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PATRONATI ITALIANI NEL MONDO -BILANCIO DI UN ANNO "COMPLESSO" -LE RIFLESSIONI SOCIALI PRIMA CHE ECONOMICO -POLITICHE DEL PRES. PATRONATO INCA MICHELE PAGLIARO NELL’80° DELL’ISTITUTO

(2025-12-30)

  Un anno "complesso" il 2025, afferma il Presidente del Patronato INCA CGIL, Michele Pagliaro, nel corso della tradizionale intervista di fine d’anno, rilasciata ai media, dagli  stakeholder - nel nostro caso - del mondo degli italiani all’estero.
Un bilancio sociale, prima che economico-politico, nello specifico dei patronati italiani - istituti unici a  livello internazionale a tutela dei diritti individuali. Un bilancio che rappresenta un valido Osservatorio delle concrete esigenze dei lavoratori e  cittadini in Italia ed all’estero laddove vivono comunità italiane che mantengono vivo il collegamento con l’Italia. Oltre 7 milioni di persone con cittadinanza italiana all’estero, riferiscono fonti istituzionali.

D. Presidente Pagliaro, una mission sociale che il Patronato INCA esercita da 80 anni a tutela dei lavoratori e dei cittadini

PAGLIARO -Nel 2025 il Patronato INCA ha compiuto 80 anni : un compleanno vissuto intensamente nell’ambito di numerosi appuntamenti sia in Italia che all’estero, a cominciare dalla celebrazione a Roma del 10 e 11 febbraio per continuare, poi, con una serie di iniziative che hanno preso corpo e forma in tutto il Paese, da nord a sud. Dalla Toscana, a San Gimignano il 12 Aprile, fino all’ultimo  incontro in Liguria lo scorso 19 dicembre.  Un percorso che ha toccato anche il Belgio, dove a Bruxelles il 15 luglio abbiamo celebrato l’anniversario con una approfondita riflessione sulle  “tutele senza frontiere”, a cui ha preso  parte il Segretario Generale della CGIL, Maurizio Landini.

Per l’occasione abbiamo realizzato due volumi, il primo: “Conoscere la storia per progettare il futuro”, con il quale abbiamo ripercorso la storia di Inca in Italia. Lo abbiamo fatto non solo per ricordare ciò che abbiamo fatto, ma per proiettarci nel futuro, in un Paese dove in 80 anni sono cambiate le sfide del welfare, ma i problemi da affrontare restano, a cominciare dal mondo del lavoro.

Mentre nel secondo volume dal titolo “tutele senza frontiere”  abbiamo parlato, per la prima volta, dell'Inca nel mondo: dove siamo presenti in ben 26 Paesi con un totale di 2.636 sindacaliste/i della tutela individuale, oltre 3000 collaboratori, 229 medici legali e 468 avvocati fra Italia ed estero. Numeri che rappresentano la cifra dell’iniziativa del Patronato Inca, che da 80 anni continua ad essere il primo patronato del Paese. Questo vuol dire - ci sia permesso un ‘pizzico’ di orgoglio - che quasi una persona su 5 - che decida di rivolgersi ad un patronato- sceglie l’Inca.”

D. Presidente nel 2025 si sono susseguite riforme legislativa ed iniziative che hanno interessato gli italiani all’estero: dalla riforma della cittadinanza italiana, al mancato riconoscimento di alcuni diritti in materia di fiscalita’ e previdenza.…, ma anche il riconoscimento delle detrazioni IMU per le case dei cittadini italiani con pensioni estere nei comuni con 5.000 residenti e l’approvazione della norma sull’iscrizione onerosa al servizio sanitario nazionale italiano, che riguarderebbe, tuttavia, un numero limitato di cittadini. Quali risvolti emergono nel legame fra le comunita’ all’estero e l’Italia ?

