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PATRONATI ITALIANI NEL MONDO - BILANCIO SOCIALE 2023 INCA CGIL -PRES. PAGLIARO: "CONTRIBUIAMO A MIGLIORARE LE CONDIZIONI DI " VITA DI MILIONI DI CITTADINI ITALIANI IN ITALIA E NEL MONDO".

(2023-11-08)

  "Da quando siamo nati, oltre 78 anni fa, per volontà di Giuseppe Di Vittorio, abbiamo lavorato con un obiettivo, lo stesso di sempre, di cui siamo gelosi custodi e puntuali interpreti, ovvero, mettere al centro la persona con i propri biso-gni, le proprie necessità, a cui dare risposte e offrire soluzioni; per oltre 78 anni, ci siamo resi protagonisti dell’eman-cipazione individuale e più in generale dell’intera società.

Giorno dopo giorno, attraverso il nostro perseverante lavoro, contribuiamo ad accrescere e migliorare le condizioni di vita di milioni di cittadini italiani, in Italia e nel Mondo e di altrettanti cittadini stranieri che arrivano nel nostro Paese.
Ci occupiamo delle persone, in carne ed ossa, delle loro condizioni di vita; lo facciamo attraverso straordinarie relazioni umane, improntate sulla fiducia e sulla professionalità, che esprimiamo in ogni occasione, per rendere pienamente esigibili tutele e diritti." Lo ha ricordato il Presidente del Patronato INCA CGIL, Michele Pagliaro, spiegando i termini dell'attività del Patronato che consiste in " una molteplicità di richieste" che richiedono  "soluzioni anche di fronte a situazioni particolarmente difficili" e "lo facciamo attraverso “la consulenza complessa” e fa presente " svolgiamo anche un lavoro importante rispetto ai, cosiddetti, “diritti inespressi” e, più di altri, cogliamo intimamente il disagio sociale diffuso che oggi in molti casi alimenta diseguaglianze, solitudine ed emarginazione." 

L'UNIVERSO IN CUI SI ESPLICA LA TUTELA PATRONATO INCA
Un impegno per il quale "Siamo consapevoli delle sfide che abbiamo di fronte: cambiamenti geo politici, conflitti in Europa, in Medio Oriente e nel resto del mondo; cambiamento climatico, transizioni, senza tralasciare le conseguenze della pandemia da Covid 19, che adesso ci consegnano una società profondamente diversa rispetto al passato"

"Il nostro lavoro di tutela individuale, inevitabilmente, si intreccia con la tutela collettiva espressa dalle Categorie sindacali della Cgil" e che "è anche un osservatorio privilegiato sul mondo del lavoro e sulle condizioni sociali ed economiche del nostro paese, attraversati da spinte inflattive, eccessiva precarietà, povertà del lavoro, che si rispecchia anche sulla piaga del fenomeno degli incidenti mortali - è giusto sottolinearlo- 80 morti sul lavoro al mese, nei primi 7 mesi di quest’anno sono ciò che non avremmo mai voluto vedere".

"Osserviamo, inoltre, differenze di genere praticamente in quasi tutti gli ambiti della società; le donne, oltre a farsi carico quasi esclusivamente del “lavoro di cura”, a parità di lavoro svolto guadagnano meno rispetto agli uomini, spesso sono discriminate, molestate e a volte costrette al part-time involontari"
"Un altro ambito all'attenzione del Patronato " i pensionati, soprattutto quelli di ultima generazione, che più di altre categorie sono esposti al rischio povertà; loro, che per decenni hanno incarnato l’ossatura di un welfare informale familiare che si è fatto carico di figli e nipoti, oggi sono i primi a soffrire la carenza di servizi pubblici adeguati".

