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SPECIALE PATRONATI CEPA - IL PATRONATO DEL FUTURO - SEN.NANNICINI (PRES.COMMISS. BILATERALE ) : "DA POLITICA UN "PATTO" CHIARO CON I PATRONATI BASATO SU TRE PAROLE RISPETTO, RICONOSCIMENTO E RELAZIONE"

(2022-04-13)

"La Commissione Bicamerale che presiedo ha avviato un'indagine conoscitiva sulla pandemia, intesa non come archeologia del presente ma come stress test sul nostro sistema di welfare per capire dove siano le lacune, le frammentarietà' da superare e dove ci siano legami e relazioni da ricostruire. All'interno di questa indagine conoscitiva,  prevediamo un atto di indirizzo,  nelle prossime settimane,  che punti proprio a comprendere come inserire il ruolo dei patronati nel welfare del futuro che vogliamo costruire.
Un atto di indirizzo da approvare rapidamente perché vogliamo che Parlamento e Governo si facciano carico di alcuni di punti emersi dall'indagine nella prossima legge  di Bilancio."

Un intervento decisamente concreto quello del Senatore Tommaso Nannicini (PD) Presidente della Commissione bicamerale  controllo enti gestori previdenza e assistenza al convegno sul Patronato del Futuro, promosso a Roma dal Ce. Pa. il Centro cui aderiscono i maggiori Patronati Italiani. Nannicini segue con grande attenzione l'attività dei patronati ed ha inteso unirsi anche in questa occasione, all'elogio comune di enti,  ministeri ed organizzazioni di gestione e governo circa i'mpegno ed il ruolo dei Patronati nel corso della pandemia, quando pur con tutte le attenzioni del caso, i patronati sono stati l'unico presidio a sostegno dei cittadini in Italia ed all'estero.

"Il Dr. Marano ha detto cose importanti rispetto alle vostre richieste, ha aggiunto il parlamentare,  ma è anche importante che,  per aiutare l'azione dei Ministeri e degli Enti gestori,  la politica dia indicazioni forti e chiare sulle priorità' e dia a Ministeri ed Enti Gestori le risorse umane, finanziarie ed organizzative per concretizzare queste  priorità

Per il Presidente della Commissione Bicamerale l'intero discorso  "parte  dal riconoscimento di un ruolo: il ruolo dei Patronati, e di una rete che con spirito di sussidiarietà' si fa carico delle persone. Una rete di prossimità che,  attraverso le relazioni, dia delle risposte e orienti  sul cammino da intraprendere per il raggiungimento delle  loro esigenze.  Perché - ha obiettato il parlamentare a quanti puntano alle possibili soluzioni dell' intelligenza artificiale - può' anche darsi che l'intelligenza artificiale ci aiuti ad orientarci ma servono le persone, le relazioni per orientarci ad esigere ed avere riconosciuti i propri diritti .  Ebbene, partendo da questo riconoscimento credo che la politica debba offrirvi un "patto" chiaro, forte, basato su 3 parole: RISPETTO, RICONOSCIMENTO E RELAZIONE .

"RISPETTO vuol dire:
- che non si possono caricare sulle persone che danno questo servizio di prossimità oneri burocratici abnormi . Quindi, vuol dire che i mandati di patrocinio acquisiti on line durante l'emergenza COVID (DL 18 del 2020) devono essere ritenuti validi, senza regolarizzazione ex post, come da norma.  In questo senso - ha assicurato Nannicini - abbiamo provato attraverso vari emendamenti nei dibattiti parlamentari ma non c'è stato nulla da fare. Ma è sicuramente una cosa assurda che dobbiamo rimuovere ! Ed allora, visto che c'è uno sforzo di tutti gli enti gestori e di tutta l'amministrazione pubblica verso una maggiore digitalizzazione, quella deve essere la modalità di acquisizione dei patrocini anche per il futuro."

- La seconda semplificazione che dobbiamo ottenere per mostrare rispetto verso chi si prende in carico le esigenze delle persone è il rispetto dei  diritti previdenziali ed assistenziali :il tema dei controlli. Lo ha detto anche Marano: abbiamo un sistema "barocco",  che dobbiamo superare, passando dalle parole ai fatti. 
Se tutte le pratiche sono digitalizzate, non si capisce perché affidarsi ancora ai controlli cartacei, pratica per pratica, da parte degli ispettori che vengono sottratti ad altre funzioni sociali. C'è il lavoro nero da combattere, c'è la sicurezza nei luoghi di lavoro da garantire, il caporalato da contrastare . Gli ispettori servono là, mentre i controlli possono essere fatti sulle banche dati degli Istituti di Patronato, a campione, per permettere relazioni immediate, anticipi e conguagli con gli interessi perché gli interessi li pagano tutti alle banche, anche i Patronati. E devono essere pagati in tempo reale perché abbiamo i mezzi per farlo e le risorse umane ed organizzative.