PRESIDENTE PAGLIARO - “Sicuramente l'italianità nel mondo dovrebbe rappresentare per il Governo un valore aggiunto per cui  fare la differenza rispetto al passato.  Quello che noi, pero’, riscontriamo dopo la riforma sulla cittadinanza è una condizione di disagio e malumore perché, in sostanza,  si è passati da un eccesso ad un altro di senso inverso, facendo venir meno anche una serie di misure, finanziariamente irrisorie ma di grande valore per le persone che hanno lasciato il proprio Paese con sacrificio per trovare condizioni di vita migliori.
Penso, ad esempio, alla possibilità di riconoscere “l'indennità di rientro”, come veniva definita una norma degli anni ’70, che è stata cancellata pur avendo un valore ‘sostanziale” per i nostri emigrati perchè  dimostrava l’attenzione del proprio Paese. 
A me capita spesso di girare all’estero fra le nostre comunita’ e posso dire che gli italiani oltre frontiera vivono un senso di comunità oltre misura rispetto ai connazionali in Italia mantenendo vive radici, costumi, usanze. Personal-mente ritengo  che tutto questo rappresenti un patrimonio inalienabile per il nostro Paese.”

Quanto al clima sociale è lo stesso che osserviamo in Italia. E’  un clima molto complicato e lo dico pensando a quello che sta accadendo in queste ore sulla legge di stabilità.  Non a caso lo scorso 12 dicembre ci siamo resi protagonisti di uno sciopero generale promosso dalla Cgil sulla legge di stabilità perché siamo di fronte a scelte sostanzialmente da economia di guerra, la priorità sono diventate le armi per raggiungere l'obiettivo del 5% del Pil entro il 2035 e servirebbero oltre 1000 miliardi con 23 miliardi in più nel prossimo triennio.

Quindi, dal nostro punto di vista, con queste scelte di bilancio si rischia di indebolire l'intero impianto democratico, poiché ci troviamo in una condizione assai difficile sul piano dei salari e delle pensioni, continuano a perdere potere d'acquisto con la  mancata indicizzazione dell’Irpef che ha sottratto 25 miliardi ai contribuenti dei redditi fissi, lavoratori dipendenti e pensionati, in un Paese dove ci sono circa 100 miliardi all'anno di evasione fiscale; dove la crescita sara’ a chiusura dell’anno di appena lo 0,4% a fronte di un’Europa che cresce in media  dell’1,4%. Un’Europa in cui la Spagna arriva al  2,8%, la Svizzera all'1,4%, il Belgio all’1,1%.  Mentre l'Italia secondo la stessa Unione Europea non raggiungerà l'1% nemmeno nel 2026.

Ebbene, queste sono condizioni che si riflettono nella vita delle persone. Parlo della  disuguaglianza dei redditi superiore alla media europea, del  forte divario tra Nord e Sud fra contratti ed il lavoro, in linea generale, caratterizzato da retribuzioni bassissime.

Poi, c’è il problema  della precarietà, tant’è che oggi pur lavorando siamo poveri, con stipendi più bassi rispetto al 1990 ed un calo del 3% in termini di potere d’acquisto. La poverta’ che continua a crescere soprattutto tra le famiglie con figli, anziani soli e lavoratori precari.

I redditi negli ultimi 20 anni sono scesi del 4% mentre in Europa sono cresciuti nello stesso periodo del 22%. Dopo i greci quelli più poveri, se guardiamo all’Europa, siamo noi italiani. In Italia sono ben 5,7 milioni le  persone che vivono in una condizione di povertà assoluta. Vengono da noi pensionati e cittadini che si lamentano, per esempio, del costo del carrello della spesa, che negli ultimi 4 anni è cresciuto del 25%.

Noi possiamo testimoniare il fatto che a volte il bilancio di una famiglia va in crisi semplicemente perché arriva una bolletta della luce o del gas. Senza dimenticare la pressione fiscale che continua a crescere. Siamo al 42,8% e le tasse continuano ad aumentare .

C’è poi un altro problema enorme: il sistema sanitario, perché gli italiani non riescono a curarsi per via delle liste di attesa sempre più lunghe e spesso la sanità ha un alto costo improprio che le famiglie devono sostenere.

Sulle pensioni: era stato promesso che la legge Fornero sarebbe stata cancellata. nei fatti non lo è stata, anzi è peggiorata, quindi siamo di fronte ad una compressione del diritto ad un pensionamento dignitoso ed anche all'aggravamento di condizioni sociali già critiche.