L’attualità del contesto in cui viviamo, ci dice che si riducono i servizi pubblici, anche essenziali. I trasporti, la scuola, senza dimenticare la sanità, in un Paese che per il 60% della sua superficie è un territorio “fragile” e a “rischio spopo-lamento”, diventano una chimera per quasi un quarto della popolazione (il 23%). Sono servizi universali di valenza costituzionale, la cui fruizione però nella realtà diventa prerogativa solo di chi vive in determinate aree del Paese o di chi può permetterseli pagando di tasca propria; non è un caso che oltre 4 milioni di italiani hanno rinunciato a curarsi per via delle liste di attesa sempre più lunghe e dei costi elevati." E' il triste bilancio di una situazione socio-economica che finisce con il restringere i cordoni della borsa nei confronti di segmenti sociali fra i piu' deboli,  quello delineato dal Presidente Pagliaro, che ricorda:  "Anche i giovani scelgono di emigrare.  I dati Istat, secondo cui 1,3 milioni nell’ultimo decennio hanno lasciato il nostro paese, secondo Eurostat sono sottostimati perché, in realtà, quelli andati via sono il triplo (3,1 milioni) per via del fatto che non sempre chi lascia l’Italia si iscrive all’AIRE.

Il ruolo del Patronato nel contesto della pandemia: "Ha portato alla luce l’utilità del nostro ruolo; in pochissimo tempo siamo riusciti a confermarci indiscusso punto di riferimento; siamo stati capaci di cambiare abitudini, modalità organizzative e di lavoro, riuscendo a confermare l’importantissimo ruolo di “presidio di prossimità”, dando "risposte concrete a milioni di cittadine e cittadine in difficoltà, in Italia e nel Mondo. Un lavoro - stigmatizza il Presidente dell'INCA - che abbiamo svolto da soli anche quando le principali istituzioni pubbliche chiudevano gli sportelli al pubblico per ovvie ragioni di sicurezza e per via del lavoro a distanza".

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ALCUNI DATI DELLA PRESENZA DELLA RETE INCA:

"Siamo il primo patronato del Paese da quando siamo nati, con una rete capillare che presiede il territorio nazionale: 21 sono le sedi regionali; eroghiamo servizi in Italia attraverso ben 800 sedi, di cui 106 provinciali e comprensoriali, 694 zonali. Inoltre, poiché da quando siamo nati abbiamo seguito i flussi di emigrazione e più recentemente anche quelli di immigrazione verso l’Italia, abbiamo costruito una rete che si articola in ben 26 Paesi all’estero.
Siamo presenti praticamente in tutta l’Europa, in Oceania, in particolare in Australia, nelle Americhe del Nord, a partire dal Canada, passando per gli Stati Uniti, sino ad arrivare nel Sud America, in tutta l’America latina e poi ancora in Africa; complessivamente sono 98 le associazioni di diritto locale con cui agisce l’Inca attraverso convenzioni specifiche, sparse in tutto il mondo.
All’estero, inoltre, attraverso la nostra associazione Itaca arriviamo laddove l’Inca non può arrivare, svolgendo attività di informazione, comunicazione, di welfare locale per gli italiani e non solo.

Siamo protagonisti di una rete che quotidianamente esprime ogni “umana tutela” attraverso e grazie a complessivi 2.422 “sindacaliste e sindacalisti della tutela individuale” come ci piace definirli, 3.013 collaboratori, 229 medici legali e 468 avvocati; una straordinaria rete di tutela che nel 2022 si è fatta carico, in Italia e all’estero, di ben 3.616.948 pra-tiche aperte; un numero record che fa del 2022 un anno assai intenso, che ha consentito al nostro Istituto di contattare oltre 5.000.000 utenti.

