggiore slancio al nostro impegno, tant'è che, fra l'altro, gli ultimi dati comunicati dal Ministero, vedono l'Inca primo patronato del Paese, come d'altronde fin dalla sua fondazione, con un balzo in avanti di due punti ed un quarto nel 2022 ( ultimi dati dichiarati dal Ministero-ndr). Sul n 2023 conosceremo le risultanze a fine anno, a novembre, quando il Ministero ci comunicherà i dati, però dallo scambio di notizie all'interno del Ce.Pa, abbiamo visto che siamo in terreno positivo anche nel 2023. Sulla base dei dati relativi al I° quadrimestre, forniti dall'INPS, l'Inca evidenzia una crescita di 40.000 punti. Quindi, riteniamo che tutto il lavoro, anche di trasformazione e riorganizzazione che abbiamo svolto durante le fasi drammatiche e complesse della pandemia oggi sta dando dei frutti positivi e dei frutti di una crescita per noi molto importante.
Presidente, in occasione della presentazione del Bilancio Sociale dell’Inca presentato a fine 2023, il Sottosegretario al Lavoro, con delega ai Patronati, Sen Claudio Durigon, aveva annunciato che il 2024 sarebbe stato l’anno della riforma dei patronati, a che punto siamo?
"L'8 Novembre 2023, volendo sottolineare il prezioso lavoro che avevamo svolto durante tutta la complessa fase della pandemia, abbiamo deciso di pubblicare un bilancio sociale che racchiudesse il lavoro degli ultimi 5 anni. Intervenendo nell'occasione il Senatore Claudio Durigon aveva avanzato l'idea che il 2024 sarebbe stato l'anno della riforma dei Patronati. Stante il fatto che la legge 152 sui patronati è del 2001, alla luce di quanto successo in termini tecnologici negli ultimi 20 anni, la legge andrebbe sicuramente manutenuta ed aggiornata, quindi dal nostro punto di vista l'esigenza di costruire una riflessione possibilmente condivisa con tutto il sistema dei patronati è qualcosa di cui sentiamo il bisogno. Però successivamente non abbiamo avuto altri segnali dopo la riunione del febbraio di quest'anno, laddove si era stato detto che si sarebbe proceduto per fasi successive: prima la semplificazione poi una riforma più complessiva. Un'impostazione che ci trovava d'accordo, ma al momento la discussione è arenata, anche perchè, tra l'altro, il Ministero del Lavoro è stato interessato da una riorganizzazione che ha portato via del tempo e speriamo possa essere risolta nel più breve tempo possibile, con l'auspicio di una scelta di prospettiva proprio per poter affrontare le prime fasi della riforma.
Nel frattempo, abbiamo anche avviato delle riflessioni e dei ragionamenti anche con altri soggetti in quanto consapevoli come non mai del valore di questa nostra rete di prossimità con la quale pensiamo di essere utili e di poter svolgere altre attività, mettendoci al servizio deii Comuni, delle Regioni. Quindi, così come avevamo immaginato in occasione della presentazione del bilancio sociale abbiamo avviato delle interlocuzioni da un lato con l'Anci e dall'altro con la Conferenza delle regioni. E devo dire che c'è molto interesse ! Conseguentemente abbiamo la necessità di mettere in linea una normativa di riforma dei Patronati, il mandato di patrocinio, per noi elemento essenziale, ed anche relazioni con altri soggetti, non solo con l'Inps, o l'Inail o il Ministero dell'Interno, ma anche con tutti gli altri soggetti. Potrebbe essere una scelta che induce la rete ad essere ancora di più presidio di prossimità per la tutela individuale di cittadini e lavoratori."
Quanto alla convenzione con il Ministero degli Affari Esteri, in attesa da oltre 20 anni, Presidente ci sono avvisaglie di soluzioni conclusive ?
