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PATRONATI ITALIANI NEL MONDO - BILANCIO SOCIALE 2022 PATRONATO INCA CGIL: OLTRE 3 MILIONI PRATICHE APERTE, CIRCA 5 MILIONI PERSONE CHE SI RIVOLGONO OGNI ANNO A 800 SEDI IN ITALIA E 98 PRESENZE ALL'ESTERO

(2023-11-08)

  Con oltre tre milioni di pratiche aperte e circa cinque milioni di persone che si rivolgono ogni anno al Patronato della Cgil per vedersi assicurare la tutela individuale previdenziale e  socioassistenziale, l’Inca si conferma primo patronato in Italia per volume di attività, in Italia e all’estero.

Il Bilancio sociale 2022, riferito agli ultimi cinque anni, nonostante le difficoltà dovute alla pandemia e poi succes-sivamente agli ultimi avvenimenti bellici, che oltre a minacciare gli equilibri geo politici la pace nel mondo, hanno riacceso i riflettori sulle ondate migratorie, traccia un quadro di forte crescita della domanda di tutela individuale da parte dei cittadini e cittadine italiani e stranieri.

L’Inca, con 800 sedi in Italia, che coprono la maggioranza dei Comuni e 98 presenze all’estero, in  Africa, Europa, Nord America, Sud America e Oceania, ha costituito una rete capillare che assicura assistenza previdenziale e socioas-sistenziale.
“La tutela individuale, di cui quotidianamente ci rendiamo protagonisti – scrive Michele Pagliaro, presidente Inca Cgil, nella premessa al Bilancio sociale 2022 - analizza, affronta e interpreta i problemi delle persone che si rivolgono alle nostre strutture, offrendo soluzioni su misura attraverso un’indiscussa capacità di decifrare il complesso mondo di norme e regole, via via sempre più stratificate, in una cornice resa ancora più complessa e difficile da un “mercato del
lavoro”, ormai parcellizzato e frammentato, destinato a condizionare la vita lavorativa e post- lavorativa di una crescente moltitudine di persone”.

In questo contesto, le cosiddette “consulenze complesse” individuali, di fatto, caratterizzano l’attività del Patronato della Cgil, soprattutto di natura previdenziale; materia che, come si evince anche dalle ultime modifiche proposte per la prossima legge finanziaria dal Governo di destra, fortemente contestate dai sindacati confederali, è sottoposta a continui cambiamenti legislativi, sia sotto il profilo dell’accesso al pensionamento, sia sotto il profilo dell’ammontare degli assegni pensionistici, gettando nell’incertezza le aspettative delle lavoratrici e dei lavoratori. Dal 2018 al 2022, ogni anno, l’Inca ha fornito mediamente oltre 500 mila consulenze personalizzate.

Per quanto riguarda la tutela individuale contro gli infortuni e le malattie professionali, l’Inca promuove da anni la “cultura dell’emersione” per il riconoscimento dei danni da lavoro: dalla formazione nazionale, continua e costante ai propri operatori, ai seminari di aggiornamento ai propri medici e legali convenzionati, alla formazione dei delegati sin-dacali (Rsu/Rls/Rlst), al rapporto continuo e costante con l’Inail per ottenere l’integrale tutela prevista dall’ordinamento
per i lavoratori e intervenire tutte le volte che l’interpretazione dell’Istituto va a restringere il diritto di tutela dei lavo-ratori; non per ultimo, una comunicazione capillare sia istituzionale che attraverso i canali social per cercare di portare a tutti le lavoratrici e i lavoratori un’informazione adeguata sui propri diritti di tutela della salute.

Durante l’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia, rilevante è stata l’attività per il “Riconoscimento dell’infortunio non denunciato” che negli anni immediatamente precedenti, non era particolarmente rilevante e che invece a partire dal 2020 ha subito un’impennata (+402,9%), legata alle numerose segnalazioni di infortunio da Covid-19.

Con il Decreto Cura Italia n. 70 del 17 marzo 2020 l’infezione da Covid, contratta in occasione di lavoro, è stata indicata come infortunio sul lavoro, e l’Inca si è da subito attivato per portare a conoscenza i lavoratori sul tipo di tutela che potevano rivendicare qualora si fossero contagiati;  quindi, non più la segnalazione all’Inps come malattia comune, ma all’Inail come infortunio lavorativo.

L’Inca, insieme alla Cgil, ha messo in campo un lavoro straordinario di informazione per le lavoratrici e i lavoratori, a partire da coloro che non si sono mai fermati in quanto il loro lavoro era stato definito fra le attività essenziali.

“Quella del nostro patronato – scrive Maurizio Landini, nell’introduzione al Bilancio sociale Inca 2022 - è un'attività che, quotidianamente, ascolta, interpreta bisogni, dà risposte concrete su temi che riguardano le condizioni di vita delle persone. È, spesso, il primo momento in cui tutto il sindacato incontra le conseguenze di una legge ingiusta, di una riforma sbagliata, di un vuoto normativo che impedisce di ottenere un diritto”.

“Ma se ci pensiamo, va anche oltre – afferma Landini -. Contribuisce a promuovere quelle reti di prossimità e di solidarietà contro la solitudine di tante persone. Le operatrici e gli operatori dell’INCA lo hanno fatto anche nel pieno della pandemia, in uno dei momenti più difficili della  storia recente del nostro Paese, mettendo a rischio la propria salute e cambiando anche gli stessi modelli organizzativi. Insieme alle Camere del Lavoro, alle Categorie, hanno contribuito a tenere vivo il senso civico e ad affermare il primato della cooperazione e della solidarietà: in Italia e nel
mondo. Viviamo anni difficili ma per l’INCA e per la CGIL tutta sono più che mai validi e concreti i valori della dignità delle persone e della giustizia sociale”. (08/11/2023-ITL/ITNET)

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