Di questa consistente mole di lavoro, solo il 25% circa riguarda però attività a punteggio ministeriale, il che sta a significare che solo un quarto dell’attività prodotta dall’Inca ricade sotto il “finanziamento pubblico” ha precisato il Presidente del Patronato INCA, Michele Pagliaro. La parte dell’attività non finanziata, che costituisce la componente
preponderante del lavoro svolto (75%), è rappresentata principalmente da interventi di natura consulenziale e da pratiche non soggette a valorizzazione ministeriale che, comunque, consentono l’accesso a benefici economici ed amministrativi, in molti casi di dimensione territoriale, riservati alle fasce di popolazione più svantaggiate.
Sono numeri importanti che attestano la vocazione dell’Inca ad esercitare la propria mission oltre il perimetro delle attività istituzionali statisticabili, interpretando con efficacia all’interno del sistema di welfare un ruolo fondamentale volto ad assicurare alle persone, soprattutto a quelle più fragili, l’accesso alla rete di diritti che molto spesso restano inespressi.
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INNOVAZIONE E MODERNIZZAZIONE, FORMAZIONE CONTINUA, CONSULENZA

Un successo frutto di un lavoro collettivo in ogni latitudine del Paese e del globo all’insegna dell’innovazione e della modernizzazione.
In giro per il mondo e per l’Italia, negli ultimi tre anni, abbiamo lavorato per determinare parecchi cambiamenti e per una ragione di coerenza, attraverso il progetto “Di Nuovo Insieme”, abbiamo proceduto a riorganizzare anche il Centro nazionale....un percorso di coaching capace di determinare una modalità inclusiva...con l’obiettivo di renderlo più snello, veloce e soprattutto vicino al territorio.
Un lavoro che fra l’altro è stato premiato con il Prism Award 2022 e che auspichiamo possa produrre ulteriori risultati improntati sull’efficienza e sulla qualità dei nostri servizi".

Quanto all'attività di carattere previdenziale, il Presidente del Patronato INCA ha evidenziato le come l’instabilità politica del nostro Paese, che dal 2018 ad oggi ha visto ben cinque governi, non abbia  consentito di affrontare il capitolo della previdenza con continuità e prospettiva, come avanzato dalla piattaforma unitaria di Cgil Cisl e Uil, ma sottoponendolo piuttosto a " sporadici interventi temporali che hanno solo complicato un quadro normativo già di per sé complesso, restringendo le opportunità di pensionamento: computo, cumulo, totalizzazione, opzione, ricongiunzione, riscatto, versamenti volontari, tutte variabili di cui tenere conto in una consulenza pensionistica.
Per tale motivo, l’Inca ha puntato e punta alla qualità e alla specializzazione delle operatrici e degli operatori, attraverso la formazione continua, proprio per essere in grado di offrire servizi consulenziali integrati e personalizzati, volti alla reale presa in carico della persona in una logica proattiva, capace di offrire risposte puntuali ed efficaci.

In questi ultimi anni l’intervento in ambito previdenziale di maggior rilievo è stato senza dubbio Quota 100, che ci ha visto fortemente impegnati nell’ambito della consulenza previdenziale in particolar modo nel 2019, anno in cui è entrata in vigore la norma. Tale attività, che si è inserita nell’ambito delle domande di pensione anticipata, ci ha portato a patro-cinare, assieme alle richieste di pensione di vecchiaia, un considerevole numero di pratiche. In questi ultimi 5 anni l’Inca ha presentato complessivamente 676.328 domande di pensione di cui 390.512 anticipate e 285.816 di vecchiaia".

SEGRETARIATO SOCIALE

Impegnativa la funzione di "segretariato sociale secondo quanto previsto dalla legge n. 328 del 2000 e dall’articolo 2087 del codice civile"  evidenziata dal Presidente Pagliaro:

"In ambito assistenziale, il quinquennio in esame, ha avuto senza dubbio una forte connotazione per la mole di attività svolta: infatti, nel 2019 sono stati introdotti il Reddito e la Pensione di Cittadinanza; nel 2020 e nel 2021, gli interventi a sostegno di famiglie e lavoratori per via del Covid-19 e dal mese di marzo del 2022 è stato introdotto l’Assegno Unico Universale.
La povertà dilagante ha determinato un incremento delle richieste di supporto e sostegno, che ha prodotto il raddoppio delle domande di natura assistenziale passate da 644.356 del 2018 a 1.344.109 del 2022, trovando nel Patronato Inca e nelle Camere del Lavoro un reale punto di ascolto e presa in carico."