"Abbiamo rinnovato, reiterato richiesta di definizione, perché avevamo lavorato già con il precedente governo su una possibile convenzione, che avevamo materialmente scritto e che volevamo anche avviare in maniera sperimentale, però questa scelta alla fine non si è mai concretizzata. Poi è cambiato il governo, siamo ritornati alla carica, e siamo in attesa di avere anche lì una convocazione perché il tema dell'estero è un tema importante. Fra l'altro abbiamo anche grosse difficoltà sul fronte della operatività, perché in Italia è stato introdotto lo Spid che adesso sarà, a partire dal primo gennaio 2025, sostituito dalla Cie, ed uno dei requisiti per avere lo Spid è appunto l'essere cittadino italiano, ma noi abbiamo in alcune realtà operatori non cittadini italiani o che non avendo la carta d'identità italiana ed il codice fiscale non riescono ad avere lo Spid. Anche questo è un elemento di criticità che abbiamo ripetutamente segnalato non solo al Ministero, ma anche all'Inps, giacché lo Spid al nostro operatore serve per agire nei confronti dell'Istituto. Ma sebbene abbiamo continue rassicurazioni, ad oggi non è stato ancora risolto il problema"
Presidente PAGLIARO il tema della digitalizzazione e dell'innovazione tecnologica, in cui la formazione degli operatori di patronato è stata antesignana, per non parlare dell'Intelligenza Artificiale ormai fondamentale nella formazione dei giovani in tutti i settori, potrebbe rappresentare una chiave utile per sostenere l'inclusione lavorativa di molti di quei giovani che vano via dall'Italia?
"In linea generale sicuramente l'ambito della digitalizzazione e dell'innovazione tecnologica, dell'utilizzo dell'intelligenza artificiale, che anche in virtù del piano nazionale Pnrr hanno ottenuto finanziamenti ingenti, iniziano a prendere piede in questo Paese e va da sé che per un disegno armonioso della pubblica amministrazione e per il suo funzionamento, rappresentano elemento fondamentale. In linea generale non so però fino a che punto per questi giovani - parliamo di circa 140.000 persone, non tutti giovani - che ogni anno decidono di andare via dal nostro Paese, la formazione delle competenze in materia possa essere considerato elemento valido per poterli trattenere. Sicuramente credo che il tema del lavoro e delle pari opportunità sia un elemento ancora oggi pesantemente sottovalutato che induce molti ragazzi ad uscire dal Paese anche con una laurea, o più di una laurea, per affrontare un'esperienza lavorativa in Europa. Credo che questo sia un elemento di riflessione politica estremamente importante, anche se spesso si parla di fuga dei cervelli però poi in termini concreti non si agisce. Ed è proprio questo che crea un elemento di disagio diffuso. Lo dicevamo poc'anzi, parlando del lavoro, delle condizioni del lavoro in questo Paese. Ebbene, ritengo che quella sia una delle ragioni, forse la principale per cui un medico che oggi vive in una condizione di stress lavorativo e di rischio fisico, (vedi quello che accade nei Pronto soccorso della Penisola) oltre che da un punto di vista economico, perché le retribuzioni in tutta Europa non hanno nulla a che vedere rispetto a quelle italiane. Ma c'è questo elemento che secondo me è un elemento politico importante su cui bisognerebbe investire, perché non possiamo poi lamentarci se, poi, c'è l'inverno demografico. Una condizione di disagio che viene denunciata anche in altri settori dove non è richiesta una specializzazione tecnologica di un certo tipo.
Quanto a noi Patronati, come INCA siamo un istituto di patronato che eroga determinati servizi e siamo ben consapevoli del fatto che la formazione è elemento centrale, a parte il fatto che abbiamo anche degli obblighi rispetto alla vigilanza del ministero, quindi la formazione dell'Inca è una formazione radicata a 360 gradi, direi anche una formazione continua e credo che anche lì abbiamo dato prova significativa anche durante la pandemia e dopo, perché in pochissimo tempo abbiamo approntato tutta una serie di bonus e quant'altro dettati appunto da quella emergenza.
L'altro elemento su cui oggi noi vogliamo anche raccogliere la sfida del futuro è un rapporto più stretto, ed in questo la tecnologia ci può dare un aiuto, con gli istituti previdenziali, con le banche dati della pubblica amministrazione, perché noi vorremmo svolgere fino in fondo il nostro ruolo di tutela individuale lavorando, ad esempio, su tutta la partita dei DIRITTI INESPRESSI. Quindi accesso alle banche dati per avere la possibilità di leggere quella che è stata od è la condizione lavorativa della persona e capire se ci sono spazi per sviluppare una tutela che è stata sottovalutata prima o non è stata considerata perché non vantaggiosa. Quindi siamo su una frontiera di consulenza complessa di diritti inespressi.