Poi c'è ill tema del RICONOSCIMENTO e non è solo monetario ma lo è anche: dobbiamo dare certezza al mondo dei patronati e dobbiamo anche allargarlo perché è cambiato lo stato sociale e cambierà sempre di più. Aumentano i rischi , aumentano i bisogni e stiamo ridisegnandolo. Dobbiamo, però, ridisegnare anche il metodo e la torta (le risorse.ndr.) con la quale si riconosce la funzione sociale dei Patronati.
Secondo il Sen.Nannicini, ciò deve avvenire anche usando la spesa assistenziale  oltre a quella previdenziale per calcolare le risorse da destinare al fondo patronati, perché l'assistenza è  una parte fondamentale della missione dei Patronati . Per il parlamentare non si tratta solo di una questione terminologica ma di riconoscimento e di certezza delle risorse. C'è da dare certezza ed aumentare le risorse finanziarie e c'è anche il  tema del come se ne gestisce la ripartizione. Innanzitutto, allargando  la torta e dando anche certezza sui criteri di ripartizione. Lo avete già detto la legge 152 è una legge importante che ha riconosciuto il ruolo dei patronati,  ma in vent'anni il loro ruolo sociale è cambiato di molto e c'è bisogno di una revisione che riconosca alcuni passaggi.

C'è, inoltre, bisogno di riconoscere tutte le attività, e non, a punteggio che derivano dalla  presa in carico delle persone.

C'è bisogno di valorizzare la funzione di consulenza, orientamento e vicinanza che i patronati portano avanti, a maggior ragione ora che dobbiamo premere l'acceleratore sulla digitalizzazione dei servizi. E quest'ultima nella Pubblica Amministrazione non può costituire una spersonalizzazione delle persone, il che si tradurrebbe in un passo indietro rispetto all'universalismo dei diritti. Dobbiamo, invece, valorizzare e riconoscere il ruolo di chi aiuta a contrastare il digital divide, non lasciando sole le persone ed orientandole nel perseguimento dei diritti. Per cui c'è bisogno di fare di più per riconoscere tutte queste attività di orirentamento, consulenza ed accompagnamento

E c'è, inoltre, bisogno di riprendere in mano il "decreto qualità" per capire come valorizzare e mettere al centro la qualità dei servizi e dei Patronati.

Terza parola d'ordine: RELAZIONE, non solo della rete dei Patronati con le cittadine ed i cittadini ma anche tra politica ed enti gestori rispetto alla rete di prossimità che sempre in spirito di sussidiarietà i Patronati portano avanti. Questo serve, ma non basta la buona volontà e la sperimentazione degli enti gestori. La politica deve creare regole di indirizzo per permettere che questa relazione tra pubblico e stato sociale sia stabile. Dobbiamo garantire il pieno accesso alle banche dati interoperabili, la coprogettazione dei software applicativi, lo scambio continuo delle informazioni ed i documenti sia sull'interpretazione delle norme, sia sulle motivazioni delle decisioni amministrative e dobbiamo favorire una formazione continua e congiunta degli operatori.
Scambio di informazioni, formazione e progettazione devono essere lo standard in una relazione continua tra, non solo chi eroga un servizio ed un diritto alle persone, ma anche tra la rete di pubblico e privato sociale, che aiuta le persone a non sentirsi sole nell'esigere i propri diritti.

Chiudendo l'intervento il Sen. Nannicini ha avanzato una proposta: se vogliamo riscrivere questo patto tra politica e sindacati, partendo da rispetto, riconoscimento e relazione dobbiamo abbandonare questo tick per cui la politica se si accorge - è quanto avviene in questi ultimi anni - dei patronati solo in alcuni casi : ci sono risorse da tagliare (è successo), quando ci sono emergenze da gestire (è successo anche questo); o ci sono piccole  situazioni di potere da gestire  (è successo) per cui non mi piacciono i patronati che se anche non hanno una storia ed un radicamento, più che prendere i bisogni delle persone si fanno carico dei bisogni di politico di turno.
Quindi, dobbiamo abbandonare questi atteggiamenti sbagliati e mettere al centro: rispetto, riconoscimento e relazione con la storia dei patronati, con la funzione che svolgono oggi per costruire il futuro di uno stato sociale dove nessuna persona sia lasciata da sola di fronte alla fatica del cambiamento.  Nei prossimi anni ci sarà molto da cambiare. Noi dobbiamo fare in modo di avere un sistema di welfare che non lasci nessuno da solo nella fatica del cambiamento.
Io credo che questo futuro,  patronati e politica non solo possono ma devono costruirlo insieme". (13/04/2022-ITL/ITNET)

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