Quanto agli "infortuni (anche mortali) e le malattie professionali, il contesto economico, insieme ad un mercato del lavoro sempre più frastagliato e precario, fa emergere con forza il problema della prevenzione e della sicurezza sul lavoro ancora visto come un costo per le aziende e non come un investimento nel rispetto del diritto alla salute nei luoghi di lavoro, come previsto dall’art. 32 della Costituzione.

Gli infortuni e le malattie professionali faticano ad emergere perché, troppo spesso, è proprio il lavoratore che rinuncia alla sua tutela pur di non mettere a rischio il proprio posto di lavoro mettendo in secondo piano quella che, invece, è l’assoluta priorità, vale a dire la sicurezza e la tutela della salute."
Ma " il dato relativo all’emersione delle malattie professionali (tecnopatie) è ancora più preoccupante: in Italia ogni anno si ammalano (con epiloghi anche mortali) migliaia di lavoratori, senza venire a conoscenza che la patologia possa essere stata determinata dallo svolgimento della mansione lavorativa nel corso degli anni.

L’Inca promuove da anni la “CULTURA DELL'EMERSIONE” per il riconoscimento dei danni da lavoro: dalla formazione nazionale, continua e costante, ai seminari di aggiornamento; formiamo medici e legali convenzionati, delegati sindacali (Rsu/Rls/Rlst), lavoriamo in stretto rapporto con l’Inail per ottenere l’integrale tutela prevista dall’ordinamento e interveniamo quando l’interpretazione dell’Istituto restringe il diritto di tutela dei lavoratori, non per ultimo, abbiamo avviato una comunicazione capillare attraverso i social per cercare di portare a tutti un’informazione adeguata sui propri diritti di tutela della salute.

Attraverso queste attività, in sinergia con la Cgil e le categorie sindacali, si sono conseguiti risultati importanti, riuscendo a far emergere, come nel caso del Covid-19, la natura professionale di un determinato contagio quando era ricon-ducibile all’attività lavorativa.
Emblematico, infine, il dato delle denunce di malattie professionali presentate dall’Inca che in questi ultimi cinque anni ha patrocinato 66.588 pratiche di riconoscimento.

L'IMMIGRAZIONE: LE TUTELE INDIVIDUALI

In Italia, i residenti stranieri hanno raggiunto 5 milioni e 50 mila  persone; la dinamica immigratoria è in ripresa rispetto al 2020, ma comunque, rispetto al 2019, le presenze non hanno recuperato i livelli pre-pandemia.
I dati - segnala Pagliaro "ci consentono di dire che l’immigrazione oggi non è più un “fenomeno straordinario” ma che nell’ultimo decennio si sta progressivamente stabilizzando"
Purtroppo "Il permanere della Legge Bossi-Fini e le leggi che si stanno via via susseguendo condannano i migranti a condizioni di forte precarietà, sfruttamento, difficoltà persino nell’ottenere documenti per vivere regolarmente nel nostro Paese.
Sui migranti, insieme alla Cgil, pertanto, svolgiamo un’azione volta a dare risposte sia dal punto di vista delle tutele individuali che collettive, per garantire loro una vita dignitosa, nel rispetto dei diritti con l’obiettivo di favorire e miglio-rare l’integrazione.
Per le procedure di regolarizzazione svolgiamo un ruolo decisivo interagendo, a livello nazionale, con il Ministero dell’In-terno e a livello territoriale con le Questure e le Prefetture; nell’ultimo quinquennio, l’Inca ha aperto 482.940 pratiche di immigrazione, costantemente in crescita, di cui 389.342 riguardano i permessi di soggiorno (rilascio e rinnovo) e i ricon-giungimenti familiari.