Poi è chiaro che in linea generale nell'offrire la TUTELA INDIVIDUALE e possibilità di WELFARE LOCALE ai giovani che vanno via diamo anche delle indicazioni, tenendo conto di quella che è la situazione dei Paesi di arrivo. E dall momento in cui il Ministero ha avviato nell'ambito dell'IMMIGRAZIONE progetti di ricongiungimenti di familiari abbiamo anche sviluppato, attraverso il PROGETTO FORMA e FORMA 2 , - e stiamo aspettando di partecipare al bando di FORMA 3 - nei Paesi indicati dal progetto, svolgendo attività fondamentali per una più fluida Integrazione, come rudimenti della lingua italiana, elementi normativi attinenti alla costituzione italiana. In sostanza, una formazione a 360 gradi per fare in modo che possa avvenire un efficace ricongiungimento che rappresenta spesso per la persona un cambiamento epocale, rispetto alla società di provenienza, dalla religione, ad usi e consuetudini diverse, per vivere in un altro Paese in cui realizzarsi, mettendo a disposizione tutta una serie di competenze e conoscenze che possano rendere la convivenza un cammino molto più proficuo e virtuoso. È chiaro che stiamo parlando di numeri limitati, che rappresentano " lo zero virgola" rispetto al contesto più generale, ma confido in una politica europea che tenga conto di questa dinamica migratoria, Sud - Nord del mondo, influenzata dai cambiamenti climatici, dalle guerre, ma anche da una mobilità circolare molto attiva, in cui si può decidere di andare in un Paese, viverci 10 anni e poi spostarsi in un altro Paese. Di fronte a queste dinamiche ritengo, quindi, che l'Europa del futuro debba essere un'Europa un pò più sociale che dovrà tener conto delle "persone" per fare la differenza rispetto ad altre aree del mondo. Un'esigenza che abbiamo vissuto sulla condizione degli stessi giovani italiani all'estero che, per ragioni di studio o per altro si sono trovati all'estero nel corso della pandemia, e sono stati penalizzati perché non hanno potuto fruire di determinati bonus previsti per i residenti"
Presidente PAGLIARO cosa ci sarà dietro l'angolo nel futuro dell'INCA ?
"Dietro l'angolo c'è sicuramente tanta voglia di fare, anche perchè i risultati positivi ottenuti caricano di entusiasmo tutta la struttura. Come ho detto in altre occasioni, sicuramente siamo di fronte a risultati importanti, frutto di un lavoro collettivo, che viene portato avanti da oltre 2600 fra sindacaliste e sindacalisti della tutela individuale ed il prossimo futuro lo svilupperemo nello stesso solco. All'estero in questi due ultimi anni abbiamo avviato cambiamenti negli asset INCA in 11 Paesi, con progetti di rilancio che stanno dando risultati positivi, facendo la differenza con progetti che proseguiremo.
Altro elemento importante che avremo modo di vivere lungo il 2025 saranno gli 80 ANNI del Patrona INCA. Un avvenimento al quale ci stiamo preparando. Sarà un appuntamento importante di analisi, riflessione, racconto, di storie, di una storia gloriosa importante che è la storia di questo Paese. Abbiamo iniziato 80 anni fa insegnando a leggere e scrivere dentro le nostre sedi, oggi forse abbiamo una missione diversa. Domani si ricorderà la strage di Marcinelle, noi eravamo arrivati lì due anni prima di quel terribile evento, con lo spirito del fare, con l'impegno e la partecipazione che ha contraddistinto le compagne e i compagni della nostra rete. Elementi che svilupperemo ulteriormente, riflettendo sugli 80 anni della nostra esistenza per continuare a fare del nostro meglio nel dare concrete risposte ai lavoratori ed alle loro famiglie.". Grazie Presidente. (07/08/2024-M.F..-ITL/ITNET)
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