E, dunque, non è un caso che ogni anno circa 100.000 giovani lascino il Paese e così spesso vanno via le energie migliori, con un impoverimento sociale e culturale dell’Italia”


D. Presidente Pagliaro, in un quadro siffatto, quali aspettative per il prossimo futuro…in positivo…

PAGLIARO: “Chiaramente, rispetto alle considerazioni che ho fatto prima, le aspettative che abbiamo sono di un cambiamento radicale, ma realisticamente dubito che ci sia la capacità di invertire la tendenza. Tuttavia, pensiamo che si debba restituire centralità al lavoro e soprattutto a chi lo compie.  Questo significa dare priorità ai lavoratori, alle lavoratrici, ai giovani, ai pensionati, con scelte concrete di segno opposto rispetto a quelle che si stanno facendo.

D. Sul fronte lavoro, il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali ha istituito alcuni tavoli e sta lavorando su alcuni fronti con i sindacati e le forze sociali. C’è un’apertura al dibattito sul ruolo dei patronati…

PAGLIARO: “Su questo aspetto abbiamo un tavolo aperto da oltre un anno e mezzo perché c'è la necessità di aggiornare la legge 152 del  2001 che regolamenta i patronati ed è ormai obsoleta. Quindi tutti i Patronati dei vari raggruppamenti sono concordi nella richiesta di una riforma. Le previsioni erano state di soli tre mesi per una soluzione. Tuttavia è trascorso un anno e mezzo e si è dovuti ricorrere ad un decreto di semplificazione per allineare, dal punto di vista tecnologico, le pratiche con i mandati di patrocinio e con provvedimenti in modo da rendere più facile e semplice ispezionare l'attività del patronato, sul quale siamo tutti d’accordo.

Attualmente il confronto è iniziato su 4 tavoli: uno per la qualità, uno per gli aspetti tecnologici, uno è impegnato sull'estero e l'altro sul paniere, per arrivare ad una riforma che sia all'altezza delle sfide che abbiamo di fronte e che sono complesse ”.

D. Quali, Presidente ?

PAGLIARO: “Sicuramente la digitalizzazione. Oggi noi ci misuriamo con istituti, come Inps ed Inail, che hanno un avanzamento tecnologico importante, ma quello che manca probabilmente è la forza della prossimità, mentre la rete dei patronati in Italia e nel mondo è una rete in primo luogo di prossimità. Quindi i Patronati del C.E.PA (Acli, INAS, INCA e ITAL), ovvero la rete più estesa in Italia ed all’Estero, chiedono di adeguare la legge 152, e chiediamo, anche  insieme all’esercizio dell’ attuale nostro ruolo, la possibilità di occuparci anche di altro, perché nel perimetro delle istituzioni pubbliche, non c'è solo l’Inps ma ci sono anche gli Enti Locali, le Regioni, tant'è che noi in questi anni abbiamo provato ad interloquire sia con l'Anci per quanto riguarda i Comuni, sia con la Conferenza delle Regioni, mettendo a disposizione il nostro backgroud.

Ma ne riparleremo, e mi auspico con un avanzamento dei lavori nell’ormai prossimo “2026” perché è giunto ora il momento di un impegno che mi e’ caro”
“Questa intervista, per un fatto temporale, mi consente di ringraziare intanto l'utenza, le cittadine ed i cittadini italiani e stranieri, emigrati, ed anche immigrati, che si rivolgono all’Inca per la soluzione dei loro problemi. La loro scelta è per noi motivo di orgoglio e riconoscimento della grande professionalita’ dei nostri operatori.
Ed a tal proposito, vorrei, ringraziare tutte le associazioni che promuovono l'INCA nel mondo, le operatrici e gli operatori. Personalmente li definisco sindacaliste e sindacalisti della tutela individuale perché grazie a loro facciamo la differenza e quindi l'occasione mi è gradita per rivolgere a tutti l’augurio di una felicissimo Fine d’Anno 2025 ed un fausto 2026 che speriamo possa essere per tutti migliore. (30/12/2025- M.F.-ITL/ITNET)

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