GLI ANNI A VENIRE

In questi anni l’Inca, insieme agli altri Istituti del Ce.Pa (Inas, Ital, Acli), ha posto all’attenzione il tema della riforma dei Patronati, mettendone a fuoco gli aspetti di maggiore criticità formulando al riguardo proposte di merito che hanno suscitato talvolta anche interesse ed apprezzamento.

"Proposte per innovare ruolo e funzioni del patronato in una società in continua evoluzione nel quale ai vecchi bisogni se ne affiancano di nuovi sempre più frammentati ed eterogenei, che afferiscono per lo più alla sfera del welfare locale e che richiedono particolare attenzione e preparazione.
- Tra i punti cardine della proposta figura il tema della qualità del servizio su cui l’Inca da tempo insiste per una sua valorizzazione ai fini del finanziamento, come peraltro è previsto dalla legge, reclamando con forza l’applicazione del “decreto qualità”, emanato nel giugno del 2015 e mai reso operativo dal Ministero del lavoro.

A nostro avviso - ha sottolineato il Presidente dell'INCA -  è un tema cruciale per la tenuta e la credibilità del sistema, viste anche alcune scelte operate dal legislatore che, nel recente passato, ha voluto attribuire un elevato valore econo-mico ad una serie di prestazioni con scarso contenuto professionale procedendo, di pari passo, ad una drastica ridu-zione dei requisiti quali-quantitativi richiesti per l’accesso all’esercizio dell’attività di patronato.

- Tema della qualità che fa il paio con quello della declaratoria delle attività statisticabili, il cosiddetto paniere, che necessita di un aggiornamento per renderlo rispondente alla mutata composizione dei bisogni e della domanda di tutela, caratterizzata da una crescente incidenza delle prestazioni a carico del welfare locale. Inoltre, sarebbe necessaria una rimodulazione del punteggio delle singole voci, assumendo come criteri quello della complessità delle prestazioni e del più elevato livello di professionalità richiesto per la loro lavorazione.

- Un altro punto saliente del pacchetto proposte riguarda l’utilizzo sempre più esteso delle procedure informatiche nell’attività di patrocinio. Dopo la definitiva stabilizzazione del mandato di patrocinio, cosiddetto, telematico, introdotto durante il periodo del-l’emergenza Covid, adesso, diventa fondamentale un’attenta ed equilibrata regolamentazione per evitare che di questa innovativa modalità di lavoro se ne faccia un uso improprio e poco trasparente.

- E infine, è tempo di dare corso alla semplificazione dell’attività ispettiva attraverso l’impiego di procedure automatiz-zate in luogo di quelle obsolete e dispendiose incentrate sulla verifica dei fascicoli cartacei. Impegno propositivo che riguarda anche le attività svolte all’estero che  necessitano di un profondo cambiamento....tra le modifiche che abbiamo suggerito, c’è la trasmissione dei registri di apertura e chiusura non suddivisi per singole sedi, ma per singoli Stati. Inoltre, ha affermato Pagliaro - perché non utilizzare la digitalizzazione che eviterebbe immediatamente la possibilità di duplicare le pratiche".
Mentre  "Occorrerebbe, piuttosto, incentrare le visite ispettive soprattutto sugli aspetti organizzativi, accertando la reale presenza ed attività delle sedi nei diversi territori; rendere maggiormente omogeneo il criterio di valutazione delle pratiche riducendo i margini di discrezionalità dei singoli ispettori; aggiornare annualmente l’elenco delle cosiddette pratiche equivalenti; definire finalmente un protocollo che disciplini le relazioni con le autorità consolari in cui sia fatta chiarezza sulle pratiche statisticabili e quelle per le quali è possibile chiedere agli assistiti un contributo sotto forma di concorso alle spese.  Tutto questo presuppone una più stringente e fattiva collaborazione con il Ministero del Lavoro.

- Rispetto al finanziamento, attraverso le nostre proposte, abbiamo posto l’accento sulla necessità di incrementare in forma strutturale ed organica il flusso di risorse per i Patronati, con una ipotesi di finanziamento da realizzare attraverso il prelievo di una duplice aliquota: quella dello 0,199%, calcolata sul gettito complessivo dei contributi obbligatori versati (dai lavoratori e dalle imprese all’Inps e all’Inail), ed un’altra aliquota da determinare, a carico del bilancio dello Stato, calcolata sugli specifici stanziamenti destinati alla spesa assistenziale.

- Sempre in tema di risorse e trasparenza, salutiamo favorevolmente la scelta operata dal Ministero relativa alla pubblicazione dei Decreti Ricognizione, perché fanno chiarezza, rispetto all’entità del Fondo Patronati, e l'INCA si auspica che si possa fare altrettanto sui Fondi Perenti.

Inoltre, occorre procedere con speditezza rispetto alle chiusure pregresse, penso al 2016. Ciò è fondamentale per ripristinare maggiore chiarezza e trasparenza in un ambito dove le anomalie, provocate dalle mancate chiusure, bloccate per un decennio, e dagli acconti erogati da parte del Ministero con stime errate, sono tante. Atal riguardo - Pagliaro ha sottolineato - l’Inca è uno dei pochissimi Patronati che, alla data odierna dopo le chiusure, 2013, 2014 e pre- saldo 2019, ha restituito al Ministero somme per oltre 7.400.000 euro; a proposito di correttezza e linearità dei comportamenti.

Una larga parte di queste nostre proposte ha trovato accoglienza nella “Relazione sulla riforma dei Patronati” approvata all’unanimità nel giugno 2022 dalla Commissione parlamentare di controllo sull’attività degli enti previdenziali.  Vorremmo ripartire dai contenuti di quella “Relazione”, manifestando sin d’ora, con rinnovato spirito di collaborazione e con la massima disponibilità, per dare il nostro contributo concreto."

- Altro tema importante è quello della TRANSIZIONE DIGITALE, che costituisce una delle missioni principali del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza; un processo irreversibile destinato sicuramente a semplificare e migliorare, in termini di tempo, costi e trasparenza, il dialogo tra Pubbliche amministrazioni, cittadini ed imprese.
Occorre però evitare che il digitale, possa costituire, per le fasce di popolazione più svantaggiate, un impedimento all'esercizio dei diritti.
Per queste ragioni, riteniamo necessario l’avvio di una NUOVA STAGIONE DI RELAZIONI CON ISTITUTI PREVIDENZIALI
improntata ad una più stretta collaborazione, in un quadro di effettiva partnership dove i diversi soggetti (Patronati e Istituti previdenziali), pur mantenendo ciascuno le proprie prerogative, possano concorrere, attraverso modalità di lavoro integrato, al soddisfacimento dei bisogni e delle esigenze della collettività.

- con l’Inps il protocollo sottoscritto il 21 dicembre 2022 si sofferma su questi aspetti che intendiamo rilanciare;
-  con l’Inail il rinnovo del protocollo è in dirittura di arrivo;
-  con le amministrazioni dello Stato, Ministero del lavoro e Ministero degli interni, si ravvisa la necessità di fare la stessa cosa per operare un salto di qualità nel modello relazionale.

- Con riferimento alle nuove tecnologie informatiche, in particolare: l’intelligenza artificiale la cui graduale applicazione
in vari campi di attività è destinata a generare notevoli cambiamenti nel tessuto sociale ed economico del paese, in particolar modo nei meccanismi che regolano il mercato del lavoro, con pesanti ricadute per quelle fasce di lavoratori meno qualificati che, in assenza di un sistema di garanzie e salvaguardie, rischiano un arretramento dei diritti e delle tutele... il sistema dei Patronati, come già avvenuto in passato,  può  assolvere in questa delicata fase di transizione un ruolo fondamentale nel mantenimento della coesione sociale... per l’insostituibile funzione che esercitano nel nostro
sistema di welfare, nella loro veste di valenza costituzionale di interlocutori privilegiati delle pubbliche amministrazioni, ... devono poter partecipare in forma diretta, negli ambiti di loro competenza, all’attuazione dei processi di innovazione informatica, con la possibilità anche di avere accesso alle risorse del PNRR per sostenere gli investimenti necessari in termini di competenze e tecnologie.

- Anche l’ambito del welfare locale, sussidiario, integrativo, pubblico ma non statale, rientra tra i compiti istituzionali del Patronato; e anche se per queste attività assistenziali, prevalentemente riservate alle fasce di popolazioni più fragili, non è previsto alcun finanziamento pubblico, siamo disponibili a discutere e fare la nostra parte" ha sottolineato il Presidente del Patronato INCA, puntualizzando :
Con la legge 190/14, che ha modificato l’art. 10 della legge 152/01 in materia di attività diverse, si è andati ben oltre le funzioni di segretariato sociale, prevedendo per i Patronati la possibilità di svolgere, previa convenzione con le ammini-strazioni locali, attività di supporto a servizi anagrafici e certificativi nonché di gestione di servizi sociali."...favorendo così " lavoro integrato tra i diversi attori socio-istituzionali che operano nel territorio, per  contribuire all’implementa-zione e al miglioramento dell’offerta dei servizi". 

- In quest'ambito ha avanzato il Presidente Pagliaro " il Patronato può fornire un apporto costruttivo è quello della progettazione e realizzazione partecipata dei “Piani di zona” per l’attivazione di una rete di servizi sociali integrati in ambito sociale e sociosanitario. Un contributo fattivo che può concorrere a ridare linfa a questo importante strumento di politica sociale locale che, in molte realtà, ha ceduto il passo ad interventi frammentati e monotematici scollegati da una
visione d’insieme della rete dei servizi sociali per contrastare la marginalizzazione.

- Le politiche attive del lavoro, con particolare attenzione al mondo giovanile. A tale riguardo, nel recente DL n. 48/23, cosiddetto “Decreto Lavoro”, in materia di inclusione sociale e di accesso al mondo del lavoro, più volte viene richiamato il ruolo fondamentale dei Patronati, non solo in quanto soggetti preposti alla presentazione delle domande e alla
assistenza nelle varie fasi, ma anche rispetto, appunto, all’attuazione delle politiche attive.

- Altro ambito di possibile azione riguarda il servizio di informazione, consulenza ed assistenza in favore dei tanti giovani che intendono recarsi all’estero per motivi di lavoro e/o di studio.
La mobilità giovanile è un fenomeno in costante crescita in Italia, fortemente influenzato da una sempre maggiore globalizzazione e da una crisi produttiva ed occupazionale che da tempo affligge la nostra economia.

- Anche rispetto alle politiche di genere il Patronato può esercitare una massiccia attività di informazione ed rientamento a supporto delle misure adottate dalle istituzioni locali per favorire il superamento del gender gap non solo nell’ambito lavorativo ed economico, ma più in generale in quello sociale e culturale.

Infine, dopo il sentito ringraziamento a quanti sono partecipi del concreto impegno nel Patronato INCA in Italia ed all'estero, e nella redazione del Bilancio Sociale, "con la consapevolezza e la profonda convinzione che mai come
adesso la tutela individuale insieme a quella collettiva possono fare la differenza non solo per assicurare alle persone una qualità di vita migliore ma anche per contribuire a determinare soprattutto una società migliore e, visto i tempi che stiamo vivendo, direi una società migliore e anche di pace".(08/01/2023-ITL/ITNET)

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